INCENDI ED ESTINTORI
Perché un incendio intervenga deve esserci la contemporanea presenza e sussistenza si tre fattori: comburente,
combustibile e calore. Eliminando uno di questi tre fattori l'incendio non può continuare e quindi viene a
spegnersi.
Piccoli incendi, ad esempio in recipienti aperti come beker o capsule, si possono soffocare coprendo il recipiente
stesso con un cartone di amianto o., in mancanza di questo, con un vetro da orologio, uno astraccio o un cartone
bagnato. Per incendi più estesi si deve ricorrere ad un estintore d'incendio di cui ne esistono di cinque tipi
diversi.
Si ricordi che in caso di incendio è necessario quando possibile, prima ancora di intervenire, staccare la
corrente con l'interruttore generale ed allontanare tute le sostanze o apparecchi che potrebbero alimentare
le fiamme o provocare altri incidenti (bombole di gas compressi, sostanze esplosive, carta, ecc.).
Il getto degli estintori va sempre diretto verso la sorgente dell'incendio, il più vicino che sia possibile.
Nei laboratori in cui il pericolo di incendio è più elevato è consigliabile installare un impianto di spegnimento
automatico centralizzato, possibilmente munito di dispositivo di allarme.
TIPI DI ESTINTORI
tipo di estintore | meccanismo d'azione |
estintori idrici | raffredda alla sorgente il contatto combustibile comburente |
estintori a schiuma | limitano il contatto comburente combustibile - isolano quindi il combustibile |
estintori a tetracloruro di carbonio | raffredda alla sorgente il contatto combustibile comburente; allontanano il combustibile generando gas |
estintori ad anidride carbonica | raffredda alla sorgente il contatto combustibile comburente; allontanano il combustibile generando gas |
estintori a secco o a polvere chimica | limitano il contatto comburente combustibile - isolano quindi il combustibile |
1) estintori idrici: l'acqua viene spinta fuori dalla pressione di un gas(in genere anidride carbonica) che viene
generato all'interno dell'estintore al momento dell'uso. Non sono molto comuni nei laboratori chimici dato che
l'acqua può reagire con molte sostanze chimiche, o addirittura, nel caso di incendio di solventi immiscibili con
essa, può espandere l'incendio stesso anziché soffocarlo. Si possono usare per spegnere incendi di materiali
combustibili ordinari (legno, carta, gomma, stracci, ecc.), purché non siano in prossimità di apparecchi elettrici
sotto tensione.
2) estintori a schiuma: gli estintori emettono in questo caso una schiuma di natura acquosa (generata per via
chimica o meccanica all'interno della bombola), e presentano alcuni inconveniente legati all'uso di sostanze
acquose: ad esempio non possono essere utilizzati per incendi coinvolgenti apparecchiature elettriche accese;
si possono tuttavia usare per il soffocamento di incendi implicanti solventi organici, purché di estensione
limitata.
3) estintori a tetracloruro di carbonio (o altri alogenoidrocarburi come bromodifluorometano, ecc.): sono molto
efficaci per l'estinzione di incendi estesi ed implicanti apparecchi elettrici sotto tensione. Le sostanze che
emettono si sostituiscono nella reazione di combustione raffreddando e allontanando l'aria (e l'ossigeno ivi
contenuto). Hanno il difetto di generare gas altamente tossici per cui l'incendio deve essere circoscritto in
tempi brevi e l'area dell'incendio deve essere ben ventilata dopo lo spegnimento.
4) estintori ad anidride carbonica: sono i più usati nei laboratori chimici per la loro efficacia contro incendi
di varia natura. Dato che l'anidride carbonica o CO2 non lascia residui, il getto dell'estintore può
essere diretto anche su apparecchi delicati o fragili. Non sono indicati per spegnere incendi provocati da metalli
reattivi, idruri o composti metallo-organici. Se è stata usata una quantità elevata di anidride carbonica, l'ambiente dovrà
essere ben ventilato per evitare il pericolo di asfissia. Un altro svantaggio consiste nel fatto che un getto di
CO2 raffredda o meglio congela il puntatore del getto che quindi va direzionato prima dell'azionamento dell'
estintore.
5) estintori a secco o a polvere chimica: contengono generalmente sabbia asciutta mista a sostanze inorganiche
(bicarbonato di sodio, farina fossile, ecc.) e sostanze resinose. La polvere viene soffiata fuori da un gas sotto
pressione, e forma una crosta sulla sorgente d'incendio isolandola dall'atmosfera. Sono efficaci contro incendi
di varia natura: in particolare, sono gli unici da usare per incendi causati da sostanze reattive (metalli, idruri,
metallo-alchili, composti metallo-organici). In assenza di questo tipo di estintori si possono predisporre, più
semplicemente, secchi di sabbia asciutta.
classi di incendio
| tipo di estintore |
materiali combustibili comuni (legno, carta, stoffa, gomma, ecc.)
| 1), 2) e 5) |
solventi, idrocarburi, grassi, oli, liquidi infiammabili in generale
| 2), 3), 4) e 5) |
apparecchi elettrici sotto tensione
| 3) e 4) |
sostanze altamente reattive come metalli, idruri, composti metallo-organici, metallo-alchili
| 5) |
Bibliografia
http://www.agraria.unina.it/facolta/strutture/LabDid/Norme%20di%20sicurezza%202005.htm
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