Manga e Animazione
a cura di Giuseppe Tribuno e Claudio Guardigli
CALENDARMEN (titolo originale TIME BOKAN SERIES YATTODETAMAN)
Nel futuro regno magico di Calendarmen
ogni giorno sorge illogico a Calendarmen
sta scoppiando una battaglia molto strana
sono in guerra i giorni della settimana ...
Questo è l'inizio della canzone della serie omonima cantata magistralmente da Riccardo Zara
ed i Cavalieri del re (gli stessi di Lady Oscar, Uomo Tigre, ecc.). Forse per la mia passione verso
regni e regnanti e contese, questa è una delle serie animate che più mi hanno attirato
e interessato. Odioso il robot King Star o Ipergenio tanto e vero che ho sempre parteggiato per i
"cattivi", non a caso in questa serie sono i buoni a rubare informazioni (del pavcomputer
costruito da Settembre e Ottobre) ed inseguire i cattivi alla ricerca del Cosmopavone.
Un dettaglio ulteriore: nella lingua originale kingstar è chiamato Daimajin dove DAI significa grande
ed è un kanji molto comune, mentre MA è il kanji per cavallo (si allude ovviamente alla controparte
di King Star, ovvero al cavallo Sagittarius) e JIN significa dio. DAI e MAJIN compaiono in molti nomi
di serie giapponesi, come Mazinga Z.
Calendarmen fu prodotto dalla Tatsunoko nel 1981 (cioè dopo la morte di Tatsuo Yoshida) e in
esso, come nel precedente Yatterman (Yattaman, qui da noi), il tratto grafico dell'epoca d'oro della
ormai mitica casa Yoshida è quasi del tutto scomparso. Ad ogni modo, Calendarman, fa parte di
una pentalogia di anime chiamata "Time Bokan Series" (cioè le serie della macchina
del tempo).
Ma torniamo a Calendarman, o meglio a Yattodetaman. Tanto per cominciare, in giapponese, tutti quegli
strani riferimenti ai giorni della settimana non esistono, nel senso che i nomi dei personaggi sono
normalissimi. E dunque neanche la serie fa riferimenti a calendari e a roba simile.
"Yattodetaman", infatti, deriva dall'espressione "yatto deta!", cioè
"alla fine è arrivato!", e si riferisce al fatto che il protagonista, per mantenere
segreta la sua ... identità è costretto ad intervenire solo all'ultimo momento,
perché gli è impossibile trasformarsi in presenza dei suoi amici.
Ma raccontiamone il finale: il Cosmopavone si decide a rientrare nel Regno di Calendar, dove le due
bande rivali vengono a conoscenza che il magico volatile è controllato da un ometto. Questi, per
decidere chi dovesse salire al trono, si era travestito da mendicante ed aveva chiesto l'elemosina
alle due principesse (in altro episodio della serie), venendo trattato male da Lunedì e (ovviamente)
bene da Domenica.
Il saggio ometto assegna l'uccello magico alla buona principessa ma Settembre se ne impadronisce con
un tiro mancino.
Siamo nella Cattedrale di Calendar, dove si sta incoronando Sabato come nuovo re: all'incoronazione
assistono camuffati Domenica ed i suoi amici. Il minuscolo principe sta per essere incoronato, quando
il Cosmopavone si libera dalla catena e si posa su Domenica, che invita il popolo a scappare su una
montagna: la pseudoincoronazione ha scatenato un cataclisma che distruggerà il regno e tutti
abbandonano Lunedì e la sua banda nella Cattedrale.
Segue lo scontro finale, la sconfitta definitiva di Lunedì (a cui viene data la consolazione di una
serena vita coniugale con Don Giovanni); la rivelazione che Yattodettaman è Beppe (e Tina cade
innamorata) e l'incoronazione di Domenica, che dovrà ricostruire il regno.
