Benito Mussolini nasce in Romagna,
in provincia di Forlì, nel vecchio casolare Varano dei Costa in Dovia, frazione
di Predappio, il 29 luglio 1883, dal fabbro socialista Alessandro e dalla
maestra elementare Rosa Maltoni. Il padre lo chiamò Benito in ricordo di Benito
Juarez, il politico messicano che cacciò dal trono messicano Massimiliano
d’Asburgo.
Negli anni dal 1889 al 1891 frequentò le prime due classi
elementari prima a Dovia poi a Predappio. Nel 1892 fu a Faenza nel collegio dei
Salesiani per frequentare le rimanenti classi elementari, ma nel 1894 dovette
passare al collegio “Giosuè Carducci” di Forlimpopoli (diretto dal fratello del
poeta Vilfredo) perché aveva ferito un compagno durante una lite. Qui nel
settembre 1898 consegue la licenza tecnica inferiore, ma ad ottobre verrà
espulso anche da questo collegio per aver di nuovo ferito un compagno durante
una lite. Potrà, però, frequentare come esterno. Solo nel 1901 sarà di nuovo
ammesso come convittore e si diplomerà maestro elementare. Sarà in questo anno
che, avvicinatosi al socialismo, pronuncerà a Forlimpopoli i suoi primi
discorsi, sia in riunioni socialiste che durante serate danzanti.
Il 13 febbraio 1902 ottiene la prima supplenza come insegnante
elementare a Pieve Saliceto, frazione di Gualtieri Emilia, ma il 9 luglio,
terminato l’anno scolastico, si reca in Svizzera a Losanna dove prende contatto
con emigrati socialisti. Qui aderisce al sindacato muratori e manovali, di cui
poi diverrà segretario e pubblica il suo primo articolo su L’Avvenire del
lavoratore. Nel marzo del 1903 è a Berna e svolge attività di propagandista
e agitatore. Nel giugno pubblica un primo articolo su Il proletario ,
organo degli emigrati socialaisti di New York. Il 18 giugno viene arrestato e,
dopo 12 giorni di carcere viene espulso e accompagnato a Chiasso il 30 giugno.
Ma egli subito rientra e si stabilisce a Bellinzona. In agosto è a Losanna e
collabora con Avanguardia socialista, organo dei socialisti
rivoluzionari. Il 27 ottobre è a Dovia perché la madre è gravemente ammalata,
ma il 27 dicembre torna in Svizzera.
Nel gennaio febbraio 1904 lo troviamo ad Annemasse in Savoia, ma
in marzo è di nuovo a Ginevra dove conosce e stringe rapporti con Giacinto
Menotti Serrati, leader dei socialisti italiani in Svizzera. Il 18 marzo di
quell’anno incontra Angela Balabanoff. Il 25 marzo ha un acceso dibattito col
pastore evangelico Alfredo Taglialatela sul tema dell’esistenza di Dio. Delle
sue tesi Mussolini farà l’opuscolo L’uomo e la divinità. Il 9 aprile è
di nuovo in carcere a Bellinzona per una settimana per un permesso di soggiorno
falso, ma sarà liberato per le minacciate agitazioni dei socialisti. Da maggio
a novembre, dopo un breve soggiorno in
Francia, torna a Losanna dove inizia un intenso rapporto sentimentale e
intellettuale con Angela Balabanoff. In questo periodo frequenta le lezioni di
Vilfredo Pareto all’Università.
Nel novembre rientra a Dovia e il 30 dicembre parte per fare il
servizio militare a Verona nel X° Rgt Bersaglieri.
Il 19 gennaio 1905 muore la madre Rosa Maltoni.
Il 4 settembre 1906 rientra a Dovia, in congedo e il 15 novembre
accetta una supplenza come maestro a Tolmezzo e vi termina l’anno scolastico.
Ma non chiederà il rinnovo per l’anno successivo.
