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RSU Servizi ICT di Milano e del Centro Sud

L’andamento ed i contenuti dell’incontro tenutosi a Roma il 30 marzo 2009 tra i vertici di Servizi ICT, le RSU di Roma e Milano e le OOSS nazionali di categoria, destano stupore, perplessità ed indignazione.

Stupore, perché nulla, a partire dal rinnovo del contratto Eni, dall’adesione al programma di esodi incentivati recentemente conclusosi, sino ai recenti accordi in merito al consumo concordato di ferie, lasciava presagire prospettive tanto nere: l’azienda butta sul tavolo 100 esuberi, 115 includendo coloro che da inizio anno hanno accolto l’esodo incentivato, su 450 lavoratori, ovvero il 25% del personale presente ad inizio gennaio, e lo spettro della cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS)!

Perplessità, perché nel corso dell’incontro i rappresentanti aziendali non hanno saputo produrre uno straccio di piano industriale o di piano di formazione per affrontare il futuro (è necessario ricordare che nell’accordo del 19 marzo 2008 abbiamo lasciato in mano aziendale, perché lo investisse in formazione, il conguaglio del premio di partecipazione 2006 e che la stessa azienda si era impegnata di concordare un piano di riqualificazione professionale del personale SICT?).

Ancora stupore, perché alle RSU che chiedevano come mai non si tenesse conto del fatto che in Servizi ICT non si lavora solo su commesse ENI, ma anche su sistemi di banche, assicurazioni e finanziarie, P.A. le bocche dell’azienda rispondevano articolandosi in un impressionante “BOH!”.

Indignazione, perché l’azienda, la medesima azienda che ci accusa di non avere skill adeguati e di essere “vecchi” (a quarant’anni), si presenta a un tavolo tanto atteso senza un piano industriale degno di tale nome, ma solo con la decisone di tagliare i nostri posti di lavoro. Tutto questo nonostante il nuovo accordo quadro con ENI non preveda meno attività di prima, anzi.

Non comprendiamo quali opportunità potranno mai avere i lavoratori che dovessero essere inseriti in CIGS. Se non si prospettano altro che future ulteriori riduzioni di costo dei servizi, cosa dovranno fare i lavoratori per poter rientrare al lavoro al termine della cassa integrazione? Accettare di lavorare per la metà degli stipendi?

Inoltre, i 350 lavoratori non in esubero, che opportunità avranno per il futuro?

Cosa impedisce all’azienda di dichiarare tra qualche mese che altre 100-200-300 persone sono troppo “vecchie” e costose e che bisogna tagliare per poter mantenere il contratto con ENI?

La verità è che l’azienda ha deciso che il lavoro per il quale siamo stati ceduti da ENI ad EDS non lo debbano più svolgere i lavoratori SICT: tutti troppo vecchi, troppo costosi, troppo sindacalizzati, troppo abituati ad esigere i giusti diritti. Meglio assegnare il nostro lavoro a qualcuno più giovane, più economico e molto più prono, meglio ancora se di qualche paese lontano, qualcuno storicamente abituato a lavorare chiedendo molto poco e ad ignorare i propri diritti. Così le multinazionali incrementano i propri profitti.

I lavoratori non possono che rigettare una tale impostazione, degna dell’antico patronato colonialista dell’800, e sono pronti ad attuare rilevanti iniziative di lotta qualora l’incontro del giorno 22 aprile si svolgesse secondo le già note modalità e l’azienda perseverasse nei propositi annunciati.

I lavoratori di Milano, riuniti in assemblea, non possono che rifiutare una tale impostazione e danno pertanto mandato alla RSU , qualora l’incontro del giorno 22 aprile si svolgesse secondo le già note modalità e l’azienda perseverasse nei propositi annunciati, di gestire:

  • il blocco totale della reperibilità

  • il blocco degli straordinari

  • 16 ore di sciopero, da suddividersi secondo le modalità che verranno ritenute opportune.

RSU Servizi ICT Centro Sud
RSU Servizi ICT Milano

3 aprile 2009

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