Eccone l'elenco deli episodi in Italia:
1. Messaggero dal futuro
2. La principessa Lunedì
3. Il cane d'argento
4. La renna d'oro
5. Il principe egiziano
6. L'albero perenne
7. La tragedia di Atlantide
8. Sandali volanti
9. Il piccolo pittore
10. Operazione Kappa
11. La lampada di Aladino
12. Il cosmo pavone acrobata
13. Il folletto dal lungo naso
14. Il misero lavoro di Settembre
15.Il compenso tanto atteso
16. La rincorsa del topo
17. Tarzan nel 3000
18. Il naufragio di Robinson
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19. Il martello dei desideri
20. La canzoni di Don Giovanni
21. La principessa del '700
22. Biancaneve e i suoi amici
23. Il mostro invisibile
24. La rosa rossa
25. Battaglia nello spazio
26. Don Giovanni all'attacco
27. Quattro furfanti sull'Himalaya
28. Robin Hood nella foresta
29. La leggenda di Babbo Natale
30. Il regno del Cosmo-Pavone
31. Alessandro magno
32. La favola di Esopo
33. Sotto il grande abete
34. Le dimissioni di settembre
35. La scarpa di cenerentola
36. I dipinti di Altamila
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37. La malattia di Arsenio Magret
38. Una storia ... esplosiva!
39. Per una ciotola di riso
40. Il sesto anniversario
41. La casa nel bosco
42. Le magie di Settembre
43. Pinocchio ed il Cosmo-pavone
44. Il pallone del monaco
45. La mela di Newton
46. C'è un fantasma nel palazzo
47. Il filtro dell'amore
48. Il poeta ubriacone
49. Nerone contro Arsenio Magret
50. Che fa Don Giovanni?
51. L'ultima occasione
52. Benvenuta, regina!
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Per quanto riguarda invece la sigla intaliana, eccola qui trascritta per intero:
Nel futuro regno magico di Calendar Men
ogni giorno sorge illogico a Calendar Men,
sta scoppiando una battaglia molto strana
sono in guerra i giorni della settimana.
La malvagia e nera Principessa Lunedì
sempre pronta alla sommossa contro tutti i dì
usurpare vuole il posto di sovrano
a Domenica la Venere del trono.
Di Calendar, Calendar Men
quanti lunghi viaggi spazio-tempo si farà
Calendar, Calendar Men
se il buon Yattodettaman ci aiuterà oh!
Calendar, Calendar Men
a ritrovare il grande simbolo di libertà
Calendar, Calendar Men
l'amore in tutti ancora regnerà
se il Cosmopavone tornerà
Le battaglie spazio-tempo qui a Calendar Men
con frequenti viaggi lampo per i Calendar Men,
vincerà chi porterà qui nel reame
il magnifico, si sa, Cosmopavone.
E' volato via nel tempo nel futuro chissà
c'è qualcuno che in preistoria se n'è andato di già
ma il cattivo grigio mese di Settembre
crede di sapere dove si nasconde
ma in effetti dove lui è volato via nessuno lo sa
La malvagia e nera Principessa Lunedì
sempre pronta alla sommossa contro tutti i dì
usurpare vuole il posto di sovrano
a Domenica la Venere del trono.
Di Calendar, Calendar Men
quanti lunghi viaggi spazio-tempo si farà
Calendar, Calendar Men
se il buon Yattodettaman ci aiuterà oh!
Calendar, Calendar Men
a ritrovare il grande simbolo di libertà
Calendar, Calendar Men
l'amore in tutti ancora regnerà
se il Cosmopavone tornerà...
Le battaglie spazio-tempo qui a Calendar Men
con frequenti viaggi lampo per i Calendar Men,
vincerà chi porterà qui nel reame
il magnifico, si sa, Cosmopavone.
E' volato via nel tempo nel futuro chissà
c'è qualcuno che in preistoria se n'è andato di già
ma il cattivo grigio mese di Settembre
crede di sapere dove si nasconde
ma in effetti dove lui è volato via, nessuno lo sa.
Ma dal passato, dal futuro dove lui sia, ritornerà...
a Calendar Men...
CANDY CANDY (titolo giapponese KYANDI KYANDI) (titolo inglese CANDY CANDY)
Il manga fu realizzato a quattro mani, prossimamente maggiori informazioni ...