Nel novembre del 1907 ottiene l’abilitazione all’insegnamento
della lingua francese e, nel marzo 1908 ottiene un incarico come professore di
francese nel Collegio Civico di Oneglia, dove insegnerà anche Italiano, Storia
e Geografia. A Oneglia c’è un’amministrazione socialista e Mussolini conosce
qui Lucio Serrati che lo incarica di dirigere il giornale “La lima” sul quale
pubblica una serie di articoli anticlericali firmandoli come “vero eretico”.
Nel giugno è di nuovo a Dovia e nel luglio partecipa alle lotte dei braccianti
nel forlivese. A seguito degli incidenti di Predappio del 13 luglio viene
arrestato e, il 22 luglio, condannato a 3 mesi di carcere. Ma il 30 esce in
libertà provvisoria.
Nel novembre di quell’anno il padre Alessadro, con la compagna
Anna Lombardi vedova Guidi, madre di Rachele, si trasferisce a Forlì dove apre
la trattoria “Il bersagliere”. Mussolini lo segue a Forlì dove vive in una
stanza d’affitto. In quel periodo pubblica su Pagine libere, una rivista
sindacale del Canton Ticino di cui è direttore Angelo Oliviero Olivetti, il
saggio La filosofia della forza sul pensiero di Nietzsche.
Nel 1909 viene chiamato a Trento per assumere la carica di
segretario della Camera del Lavoro e direttore del settimanale socialista L’avvenire
del lavoratore. Collabora anche con Il Popolo, quotidiano di Cesare
Battisti e con il supplemento di questo La vita trentina.
Il 7 marzo avrà un tempestoso contraddittorio con Alcide De
Gasperi, direttore del foglio cattolico Il Trentino.
Il 10 settembre viene
incarcerato a Rovereto per diffusione di giornali sequestrati e istigazione
alla violenza verso lo stato, e il 29 viene espulso. In ottobre è di nuovo a
Forlì.
Nel gennaio 1910 viene eletto segretario della federazione
socialista di Forlì e direttore del suo organo locale che egli ribattezza Lotta
di classe sostituendo il vecchio titolo L’idea socialista. E’ di
questo periodo la pubblicazione a puntate su Il Popolo del suo romanzo Claudia Ponticella, l’amante del cardinale.
Il 17 gennaio di quell’anno inizia a convivere, a Forlì, con
Rachele Guidi che il primo settembre darà alla luce Edda.
Il 23 agosto partecipa al congresso socialista di Milano, ma il
suo intervento passa inosservato. Però comincia a collaborare con Soffitta ,
settimanale dei socialisti intransigenti.
L’11 novembre muore il padre Alessandro all’età di 56 anni.
L’11 aprile del 1911 la sezione socialista di Forlì guidata da
Mussolini vota l’autonomia dal P.S.I. Nel maggio esce sul n. 8 dei Quaderni
della Voce il suo saggio Il trentino venduto da un socialista.
Il 25 settembre i socialisti rivoluzionari di Mussolini e i
repubblicani di Pietro Nenni manifestano contro l’intervento in Libia. Ci sono
scontri con la polizia che durano alcuni giorni e il 14 ottobre Mussolini viene
arrestato con Pietro Nenni e Pietro Lolli. E il 23 novembre gli verrà inflitta
la condanna a 1 anno di reclusione. Solo il 19 febbraio del 1912 la Corte
d’Appello di Bologna ridurrà la pena a cinque mesi e mezzo e il 12 marzo sarà
di nuovo libero.
L’8 luglio 1912, al congresso di Reggio Emilia, con un acclamato
discorso presenta una mozione che chiede l’espulsione dal partito dei
riformisti Bissolati, Bonomi, Cabrini e Podrecca. La mozione viene approvata
con larga maggioranza. E Mussolini entra nella direzione nazionale del partito
socialista.
