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NON SIAMO CARNE DA
MACELLO!
LUNEDI’ 18 MAGGIO
SCIOPERO SERVIZI ICT IN DIFESA DEI POSTI DI
LAVORO
“L'Italia è una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica
e sociale.
È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo
le proprie possibilità e la propria scelta,
un'attività o una funzione che concorra al
progresso materiale o spirituale della società.
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue
forme ed applicazioni. Cura la formazione e
l'elevazione professionale dei lavoratori.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo
lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare
a sé e alla famiglia un'esistenza libera e
dignitosa.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a
parità di lavoro, le stesse retribuzioni che
spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro
devono consentire l'adempimento della sua
essenziale funzione familiare e assicurare alla
madre e al bambino una speciale adeguata
protezione.”
Avrete certamente riconosciuto in queste frasi
degli estratti dai primi 37 articoli della
Costituzione della Repubblica Italiana. Esse
costituiscono le fondamenta della nostra nazione
e stabiliscono le basi dei nostri diritti di
cittadini di questo Paese.
Un fondamentale diritto costituzionale, il
diritto al lavoro, oggi ci viene gravemente
leso, senza valide motivazioni che lo
giustifichino, se non l’interesse ad aumentare i
profitti dell’Azienda a danno dei nostri posti
di lavoro e l’arrogante volontà di predominio
del Capitale sui diritti dell’essere umano.
L’impatto viene dichiarato su 101 di noi, e
sulle nostre 101 famiglie, ma da quanto lasciato
intendere dall’Azienda, appaiono in forte
dubbio, già in un futuro prossimo, diverse
centinaia di posti di lavoro. Nessuno può
sentirsi al sicuro.
Il comunicato del 24 aprile delle Segreterie
Nazionali dei Sindacati dell’Energia, ha
riassunto efficacemente lo scenario: le
intenzioni aziendali di tagliare 101 posti di
lavoro in Servizi ICT (oltre che a 161 posti di
lavoro di personale esterno); l’inconsistenza
delle motivazioni dichiarate dall’azienda per
questo taglio; la probabilità di tagli ben più
consistenti in un prossimo futuro; il fermo
rifiuto a tale disegno da parte delle strutture
sindacali e la volontà di resistervi.
Il 22 aprile abbiamo interrotto la trattativa,
rinviandola alla settimana del 18 maggio (il
prossimo incontro potrebbe avvenire,
presumibilmente, il 20 o il 21 maggio), ed
abbiamo chiuso l’incontro invitando l’Azienda a
una riflessione sulle proprie posizioni,
promettendole che nel frattempo avremmo
esercitato adeguate “pressioni”.
Tali “pressioni” si sono presto concretizzate: i
sindacali nazionali, riprendendo quanto
deliberato dalla mozione dell’assemblea di
Milano del 1° aprile, hanno infatti dichiarato
lo stato di agitazione, il blocco delle attività
fuori orario e 16 ore di sciopero, tutte
iniziative che sono state approvate
all’unanimità dalle tre assemblee dei lavoratori
Servizi ICT tenute venerdì scorso.
Ora, tutti i Lavoratori Servizi ICT di tutte le
aree e di tutte le sedi dovranno dare una svolta
al proprio destino, costituire la forza e
l’energia delle proprie rappresentanze sindacali
e lottare, uniti, solidali e determinati, in
difesa dei posti di lavoro propri e dei propri
colleghi. Ogni Lavoratore potrà difendere sé
stesso solo difendendo il proprio collega.
Le prime 8 ore di sciopero verranno effettuate
lunedì 18 maggio e saranno accompagnate dal
totale blocco delle attività in reperibilità a
partire dalle ore 18 di venerdì 15 maggio fino
alle ore 8 di martedì 19 maggio. In
contemporanea allo sciopero verranno effettuate
delle manifestazioni, in siti in via di
determinazione.
L’unità di tutti i lavoratori nelle lotte per la
difesa dei posti di lavoro è determinante per la
loro efficacia e quindi le nostre RSU si pongono
l’obiettivo di sincronizzare le iniziative di
lotta tra i lavoratori del gruppo HP/EDS,
indipendentemente dal CCNL di appartenenza, ogni
qualvolta le condizioni lo renderanno possibile.
Per le prime 8 ore di sciopero, l’auspicato
sincronismo con un contemporaneo sciopero dei
Lavoratori metalmeccanici non sarà ancora
possibile: i tempi tecnici non lo consentono.
Le RSU metalmeccaniche sono in attesa di un
confronto con l’azienda in sede ministeriale che
si aprirà il 13 maggio; mentre a noi sono già
stati formalizzati pesanti tagli occupazionali:
abbiamo quindi la necessità di esprimere le
dichiarate “pressioni” dei Lavoratori SICT prima
del prossimo incontro del 20 o 21 maggio. E’
quindi necessaria una nostra nuova ed efficace
dimostrazione di forza, di unità e di
solidarietà. Come già fatto più volte con grande
successo negli ultimi due anni.
Se fossimo in una fattoria del West, circondati
da pellerossa intenzionati a scotennarci, non
esiteremmo a tirar fuori fucili e munizioni per
vender cara la pelle, nessuno rinuncerebbe a
sparare perché non è ancora arrivato il 7°
cavalleggeri a facilitargli la vittoria…
Come riflessione finale, vi riportiamo alcuni
estratti di messaggi inviateci da colleghi dei
presidi periferici, che condividiamo e che
riassumono le grandi preoccupazioni di tutti per
il nostro futuro:
“Non siamo asset
tag da dismettere, bensì persone con famiglie e
figli, che hanno preso impegni, anche economici,
a cui dobbiamo render conto.
Non siamo carne da macello.
Non siamo sacrificabili: il Cliente ha un'alta
considerazione per la nostra professionalità.
Da venerdì non chiudo occhio: guardo mia figlia
di 5 anni dormire e soffro al pensiero di non
poterle assicurare un futuro.
L’azienda vuole contenere il disagio sociale con
la cassa integrazione straordinaria e la
mobilità? Stiamo scherzando? Vogliamo proposte
di valorizzazione delle risorse, miglioramento
dell’organizzazione aziendale, distribuzione
delle attività e mantenimento dei posti di
lavoro!”
RSU Servizi ICT
Milano
RSU Servizi ICT CentroSud
30 aprile 2009
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