CAPITAN HARLOCK (titolo giapponese UCHUU KAIZOKU KYAPUTEN HAAROKKU) (titolo inglese
SPACE PIRATE)
Nel 2000 ne hanno trasmesso in televisione la serie OAV. Si tratta di una serie cronologicamente
antecedente a quella televisiva (anche se eseguita dopo), quando, cioè, Harlock non aveva
ancora Raflesia e le Mazoniane come nemiche. All'epoca, invece, Harlock faceva una vita più
'da pirata', accompagnato da coloro che sarebbero poi diventati i genitori di Mayu (la bambina dai
capelli blu nella serie televisiva), cioè Tochiro ed Esmeralda. Prima di allora, i tre vagavano
nello spazio da soli: Esmeralda nella sua astronave chiamata la 'Regina Esmeralda', mentre Harlock e
Tochiro si accontentavano di trabiccoli.
I tre si incontrarono per la prima volta sul pianeta 'Heavy Melder', il pianeta più pericoloso
dell'universo, covo di pirati, assassini e cacciatori di taglie. Dopodiché, Harlock e Tochiro
cominciarono a viaggiare insieme, mentre Esmeralda riprese il suo viaggio da sola sulla Regina Esmeralda.
Tochiro ed Esmeralda, però, si innamorarono e quando, sempre su Heavy Melder, Tochiro e Harlock
iniziarono a costruire l'Arkadia (l'astronave di Harlock), Esmeralda diede alla luce Mayu. Di lì
a poco, però, Tochiro sarebbe morto (il suo cervello sarebbe diventato il computer centrale
dell'Arkadia. E' per questo che, quando si trova perplesso di fronte a qualcosa, lo stesso Harlock
si chiude da solo nella stanza del computer: in realtà non fa altro che chiedere il parere di Tochiro.
Il computer, comunque, non può parlare, per cui si deve ipotizzare che la comunicazione tra Tochiro
e Harlock sia, in qualche modo, telepatica).
Un'altra precisazione. E' vero che nel doppiaggio italiano eseguito dalla Rai alla fine degli anni '70
(lo stesso doppiaggio viene usato anche nella versione DVD di Harlock che la Yamato sta pubblicando),
la donna pirata viene chiamata Esmeralda, ma il suo vero nome giapponese è Emeraldas. E anche
la sua nave si chiama "Queen Emeraldas". Il doppiaggio italiano, poi, commette un altro paio
di errori.
Ricordate il ragazzo che Harlock accoglie sull'Arkadia dopo che suo padre, uno scienziato, fu ucciso
da una mazoniana? Ebbene il suo nome è Tadashi Daiba, mentre in italiano, chissà poi perché,
viene chiamato Tadashi Dayu. A proposito di Tadashi, il suo personaggio, in giapponese, ha la splendida
voce di Akira Kamiya, che ai non esperti può non dir nulla, ma a chi conosce i doppiatori giapponesi
dice tanto, eccome!
Forse esagero, ma Akira Kamiya è forse la voce maschile più bella (insieme a quella di Katsuji Mori,
il doppiatore di Ken l'aquila di Gatchaman, e di George Minami, cioè Tekkaman) degli anime
anni '70 e '80.
Il suo curriculum è davvero vasto. Cominciò con Babil Junior, nel '73, dove
doppiava proprio il protagonista Koichi. Sue, poi, furono le voci di Ryoma Nagare (detto Ryo), cioè
il primo pilota di Getter Robot, di Sanshiro Tsuwabuki (il pilota del Gaiking), di Takeru Hojo (di Ga-keen),
di Tadashi Daiba appunto, e nientepopodimeno che di Kenshiro!!
Insomma Akira Kamiya è un po' il Romano Malaspina (la voce di Duke Fleed di Grendizer, di Hiroshi Shiba
di Jeeg, di Sanshiro di Gaiking, di Takeru di Ga-keen, di Ryo di Getter Robot, ecc.) giapponese.
Ricordo di aver visto nell'estate del '98 a Chiba (vicino a Tokyo) un film di Harlock, quello in cui
Tochiro moriva, ma a quel punto della storia Tadashi Daiba non era ancora entrato in scena. La voce
di Harlock però mi sembrò un po' troppo militaresca all'epoca.