Nell’agosto collabora attivamnente a Folla, giornale di
Paolo Valera e si firma con lo pseudonimo “l’homme qui cherche”
Fra l’8 e il 10 novembre Costantino Lazzaro, segretario del PSI
gli affida la direzione dell ‘Avanti, organo ufficiale del partito. Il
primo dicembre chiama a Milano, come vice redattore capo, Angelica Balabanoff
che, però, si dimetterà l’anno dopo.
Il 1913 comincia con un articolo di Mussolini sull’Avanti
del 7 gennaio dal titolo Assassinio di stato col quale si scaglia
violentemente contro gli eccidi proletari di Parma, Ragusa, Roma.
In questo periodo conosce Margherita Sarfatti con la quale avrà
una lunga e importante relazione.
Il 12 luglio, malgrado gli attacchi dei riformisti, Mussolini ha
ancora la fiducia del partito. E nel novembre fonda la rivista Utopia.
Dal 26 al 29 aprile 1914 si svolge ad Ancona il Congresso
socialista. Mussolini presenta con Giovanni Ziboldi una mozione che dichiara
incompatibile l’appartenenza alla massoneria per un socialista. La mozione
viene approvata e a Mussolini viene confermata la segreteria del partito e la
direzione del giornale.
Il 9 giugno a Milano, dove è stato eletto consigliere comunale,
guida con Filippo Corridoni la “settimana rossa” e il 12 giugno, con l’articolo
Tregua d’armi ne traccia il bilancio, invitando i socialisti a “segnare
il passo” ma ad essere pronti a nuove battaglie.
Il 25 luglio con l’articolo Abbasso la guerra avverte
Salandra che, in caso di intervento, dovrà vedersela con la rivolta del popolo.
E ancora il 21 settembre organizza una manifestazione contro l’intervento, dopo
di che indice un referendum sul giornale ed è un ‘plebiscito contro la guerra.
E siamo al momento della grande svolta: il 18 ottobre scrive Dalla
neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante e afferma che la
neutralità assoluta è dei reazionari e che è giusto partecipare alla guerra
dalla parte dei popoli democratici.
Il 20, due giorni dopo, lascia l’Avanti e ha contatti con
Filippo Naldi del Resto del Carlino per fondare un suo giornale.
E il 15 novembre esce il primo numero de Il popolo d’Italia.
Il 29 viene espulso dal partito socialista. In dicembre partecipa a Milano alla
fondazione dei Fasci di azione rivoluzionaria.
Il 1915 è l’anno della guerra. Il 24 e 25 gennaio interviene al
primo congresso dei Fasci di azione rivoluzionaria. Nel maggio conduce una
forte e decisa campagna interventista e il 31 agosto è alle armi con l’XI° Rgt.
Bersaglieri. Il 13 settembre è al fronte.
Il 16 dicembre, mentre è convalescente dopo unattacco di tifo
all’ospedale di Treviglio, sposa con rito civile Rachele Guidi.
Il primo marzo 1916 riceve i gradi di caporale. In settembre nasce
Vittorio, il suo secondogenito.
Il 23 febbraio 1917 è ferito e viene condotto prima all’ospedale da
campo n. 46, poi all’O.M. di Ronchi. Il 2 aprile è a Milano e nel giugno
riprende la direzione de Il Popolo d’Italia. Il 1° agosto lascia
definitivamente l’ospedale e viene posto in licenza di convalescenza di un
anno. Questa proseguirà, poi, fino al congedo.
In agosto, con alcuni esponenti del cosiddetto “Fronte interno”,
ha contatti col generale Cadorna. Pare si mediti un colpo di stato. In dicembre
compare l’articolo Trincerocrazia in cui si afferma il diritto a
governare dei reduci dalle trincee.
Il primo agosto 1918 con l’articolo Novità spiega perché da
quel numero scompare dal Popolo d’Italia il sottotitolo “quotidiano socialista” sostituito da “quotidiano
dei combattenti e dei produttori”.
In ottobre nasce Bruno, il terzo figlio. Intanto mantiene rapporti
sempre più stretti con gli arditi e il 10 novembre interviene con un infuocato
discorso durante la celebrazione della Vittoria.
