Come la bellezza ha dato origine a una scienza.

di Tim Radford
redattore scientifico di The Guardian, UK

Gli antichi egizi fecero molto di più che creare i primi profumi, ciprie e ombretti: fondarono infatti la chimica 4.000 anni fa, secondo un recente articolo apparso su “Nature”.
La dimostrazione di quanto affermato giacque inosservata per decenni all’interno di piccoli vasi fatti di alabastro, terraglia e legno scoperti in sepolcri e inviati al museo del Louvre, a Parigi; vasi che in passato potevano far parte della toeletta di una principessa.
Gli egizi conoscevano la farmacopea: usavano rosso piombo e unguenti a base di antimonio per trattare i malanni agli occhi, prescrivevano olio di castoro come lassativo e applicavano acido tannico sulle scottature; al pari svilupparono la medicina, basti pensare che un funzionario di palazzo aveva l'insolito onore di portare il titolo di “Sorvegliante delle interiora” per la sua conoscenza di enteroclismi.
Mentre le sopracitate sostanze sono di origine naturale come pure il contenuto dei vasetti, dai minerali a base di piombo (cioé galena e cerussite) i ricercatori dei laboratori del museo e de “L'Oreal”, la ditta di cosmetici, hanno trovato la laurionite e la phosgenite, due composti clorurati del piombo difficilmente reperibili in natura ma usati per secoli nella cosmetica.
I due composti non potevano essere il prodotto finale di una degradazione naturale dei minerali metallici negli anni: l'unica spiegazione possibile è che alcuni farmacisti dell’epoca avessero sintetizzato le due sostanze e le avessero poi mescolate con oli per ottenere una varietà di preparati.
I ricercatori hanno ricreato la chimica del 2.000 a.C. mescolando ossido di piombo, proveniente dalla lavorazione dell’argento, con sale ed acqua: in acqua carente in carbonati hanno ottenuto la laurionite, in acqua ricca in carbonati il risultato è stato la phosgenite.
In conclusione, gli egizi utilizzarono una chimica basata sul fuoco fin dal 2.500 a.C. per fare pigmenti colorati, a cui aggiunsero una chimica in soluzione (la prima che si conosca) 500 anni più tardi.