Tornando alle precisazioni, il nome stesso dell'astronave di Harlock viene storpiato in italiano:
non più Arkadia, ma Alkadia. Sì, è vero che i giapponesi confondono la 'r' e la 'l',
ma non ci voleva certo un drago per capire che ciò cui faceva riferimento il nome dell'astronave era
la mitica regione della Grecia classica.
E per finire, anche i nomi di due delle tre donne dell'Arkadia sono stati storpiati.
Solo la vecchia cuoca Masu-san viene chiamata col suo vero nome anche in Italia. Per quanto riguarda
le altre due donne, cioè quelle che qui da noi si chiamano Meet e Yuki, i loro veri nomi sono
Mime e Kei rispettivamente. Mime è l'unica extraterrestre dell'Arkadia (il suo corpo e i suoi
capelli sono blu, i suoi occhi non hanno né iride, né pupilla, e inoltre non ha neanche la bocca:
ma intendiamoci, è pur sempre una bellezza in stile Matsumoto!), fu salvata da Harlock quando
il suo pianeta, Jura, dopo una guerra nucleare (non dimentichiamoci che Harlock è un anime anni '70,
e come tutti i cartoni giapponesi dell'epoca, vedi, Tekkaman, Kyashaan, ecc., ha molto a cuore i problemi
dell'inquinamento e del nucleare!) fu invaso da piante carnivore che solo molti anni dopo si scoprì
erano delle Mazoniane. Ad ogni modo, Mime deve il suo nome alla mitologia germanica, di cui Matsumoto
è appassionato. Kei, invece, viene chiamata in Italia Yuki. In realtà Yuki è il suo cognome
mentre Kei è il nome. Siccome i giapponesi amano chiamarsi per cognome (e questo è spesso
vero anche nei cartoni), tutti sull'Arkadia la chiamano Yuki-san, col risultato che gli adattatori italiani
hanno finito col pensare che Yuki fosse il nome della ragazza.
i CAVALIERI DELLO ZODIACO (titolo inglese SAINT SEIYA) (titolo giapponese SEINTO
SEIYA)
Serie estremamente lunga composta da ben 114 puntate + 4 film andati in onda su TV locali intorno
al '94 - '95. I personaggi sono davvero ben delineati, possiamo dire che Saint Seiya rappresenta
in tutto e per tutto il modo in cui i personaggi anime andrebbero disegnati, uno stile a metà strada
tra Go Nagai e gli shoujo manga (quelli femminili). Se li guardi bene, infatti, i personaggi di Saint
Seiya somigliano sia a Daisuke/Actarus che ai belli di Candy o di Lady Oscar.
La saga è divisa in sei parti:
- I) Il torneo di lotta chiamato 'guerra galattica', in cui dieci cavalieri di bronzo, tra cui ci sono i
cinque protagonisti: Pegasus, Andromeda, Cigno, Dragone, Fenice più altri cinque personaggi minori: Orsa Minore,
Minotauro, Idra, Leone minore, e un altro cavaliere, si contendono l'armatura d'oro del Sagittario.
- II) Il furto dell'armatura d'oro da parte di Ikki, il cavaliere di Phoenix, con conseguente inseguimento
da parte degli altri cavalieri di bronzo [Seiya/Pegasus; Shiryuu (chiamato Sirio in italiano)/Dragone; Hyouga
(Chrystal in italiano)/Cigno; Shun/Andromeda (è il fratello minore dello stesso Ikki/Phoenix)] e lotta
per il recupero della stessa armatura
- III) gli scontri con i cavalieri d'argento.
- IV) la battaglia contro i dodici cavalieri d'oro (quelli che presiedono le dodici case dello zodiaco) e il Gran Sacerdote del tempio di Atene, loro capo (questa è forse la parte più bella della serie).
- V) la guerra contro Hilda di Polaris, regina della nordica città di Asgard, e servitrice di Odino.
- VI) la battaglia contro Poseidone nel regno degli abissi.