Nel 1919 il 20 marzo a Dalmine parla ai lavoratori ed enuncia i
principi della politica corporativa. E il 23 marzo fonda i Fasci di
Combattimento a Milano, in piazza Sansepolcro.
Nel giugno incontra per la prima volta, a Roma, Gabriele
D’Annunzio, e il 12 settembre, davanti alla sede del suo giornale manifesta
appoggio per l’impresa di Fiume e indice una sottoscrizione a favore.
Il 7 ottobre vola a Fiume col tenente pilota Lombardi e ha
colloqui con D’Annunzio. E il 9 è il principale relatore al Primo Congresso dei
Fasci di combattimento che si tiene a Firenze. Ma alle prime elezioni, il 16
novembre, subisce una pesante sconfitta. E il 18 viene arrestato per detenzione
di armi ed esplosivi. Ma solo per poche ore. Il senatore Albertini telefona a
Nitti e consiglia l’immediato rilascio.
Il 24 e 25 maggio 1920 si celebra a Milano, al teatro Lirico, il
2° Congresso dei Fasci. Mussolini è ancora protagonista, insieme a Cesare
Rossi. Nel giugno si schiera a favore di Giolitti, con cui, in ottobre, tratta
per la soluzione della questione fiumana. Il 12 novembre con l’articolo Rapallo
commenta abbastanza favorevolmente quel trattato che fa di Fiume una “città
libera”
Nel gennaio 1921 fa un accordo con Giolitti sui “Blocchi
Nazionali”, liste di coalizione antisocialiste. Il 28 marzo, ai solenni
funerali delle vittime del terrorismo anarchico del Teatro Diana, sfila con gli
squadristi in camicia nera.
Il 15 maggio è eletto deputato ma dichiara di schierarsi
all’opposizione. E il 21 giugno interviene alla Camera e illustra il programma
del Fascismo parlamentare.
Il 2 luglio, con un articolo sul Popolo d’Italia invita i
socialisti a un patto di pacificazione e il 2 agosto lo firma con la mediazione
di De Nicola.
Il 7 novembre, in occasione del 3° Congresso dei Fasci di
Combattimento, nasce il Partito Nazionale Fascista. Michele Bianchi ne sarà il
primo segretario.
Il primo gennaio 1922 nasce Gerarchia mensile cui collabora
intensamente la Scarfatti. Nel marzo Mussolini compie diversi viaggi in
Germania dove incontra personalità della politica.
Nell’agosto, il 2 e il 3,
le squadre fasciste determinao il fallimento del grande sciopero
generale legalitario, provocando la sensazione di una grave sconfitta del
partito socialista.
Il 16 ottobre espone ai “quadrumviri” Michele Bianchi, Italo
Balbo, Emilio De Bono e Cesare De Vecchi il piano per la “marcia su Roma”.
Il 24 a Napoli, passando in rassegna le 40000 camicie nere lì
radunate, afferma il diritto del Fascismo a governare l’Italia.
Il 27 è a Milano e segue per telefono gli inizi della marcia. A
sera è a teatro con la Scarfatti.
Il 28, sempre a Milano, rifiuta l’offerta del Ministero degli
Esteri con Salandra. E la sera è di nuovo a teatro con moglie e figlia.
Il 29 il Re lo invita a Roma per assumere l’incarico di formare il
nuovo governo.
Il 30 è a Roma dal Re e presenta la lista dei ministri.
Il 31 passa in rassegna le squadre fasciste a Villa Borghese.
Il 16 novembre si presenta alla Camera e pronuncia il famoso
discorso “del bivacco” : “”…avrei potuto fare di quest’aula sorda e grigia un
bivacco di manipoli…”” Riceve la fiducia con 316 voti a favore, 116 contrari e
7 astenuti.
Il 24 novembre ottiene i pieni poteri in materia economica e
amministrativa fino al 31.12.1923 “per ristabilire l’ordine”.
