Il Calendario

L’anno bisestile

L’anno bisestile è un accorgimento utilizzato nel calendario Giuliano e nel calendario Gregoriano per mantenere in sincronia l’anno civile con il ciclo delle stagioni. Le stagioni si ripetono una volta ogni anno tropico (il tempo che intercorre tra due equinozi di o solstizi dello stesso tipo). Questo periodo è di circa 365,2422 giorni, cosicché un calendario di solo 365 giorni farebbe pian piano slittare le stagioni. Intercalando ogni 4 anni del calendario un anno bisestile, lungo 366 giorni anziché 365 questo slittamento può essere corretto con sufficiente approssimazione. Il giorno "aggiunto" viene inserito alla fine del mese di febbraio con la dizione del 29 febbraio. Inoltre, per evitare la necessità di ulteriori slittamenti di sincronizzazione, il giorno non viene aggiunto agli anni divisibili per 100 (anno 0 del secolo), escluso quelli divisibili per 400; in questo modo, in media, la mancata sincronizzazione si mantiene sempre minore di un giorno. C’è quindi una semplice regola per verificare se un dato anno è bisestile solo conoscendo il suo numero:
un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4 tranne che sia divisibile per 100, ma è bisestile se è divisibile per 400.

Calendario Giuliano

Il calendario Giuliano fu elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria, ma fu Caio Giulio Cesare (da cui prende il nome) a promulgarlo, nella sua qualità di Pontefice Massimo, nei domini di Roma nell’anno 46 a.C. Il nuovo calendario entrò in vigore nel 45 a.C. Questo è talvolta chiamato l’anno della confusione, in quanto si dovettero aggiungere 85 giorni per compensare gli errori accumulati. Allo scopo furono aggiunti due mesi fra novembre e dicembre uno di 33 giorni e l’altro di 34, oltre al mese di febbraio.
La riforma Giuliana, in sostanza, riprendeva il calendario egiziano riformato da Canope. Consisteva nel fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, invece del tradizionale 1° marzo.
L’anno conta 365 giorni divisi in 12 mesi, eccetto i bisestili con 366 aggiungendone uno al mese di febbraio. Il calendario Giuliano considera bisestile tutti gli anni il cui numero è divisibile per 4, anche se terminano per doppio zero. Con questo calendario si commette un errore di 7,5 giorni ogni 1000 anni. Il giorno in più si aggiunge dopo il 23 marzo (sexto kalendas martii), per questo si chiama bis sexto da cui deriva il nome dell’anno anomalo. L’equinozio invernale doveva essere il 25 marzo. I mesi sono quindi i seguenti:

ianuarius (31 giorni)
februarius (29 o 30 negli anni bisestili)
martius (31)
aprilis (30)
maius (31)
iunius (30)
iulius (31)
augustus (30)
september (31)
october (30)
november (31)
december (30)

Il modo di contare i giorni continuò nella tradizione romana fino a che i visigoti introdussero l’abitudine di assegnare un numero progressivo ai giorni, metodo che però divenne ufficiale solo con Carlomagno. Nonostante questo fino all’età moderna l’abitudine popolare era quella di indicare il giorno con il santo che in esso si venerava.
Questo calendario è stato utilizzato fino all’introduzione del calendario Gregoriano, ma nel 321 l’imperatore Costantino nella sua figura di Pontefice Massimo introdusse la settimana di sette giorni: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica, inoltre decretò che fosse la domenica giorni di riposo dedicato a Dio, invece del Sabato, tradizionale non solo per gli ebrei ma anche per i pagani; in quanto se Gesù era morto il sesto giorno della settimana ebrea, doveva essere risuscitato di Domenica.

Calendario Gregoriano

Il calendario Gregoriano è in vigore dal 15 ottobre 1582, che è seguito al 4 ottobre del calendario Giuliano. Il 4 ottobre fu infatti stabilito che il giorno successivo sarebbe stato non il 5 ottobre ma il 15 ottobre. Questa decisione si rese necessaria in quanto essendo un anno Giuliano lungo 365 giorni e 6 ore, dunque in eccesso di 11 minuti e 14 secondi rispetto all’anno solare, il calendario Giuliano accumulava un giorno di ritardo ogni 128 anni. Come conseguenza di ciò, al 4 ottobre 1582 la differenza accumulata nei secoli era ormai di 10 giorni; questo significava ad esempio, che la primavera in base alle osservazioni astronomiche effettuate, non risultava più iniziare il 21 marzo, ma l’11 marzo. Per rimettere le cose a posto, si decise di compiere il salto di giorni, e di modificare il metodo di compute del tempo in modo da tener conto del ritardo accumulato.
La nuova regola prevedeva che venissero saltati gli anni bisestili degli anni terminanti con 00 (multipli di 100) salvo quelli multipli di 400.
Il calendario Gregoriano entrò in vigore in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Lussembugo. Nel giro di due anni venne adottato pure nei territori cattolici di Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Belgio, l’Ungheria lo adottò nel 1587.

Alcune curiosità riguardanti il calendario

Ecco infine alcune interessanti particolarità del calendario, in conseguenza di quanto si è detto in precedenza:
- ogni anno comune (cioè non bisestile) termina con lo stesso giorno della settimana col quale inizia (ad esempio se il 1° gennaio è domenica, anche il 31 dicembre dello stesso anno è domenica);
- il giorno della settimana del 29 febbraio (quando ovviamente l’anno è bisestile) è sempre anticipato di due giorni rispetto al 29 dicembre di quattro anni prima da questo consegue che il 29 febbraio cade di domenica, come pure di lunedì, martedì, ecc. una sola volta ogni 20 anni (si ricorda che ogni 400 anni cade un anno non bisestile e che quindi questa particolarità è sfasata);
- un anno bisestile si ripete dunque interamente nella stessa sequenza giorno data solo dopo 28 anni (ad esempio il 2004 è uguale al 2032);
- il 29 febbraio cade nello stesso giorno della settimana in cui cade il 1° febbraio (se ad esempio, il 1° febbraio è sabato, anche il 29 febbraio è sabato, ed in questo caso i Sabati di febbraio risultano essere cinque). Dunque il mese di febbraio ha cinque Sabati (come pure cinque domeniche, ecc.) una volta ogni 28 anni.

La seguente tabella mostra i giorni della settimana per quanto riguarda il 29 febbraio nel ciclo solare (di 28 anni) che va dal 1980 al 2008 (e che costituisce il 72° ciclo solare, avendo i cronologisti fissato nel 9 a.C. L’inizio del primo ciclo solare).

1980 venerdì
1984 mercoledì
1988 lunedì
1992 sabato
1996 giovedì
2000 martedì
2004 domenica
2008 venerdì (primo anno del ciclo successivo)

La stessa disposizione si ripete per i cicli ventottennali successivi, tranne quando ci si imbatte in un anno secolare non bisestile per effetto della riforma gregoriana (come il 2100).

Bibliografia
Duncan David Ewing "Calendario" Piemme 1999