A dire il vero, c'è anche una battaglia nell'Ade nel manga, ma l'anime si ferma alla battaglia contro Poseidone. Proprio nel novembre 2002 in Giappone è iniziata la pubblicazione di una serie di OAV trattanti proprio la saga di Hades.
La parte più bella dei Cavalieri dello zodiaco, è l'arrivo al Gran Tempio di Atene e l'inizio della lotta (che durerà più di trenta puntate) con i Cavalieri d'oro delle dodici case dello zodiaco.
Alla fine degli anni '80 non li avevo visti con attenzione, pur apprezzando la sontuosità dei disegni (a proposito dei disegni dei Cavalieri, ho scoperto che il character designer della serie è Shingo Araki, lo stesso di Danguard: ecco perché avevo sempre notato una somiglianza incredibile, graficamente parlando, tra i due anime!), ma proprio per questo la trama mi incuriosiva.
Già prima di rivedere in TV la serie avevo cercato per anni, invano, un manga dal titolo simile in Giappone. Quando poi ho scoperto che i Cavalieri dello zodiaco era in realtà Seinto Seiya, mi sono ricordato di averlo sfiorato tante volte nelle librerie di Tokyo!
La seconda serie (V e VI parte), di 41 episodi mescola alla mitologia greca quella nordica (la prima parte della seconda serie è ambientata ad Asgard, la mitica patria di Odino, mentre la seconda parte si svolge negli abissi in lotta contro Poseidone e i suoi generali marini: una grafica stupenda, con le nevi e i venti del nord da un lato e le colonne che reggono i sette mari dall'altro).
Per quanto riguarda i gadgets ho rivisto di sfuggita la pubblicità dei giocattoli dei cavalieri: ce ne sono un sacco, a quanto sembra! A parte i cinque cavalieri di bronzo protagonisti, ci sono anche tutti e dodici i cavalieri d'oro! Devono proprio essere quelli prodotti dalla Bandai: non solo, infatti, le armature si possono staccare dal corpo dei pupazzi, ma possono anche essere ricomposte negli animali o esseri che rappresentano (per esempio, una volta staccata dal corpo del suo possessore, l'armatura di Taurus si può comporre in un toro, quella di Pegasus in un cavallo alato, e così via), proprio come nell'anime! Ho letto in un sito che ci dovrebbero essere una cinquantina di personaggi giocattolo con tanto di armatura, nella collezione Bandai!
Ma vediamo di approfondire qualche aspetto della serie. Cominciamo dicendo che l'autore si chiama Masami Kurumada, un mangaka della terza generazione (non ha ancora 50 anni e ne deve aver avuti una trentina quando la Shueisha pubblicò Saint Seiya), cioè non solo è più giovane di Osamu Tezuka, ma anche di Go Nagai.
Per fare un paragone generazionale, Masami Kurumada ha più o meno la stessa età di Akira Toriyama, l'autore di "Dr. Slump & Arale", il cui "Dragon Ball" è probabilmente il manga più venduto di tutti i tempi o giù di lì. Tornando a Kurumada, egli cominciò a pubblicare Saint Seiya dopo un mezzo fallimento, un'opera, cioè, lasciata a metà. Precedentemente, comunque, aveva già sfornato un paio di altri manga di discreto successo ambientati nel mondo della boxe e del wrestling. Ad ogni modo, era l'autunno del 1986 quando su Shounen Jump [il settimanale, tra manga e non, più venduto del Giappone, lo stesso di Kenshiro, Dragon Ball, Jojo, City Hunter, Mazinger Z, Capitan Tsubasa (Holly e Benji, in italiano) e il recente One Piece] Kurumada iniziò a pubblicare quello che sarebbe diventato il suo manga più famoso, cioè Saint Seiya. All'inizio, la trama era simile a quelle dei suoi manga precedenti, cioè era incentrata sulla lotta, ma poi Kurumada ebbe la brillante idea di mescolarvi i riferimenti all'antica Grecia, che costituiscono senza dubbio il punto di forza della saga. Dal punto di vista grafico, soprattutto in occidente, Kurumada non sembra avere molti estimatori, in quanto il suo stile si rifà vistosamente a quello made in Ishinomori (l'autore di "Ryu" e dei "Cyborg") & Nagai, ma fino ad un certo punto. Nelle sue tavole, inoltre, sono anche riscontrabili tracce shoujo (cioè i manga per ragazze).