Il 15 dicembre riunisce, per la prima volta, il Gran Consiglio del
Fascismo.
2) Dal 1923 al 25 luglio 1943
Il 14 gennaio 1923 costituisce la
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.). E inizia una energica
e determinata azione di governo. Il 19 gennaio ha colloqui riservati col
cardinale Gasparri. Il 4 giugno approva la riforma elettorale proposta da
Giacono Acerbo e il 9 la presenta alla Camera. In un discorso a Venezia,
fortemente antifrancese e antislavo, traccia le linee della sua politica
estera. Il 28 agosto, dopo l’eccidio di Giannina, invia un ultimatum alla
Grecia e occupa Corfù. Il 25 ottobre visita la Fiat Lingotto, dal 29 al 31
partecipa a imponenti manifestazioni celebrative della marzia su Roma a
Bologna, Firenze, Perugia, Roma. Il 19 dicembre presiede alla firma
dell’accordo fra la Confindustria e la Confederazione delle Corporazioni
fasciste.
Il 1924 comincia con il trattato di Roma del 27 gennaio che
porterà all’Italia, il 16 febbraio, la città di Fiume, risolvendo così
definitivamente la questione fiumana. Il Re gli conferirà, per questo, il
Collare dell’Annunziata, la più alta onorificenza italiana. Il 24 febbraio
parla al teatro Costanzo e si ha il primo esperimento di radiotrasmissione di
un discorso politico.
Nelle elezioni del 6 aprile il “listone” fascista avrà un grande
successo e il 7 il governo Mussolini avrà la fiducia con 361 sì e 107 no.
Intanto si verifica la sparizione del deputato socialista Giacomo Matteotti e
Mussolini alla Camera si impegna a condurre le più accurate indagini sul fatto.
Il 17 giugno nomina Federzoni Ministro dell’Interno.
Le opposizioni conducono una dura campagna contro i fascisti, ma
Mussolini il 31 agosto, nel discorso ai minatori dell’Amiata, minaccia di fare
delle opposizioni “strame per gli accampamenti delle Camicie Nere”.
Il 31 dicembre i Consoli della Milizia sollecitano Mussolini a prendere
drastiche decisioni e Mussolini, il 3 gennaio 1925 pronuncia il famoso
durissimo discorso nel quale dichiara di assumersi tutta la responsabilità di
quel che è accaduto durante il suo governo. E’ una decisa svolta verso un
governo autoritario.
In quel tempo Margherita Sarfatti completa la biografia che verrà
pubblicata a Londra col titolo The life of Benito Mussolini. Il 12
febbraio nomina Farinacci segretario del Partito. Dal 25 al 27 maggio sarà a
Gardone per ricomporre i rapporti con D’Annunzio che si era allontanato dal
Fascismo. E continua la decisa azione di governo: il 3 luglio la Confindustria
fa pressione affinchè venga affrontata con determinazione la crisi monetaria. E
Mussolini nomina Ministro delle Finanze Giuseppe Volpi di Misurata e Ministro
dell’Economia Nazionale Giuseppe Belluzzo. Si vedranno i frutti di questa mossa
l’anno successivo. Nel novembre viene sventato un attentato organizzato da Tito
Zamboni e dal Generale Luigi Capello. Il 28 dicembre, con una cerimonia intima,
sposa con rito religioso Rachele che ora vive tra Milano e Villa Carpena,
piccola proprietà acquistata nei pressi di Predappio.
Il 31 dicembre annuncia in Campidoglio il progetto di una vasta
ristrutturazione urbanistica della capitale.
