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ex Carcere femminile - via Santa Maria della Consolazione
In realtà, si tratta dell'ex convento dei cappuccini eretto nel 1559 intorno alla chiesa preesistente di Santa Maria della Consolazione, dalla quale assumerà il titolo, su terreni donati dalla famiglia Capograsso, patrizi salernitani del sedile di Portanova. Del complesso fece parte la cappella di Santa Croce, attualmente di San Filippo Neri, inserita nel terrapieno costituito dal giardino conventuale, all’estremità orientale, adiacente alle mura della città; essa sarà protagonista di una dura vertenza fra gli stessi cappuccini e l'arcivescovo Poerio (1697-1722), poiché mentre i primi ritenevano la cappella parte integrante del convento, quindi esente dalle visite pastorali, l'arcivescovo la riteneva extra moenia rispetto allo stesso, quindi soggetta alla sua giurisdizione. L'ente ebbe notevole importanza nella vita della provincia cappuccina di Salerno-Basilicata, poiché fu scelto a sede del padre provinciale fin da prima del 1596, come dalle statistiche dei monasteri di tale provincia dal 1596 al 1633, mentre nel 1784 vi si terrà il Capitolo della provincia per l'elezione della cariche. Nel 1831 si conferma la presenza nel convento della Curia provincializia, cui sono addetti sei padri. Nel 1650 l'immobile è descritto come consistente in quarantatre celle, la libreria e un'officina. Il numero di individui ospitati oscilla fra i trentadue del 1779, fra padri e laici professi, e i ventidue del 1811, di cui dieci padri sacerdoti, cinque laici professi e sette terziari. Il convento è soppresso nel 1866 e trasformato nel carcere femminile che sarà attivo fino al 1981, quando le detenute sono trasferite nella nuova struttura circondariale di Fuorni. Nel 1997 prende forma il progetto Edifici Mondo per il recupero degli ex carcerari e di Palazzo San Massimo. Ma nulla se ne fece, poiché i fondi furono dirottati verso la voragine di piazza della Libertà, ove Vincenzo De Luca aspira siano deposte le sue ceneri.
Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001, III, pp. 139-143. |