Ad ogni modo, è la semplicità del suo tratto a far sì che i fans di manga (soprattutto in occidente, ripeto) gli preferiscano autori come Tetsuo Hara (Kenshiro) o Tsukasa Houjou (City Hunter). E' la vecchia diatriba sulla quale si sono accapigliate generazoni di manga fans: un manga deve essere soprattutto bello graficamente, oppure avere principalmente una bella trama? Secondo la mia opinione, se è vero che lo stile di Kurumada è senz'altro retrò, i suoi disegni non sono affatto da disprezzare, anzi, è proprio il suo tratto (una stilizzazione, quasi, delle forme anime della Toei anni '70) ad essere il mio stile preferito (insieme a quello made in Tatsunoko)! E' indubbio che il realismo di Kenshiro (che ha poi lanciato Jojo, City Hunter, ecc.) ha fatto scuola (chi li aveva mai visti prima dell'84 degli anime disegnati come Kenshiro?), ma per una saga epica come Saint Seiya, forse, non sarebbero stati adatti, credo.
Ma torniamo al manga. A neanche due mesi dall'inizio della pubblicazione, la Toei si innamorò di Seiya & company (cosa rarissima, perché, in genere passano anche due anni prima che un manga diventi anime! Basti pensare a Dragon Ball, che pur essendo iniziato come manga prima di Saint Seiya e pur essendo diventato il manga di maggior successo della storia, dovette attendere ben tre anni prima di essere trasposto in anime da parte della stessa Toei) e decise di farne una serie TV. Per Kurumada era l'occasione d'oro, ma il manga era iniziato da pochissime settimane, per cui quelli della Toei non avevano abbastanza materiale su cui lavorare!
Dopo appena 14 puntate, infatti, erano già riusciti a raggiungere i sei mesi di manga pubblicato! A quel punto, le decisioni da prendere erano due: sospendere temporaneamente la serie (impensabile!), oppure inventare nuovi personaggi da inserire nella storia per un certo numero di puntate, in modo tale da lasciare a Kurumada il tempo di continuare con la storia. Ovviamente, fu la seconda decisione ad essere presa e per un certo numero di puntate, quindi, la serie TV cominciò a fare uso di personaggi originali, come Docrates, Gheist e i Cavalieri d'acciaio. I risultati sono in parte discontinui, ma per nulla da buttar via, anzi uno dei personaggi più amati dai fans, il rivale di Shiryuu (Sirio, in italiano), esiste solo nell'anime! Tutto questo, però, cominciò a dar fastidio a Kurumada, forse, ma la programmazione della serie continuò. Quando, con il 73o episodio, la prima serie terminò, la Toei decise di dare altro tempo a Kurumada per proseguire con la sua storia, per cui si decise di basare i primi 26 episodi della seconda serie su un intreccio del tutto originale. Questa parte della serie, per distinguerla dalla prima, chiamata "Saga di Atene" o "Saga del Gran Tempio", fu battezzata "Saga di Asgard". Magari a Kurumada non sarà piaciuta, ma a dire il vero è mooolto bella (anche perché io adoro le favole e le leggende nordiche: vedi anche Andersen con, soprattutto, la sua "Regina delle nevi"). La seconda parte della seconda serie, invece, ripercorre la seconda parte del manga, ma in modo piuttosto affrettato (solo 15 puntate!): si tratta della "Saga di Poseidone". La brevità di questa parte dell'anime fa capire che ormai tra Kurumada e la Toei è rottura: la saga di Poseidone è stata fino a poco fa l'ultima parte dell'anime, mentre il manga durava ancora una decina di volumi almeno!
