Alessandro Pavolini

 

 

 

 

Nasce a Firenze il 27 settembre 1903, figlio del filologo Paolo Emilio, studioso di lingue nord orientali europee, professore di sanscrito, Accademico d’Italia, attivo nella fascistizzazione della scuola e dell’università di Firenze. Suo fratello Corrado è poeta, drammaturgo e regista.

 Alessandro manifesta fin da piccolo la sua vocazione letteraria. Nel 1915, a 12 anni, fnda un giornaletto scolastico e scrive articoli interventisti., Si laurea in legge e in scienze politiche e sociali nel 1924, frequentando due atenei: Firenze e Roma.

 Iscrittosi giovanissimo, nel 1920, al Fascio di Firenze, il 28 ottobre 1922 si trova a Roma all’università e si accoda alle colonne fasciste partecipando, così, alla “marcia su Roma”.

 Ricopre vari incarichi negli istituti di cultura e negli organismi giovanili fascisti. Collabota a “Battaglie fasciste”, “Rivoluzione fascista” e a “Critica fascista”. Dal 1929 al 1934 è segretario della federazione provinciale del PNF di Firenze e direttore del “Bargello”, settimanale della stessa federazione, cui collaboravano anche non fascisti. In questo periodo dette grande impulso alle manifestazioni culturali in Firenze e creò il “Maggio Musicale fiorentino” ancora oggi importantissima manifestazione a livello internazionale.  Tra il 1926 e il 1932 fa tre sporadici interventi su “Solaria” e collabora saltuariamente a riviste letterarie. Nel 1928 pubblicò anche un romanzo: “Giro d’Italia” ottenendo un discreto successo. Nel 1932 è chiamato a far parte del Direttorio Nazionale del P.N.F.

 Nel 1934 è eletto deputato e collabora con Bottai all’ideazione dei Littoriali della cultura e dell’arte. Dal 1934 al 1942 collabora stabilmente al “Corriere della sera” come inviato speciale. Dal 29 ottobre 1934 al 23 novembre 1939 è presidente della Confederazione fascista dei professionisti e artisti e membro del consiglio nazionale delle Corporazioni.

 Partecipa alla guerra d’Etiopia come tenente osservatore nella squadriglia comandata dall’amico Galeazzo Ciano, denominata “la Disperata”, e come inviato speciale del “Corriere della sera” per il quale continuerà anche successivamente a inviare corrispondenza da varie parti del mondo da lui visitate. E’ in questo periodo che inizia la sua relazione con l’attrice Doris Duranti. Dal 31 ottobre 1939 è ministro della Cultura Popolare,  divenendo, così, uno dei più potenti gerarchi del regime. L’8 febbraio 1943 lascia l’incarico e diventa direttore del “Messaggero”. Tutta la sua attività politica è accompagnata dalla pubblicazione di saggi di argomenti culturali o letterari tra i quali Disperata (1937) e l’ultimo romanzo Scomparsa d’Angela (1940). Dopo il 25 luglio 1943 ripara in Germania ove incontra Vittorio Mussolini e, con lui, tiene discorsi radiofonici per negare la morte del Fascismo.

 Dopo l’8 settembre 1943 diventa una delle personalità dominanti della Repubblica Sociale Italiana. E’ Segretario del Partito Fascista Repubblicano e fonda le Brigate Nere. E’ un irriducibile e vorrebbe che tutte le truppe repubblicane si ritirassero in Valtellina ove sostenere l’ultima disperata resistenza. Fa parte con alcuni elementi della Brigata Nera di Lucca fra cui il suo comandante Idreno Utimperghe e la grossa autoblinda di questa Brigata. Giunti nei pressi di Dongo rifiuta di arrendersi e si rifugia sparando su uno scoglio in mezzo all’acqua. Ma viene ferito e viene catturato, sfinito, dai partigiani. Sarà fucilato insieme agli altri nel porticciolo di Dongo il 28 aprile 1945.

 

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