1926: il 30 marzo nomina Augusto Turati segretario del partito. Il
7 aprile viene ferito al naso da un colpo di pistola sparato dall’attentatrice
irlandese sessantaduenne Violet Gibson. Malgrado questo parte il giorno dopo
per la Libia dove si tratterrà fino al 15. Nel giugno esce in Italia il libro
della Sarfatti col titolo DUX. L’8 luglio assume la direzione del Ministero
delle Corporazioni appena costituito. Il 18 agosto pronuncia il famoso discorso
di Pesaro durante il quale annuncia che il cambio lira-sterlina verrà fissato a
quota 90 (la famora “quota 90”). L’11 settembre altro attentato: una bomba
lanciata da Gino Lucetti ferisce 8 persone. L’8 ottobre il Gran Consiglio vara
il nuovo statuto del P.N.F.: niente più elezioni interne. Mussolini è a capo di
una rigida gerarchia. E il 12 assume il comando della M.V.S.N. Nuovo attentato
a Bologna il 31: il giovane attentatore quindicenne Anteo Zamboni viene
linciato dalla folla.
Il 5 novembre vengono sciolti tutti i partiti diversi dal PNF, la
stampa viene sottoposta a censura, vengono istituiti il confino di polizia, la
pena di morte per i crimini contro gli uomini delle istituzioni, il Tribunale
Speciale per la sicurezza dello Stato. Ormai il Fascismo ha in pugno
stabilmente l’Italia.
1927: Il 7 gennaio il Gran Consiglio approva la Carta del Lavoro.
Il 15 gennaio Churchill, il cancelliere dello scacchiere della Gran Bratagna è
a Roma. Mussolini esprime stima e ammirazione.
Il 26 maggio pronuncia
alla Camera il “discorso dell’Ascensione” : l’opposizione viene dichiarata
inutile. Viene lanciata la campagna demografica. Il 5 giugno al Senato parla di
politica estera: i trattati stipulati dopo la prima guerra mondiale sono
validi, ma non è detto che siano perfetti ed eterni.
Il 26 settembre nasce Romano, il quarto figlio.
1928: l’11 settembre conferma Badoglio Capo di Stato Maggiore e lo
nomina per 5 anni Governatore della Tripolitania e della Cirenaica. Il 9
dicembre fa approvare la nuova legge sulle attribuzioni, l’organizzazione e la
composizione del Gran Consiglio del Fascismo che diventa l’Organo Supremo dello
Stato.
1929: l’11 febbraio firma col cardinale Gasparri i “patti
lateranensi”, cioè il concordato fra Stato e Chiesa. Si ricompone, così, lo
storico dissidio fra le due entità, che risaliva al 1870.
Il 10 marzo al teatro dell’opera in Roma traccia il bilancio del
Regime. Il 24 le elezioni si risolveranno in un plebiscito a favore del
Fascismo. Il 2 aprile incontra Chamberlain, ministro degli esteri della Gran
Bretagna che manifesta molta cordialità. Il 13 e il 23 maggio interviene alla
Camera in occasione della ratifica dei patti lateranensi.
In settembre nasce a Villa Carpena Anna Maria, la quinta e ultima
figlia. In quel periodo Mussolini sposta la sede del Governo da Palazzo Chigi a
Piazza Venezia. E la residenza della famiglia Mussolini si stabilisce a Villa
Torlonia sulla via Nomentana. E’ di quel periodo la collaborazione artistica di
Mussolini con Gioacchino Forzano, autore del film Camicia Nera. Durerà
due anni.
1930: Nella chiesa di San Giuseppe, sulla Nomentana, Edda
Mussolini sposa Costanzo Ciano. L’ 11 maggio inizia da Livorno una serie di
visite alle città toscane. Il 9 ottobre nomina segretario del partito Giovanni
Giuriati.
1931: il 1 gennaio in una intervista al Daily Mail sostiene
la necessità della revisione del trattato di pace. Il 9 luglio il segretario di
stato U.S.A. Henry Lewis Stimson è in visita in Italia. In ottobre riceve
Ghandi a Palazzo Venezia e organizza in suo onore un concerto a Villa Torlonia.