Quest'ultima parte del manga si chiama "Saga di Hades", e prevede la discesa nell'Ade dei cavalieri, dove acquisiranno l'ottavo senso (la saga di Atene, invece, era incentrata sull'aquisizione da parte dei giovani cavalieri del settimo senso, un senso che superasse il sesto, l'intuizione, e che i cavalieri potevano risvegliare in sé solo attraversando le dodici case dello zodiaco) e, presumibilmente, visto che ad Atene erano in lotta contro Ares e negli abissi marini contro Poseidone, stavolta i cavalieri se la dovranno vedere con Hades stesso, il dio dei morti. Come potete immaginare, visto che non ne ho ancora il manga, non so nient'altro della saga di Hades, purtroppo. Ad ogni modo, con questa saga termina anche il manga, anche se sono 10 anni che Kurumada parla di voler fare una "Saga dell'Olimpo" a conclusione della storia, con i cavalieri che devono vedersela nientemeno che con Zeus in persona!
Come al solito è da registrare un penoso doppiaggio anche negli episodi finali trasmessi in Italia.
Oltre ai nomi dei personaggi anche la storia è stata stravolta secondo quanto raccontato in un sito americano.
Già il fatto di dare fin dall'inizio al Gran Sacerdote di Atene il nome di Arles (sì con una 'L' in mezzo) nella
versione italiana fa capire che gli adattatori erano intenzionati a sorvolare interamente sul fatto che, nella versione giapponese, solo negli ultimi episodi si saprà che il Gran Sacerdote è invece posseduto da Ares (cioè Marte). Nella versione originale, infatti, il Sacerdote viene chiamato semplicemente Kyoukou (Pontefice Massimo), e solo alla fine, dopo che sarà stato identificato con Saga [cavaliere d'oro di Gemini, che, tra l'altro, nella versione italiana viene chiamato proprio Gemini e non col suo vero nome, cioè Saga (lo stesso accade nel caso di tutti gli altri cavalieri, che nella versione italiana, chissà poi perché?, vengono semplicemente chiamati col nome della costellazione di appartenenza)], la sua doppia personalità verrà ritenuta l'effetto della possessione di Ares.
E' assurdo, invece, che il solo nome di Ares/Marte non venga neanche pronunciato nella versione italiana! A che cosa fanno ascrivere gli adattatoti italiani la doppia personalità del Gran Sacerdote, a schizofrenia? Un'altra cosa che non mi è piaciuta, poi, è il fatto che mentre la parte malvagia del Gran Sacerdote ha una voce adatta al caso, la sua parte buona ha invece una voce da donna (nel senso che è proprio una donna a doppiarlo), scelta davvero poco felice a mio riguardo, a meno che la versione giapponese non faccia lo stesso (ma ne dubito). Visto che dei doppiaggi non ci si può fidare in nessun modo? E dire che, dal punto di vista della scelta delle voci e della recitazione in generale, quello dei Cavalieri è senz'altro uno dei migliori doppiaggi italiani di anime.
COMBATTLER V (titolo originale CHOU DENJI ROBO KONBATORAA V) (titolo inglese SUPER ELECTROMAGNETIC ROBOT COMBATTLER V)
Combattler V è il primo "real robot" della storia. A dire il vero, questa serie non l'ho mai seguita con attenzione in passato, forse perché i cattivi non mi piacevano sufficientemente. Devo ammettere, però, che il robot protagonista è davvero disegnato in modo eccellente: davvero un salto di qualità iperrealista (non che i vecchi robot in stile Nagai fossero brutti, però, anzi!). E dire che Combattler è del 1976, cioè solo di un anno più vecchio di Grendizer (Goldrake) e di Getter Robot G (il secondo Getter Robot) e addirittura contemporaneo di Blocker Gundan IV (Astro Robot) e di Gaiking!
Ho infine scoperto che il designer del robot (ovverosia l'inventore dello stile Real Robots) va attribuito allo studio grafico chiamato Studio Nue (responsabili anche dei disegni dell'Arcadia di Harlock e delle leggendarie Valchirie e superfortezza dimensionale di Macross), fondato nei primi anni '70 da Kazuki Miyatake, che, appena più che ventenne, disegnò nel '72 tutti i meccanismi interni nientepopodimeno che di Mazinger Z. Il suo famoso disegno tecnico di Mazinger Z fu utilizzato nelle immagini della sigla finale del cartone (basta guardarsene una puntata per vederlo!).
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