CROMATOGRAFIA SU CARTA

Strumenti.
Nei banchi saranno presenti
  • tre becher piccoli
  • vetrini da orologio
  • carta Watman
  • righello e matita
Materiale.
In laboratorio saranno presenti:
  • penne di diverso colore;
  • righelli;
  • acqua distillata;
  • diversi tipi di solventi organici puri: acetone, alcool etilico, acido acetico, ecc.
  • diversi tipi di solventi diluiti in acqua: acetone (1:2), acido acetico (1:2) alcool etilico (1:2), ecc.
Prerequisiti.
La cromatografia è una tecnica di separazione molto utilizzata dal momento che permette di separare i componenti di miscugli omogenei anche molto complessi.
Nella cromatografia su carta la separazione dei diversi componenti del miscuglio è determinata dal fatto che essi, trasportati da un solvente (fase mobile), si spostano con diversa velocità sulla carta (fase stazionaria). A rigore di precisione non è propriamente la carta al fase stazionaria ma bensì il solvente o la miscela di solventi che si usano che vengono adsorbiti sulla carta e sono la vera fase stazinaria, quiindi la cromatografia su carta sarebbe da classificare come una cormatografia liquido liquido. Nella prova da svolgere si osserva come è possibile, effettuando una cromatografia su carta, dividere i diversi pigmenti presenti in un inchiostro. Il nome cromatografia, dal greco scrittura con colori, deriva dal fatto che la tecnica la prima volta fu utilizzata per la separazione di un miscuglio di coloranti (è possibile procedere similmente per i pigmenti responsabili di colori delle foglie delle piante osservando come la "clorofilla" per esempio sia in realtà un miscuglio di diversi tipi di molecole tutte simili tra loro).
Procedimento.
Dopo aver identificato in laboratorio i reagenti ed i rischi a loro associati si procede come segue.
In ogni becher si versano alcuni millilitri del solvente indicato per la prova (un solvente per ogni becher) di modo che il livello del solvente non deve superare l'altezza di un centimetro circa dal fondo.
Coprire ogni becher con un vetrino da orologio.
Tagliare un rettangolo di carta di larghezza inferiore rispetto a quella del contenitore assegnato (circa 4 x 6 cm). Tracciare con la matita un linea orizzontale ad una altezza tra 1,2 e 1,5 centimetri dal fondo della carta (che andrà poi a contatto col solvente).
Effettuare la semina, cioè fate cadere sulla carta una goccia od una macchia del miscuglio da separare, in corrispondenza della linea tracciata. Cercare di avere campioni di miscuglio omogeneo diversi sulla stessa carta ma gli stessi presenti sulle altre carte soggette a cromatografia solo in tal modo sarà possibile valutare qualè l'attività separante di un determinato eluente. Dopo aver lasciato asciugare la goccia (quando necessario), immergete il fondo della carta nell'eluente controllando che le macchie si trovino al di sopra del liquido. Coprite il contenitore ed attendete che il fronte del solvente salga attraverso la carta fino ad una altezza di circa 1 cm dal bordo superiore.
Il fenomeno per cui il solvente risale sulla carta in opposizione alla forza di gravità è definito capillarità.
Estraete la carta ed indicate con una matita il fronte del solvente raggiunto sulla carta; conservate il tutto come esempio di cromatografia da allegare alla relazione (in originale o copiando le macchie che appaiono sulla carta usata).

Scopo dell'esperienza: valutare la capacità di separazione dei componenti di un miscuglio omogeneo in funzione del solvente usato.
Quale solvente è più adatto per operare la separazione?
Problemi.
Diversi sono i problemi che possono intervenire uin questo tipo di analisi. Illustrati con diversi esempi: 1) il solvente oltrepassa la linea fissata come limite superiore della corsa della fase mobile, capita soprattutto con l'acqua e le miscele acquose. Per evitarlo dovremmo disporre di un phon per asciugare prontamente le cartine appena estratte dalla camera cromatografica; 2) cromatografia troppo lenta e la fase mobile procede troppo lentamente, le soluzioni in questo caso nons ono generalizzabili e vanno valutate caso per caso (aumentare il solvente, aumentare la temperatura, foglio di carta più sottile, ecc.); 3) linee dei cromatogrammi storte, si hanno quando la carta risutla bagnata, appoggiata alla parte della camera cromatografica, ecc. unico consiglio riprovare e fare più attenzione.
     
Cromatografia quantitativa.
Molte esperienze qualitative possono essere ricondotte ad un livello quantitativo con un minimo di accortezza: nel caso della cromatografia si è scoperto che il rapporto tra la salita della macchia e la corsa complessiva della fase mobile, rapporto indicato con la sigra Rf è riproducibile è quindi proprio di ogni sostanza.