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a cura di Vincenzo de Simone

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il Corpus

 

Al rione Mutilati, il Corpus longobardo, ossia l'area fortificata intorno alla badia di San Benedetto, un tronco della fortificazione innestata sul muro settentrionale, miracolosamente superstite, è affogato ignobilmente fra gli edifici frutto della speculazione edilizia del secondo dopoguerra, nel corso della sindacatura di Alfonso Menna (1956-1970), una delle peggiori per l'urbanistica cittadina.

Come si vede, si tratta della metà occidentale di un poderoso bastione il cui camminamento guardava, da una distanza notevole ma pur atta ad osservare l'avvicinarsi di un esercito ostile, verso la strada che entrava in città attraverso la porta Rotense, attualmente via Michele Vernieri. La fortificazione era parte di un'originale sistema, unico conosciuto per l'età longobarda, che svolgeva la duplice funzione di difesa cittadina e di terminale per l'approvvigionamento idrico, poiché al suo angolo nord-orientale perveniva l'acquedotto alto degli archi (o ponti) del diavolo (o dei diavoli) che, percorrendo la sommità delle mura verso occidente e verso meridione, forniva acqua alle fortificazioni stesse e alimentava diverse cisterne per l'irrigazione sia dei terreni interni che di quelli esterni alla murazione.

 

Ulteriori informazioni sull'interazione fra acquedotto e mura alla pagina

l'acquedotto medievale

 

In basso a sinistra: Archivio di Stato di Salerno, pianta dei terreni su cui sorgerà

il rione Mutilati (1862), particolare.

In basso a destra: individuazione sulla pianta di elementi della fortificazione.

 

 

 

In alto:

la torre centrale vista dall'interno;

la torretta vista dall'interno;

vista esterna del bastione.

A lato:

il camminamento;

l'ingresso della torretta.

Si ringraziano per le immagini

Carla Cioffi e Nicola Vernieri.