Il 7 dicembre Achille Starace viene nominato segretario del partito. Lo rimarrà
fino al 1939. Il 21 dicembre muore il fratello Arnaldo. Il giorno stesso
Mussolini comincia a scrivere Vita di Arnaldo. In quel periodo si
allentano i legami con la Sarfatti che, però, resterà sua ammiratrice e ne
terrà alto il prestigio sulla stampa estera.
1932: L’11 febbraio Mussolini è ricevuto da Pio XI che, il 9, gli
conferirà l’alta onorificenza dell’ordine dello Speron d’Oro.
In quei giorni, sulla via di Ostia, incontrerà Claretta Petacci.
Fra il 23 marzo e il 4 aprile avrà incontri quasi quotidiani con Emil Ludwig
che scriverà il noto Colloqui con Mussolini. In giugno l’Enciclopedia
Treccani pubblica sul XIV volume la voce “Fascismo” scritta da Mussolini con la
collaborazione di Giovanni Gentile. Il 20 luglio assume l’incarico di Ministro
degli Esteri sostituendo Dino Grandi che lo ha retto per 3 anni. Il 23 ottobre
iniziano le celebrazioni del decennale alla Fiat Lingotto dove Mussolini è con
Giovanni Agnelli e Vittorio Valletta. Il 28 ottobre inaugura Via dell’Impero e
il 29 riapre le iscrizioni al PNF che erano chiuse dal 1928. Il 18 dicembre
inaugura Littoria, la prima delle
“città nuove” costruite nell’Agro Pontino dopo la grande bonifica.
1933: il 29 marzo Mussolini ha un incontro a Roma con il Ministro
della Propaganda tedesco Joseph Goebbels. E, sempre a Roma, firma il “patto a
4” fra Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania da lui stesso proposto,
sull’assetto delle potenze europee. Il 1° agosto Galeazzo Ciano assume il
compito di Capo Ufficio stampa della Presidemnza del Consiglio. Il 20 dello
stesso mese Mussolini incontra a Riccione il cancelliere austriaco Dolfuss. Il
6 novembre Mussolini, già Ministro della Guerra, assume la direzione anche del
Ministero della Marina e del Ministero dell’Aeronautica. In quel tempo Hoepli
pubblica Scritti e discorsi di
Benito Mussolini. Edizione definitiva.
1934: Il 14 marzo sono a Roma il
cancelliere Dolfuss e il Capo del Governo ungherese Gombos per discutere con
Mussolini gli assetti dei Balcani. Il 14 e 15 giugno Hitler incontra Mussolini
a Stra e a Venezia. Si discute della questione austriaca, del disarmo e della
Società delle Nazioni. Il 25 luglio come risposta all’assassinio di Dolfuss e
al fallito tenativo di annessione dell’Austria alla Germania, Mussolini ordina
l’ammassamento di truppe al Brennero. Il 3 novembre emana direttive per l’Opera
Nazionale Balilla e l’inquadramento dei “figli della Lupa” (Fanciulli dai 6
agli 8 anni). Il 30 dicembre invia un pro-memoria a Badoglio e ad altre
autorità militari sulla questione italo-abissina. Ci si prepara alle armi.
1935: 4-7 gennaio: Laval, ministro
degli esteri francese è a Roma. Si firma un accordo: la Francia si disinteressa
della questione etiopica. Il 16 gennaio Mussolini assume la direzione del
Ministero delle Colonie. Dall’11 al 14 aprile si incontrano a Stresa i capi di
governo di Italia, Gran Bretagna e Francia per una conferenza sul fatto che la
Germania denuncia il trattato di Versailles. Il 27 aprile Mussolini inaugura
Guidonia, dove sorgerà un centro sperimentale per l’aviazione. Il 21 maggio
replica alla Gran Bretagna che fa proposte per rilanciare la S.d.N.
rivendicando libertà d’azione. E l’8 giugno, a Cagliari è polemico con la Gram
Bretagna rivendicando il diritto a una legittima propria politica coloniale. Il
9 agosto interpella Badoglio sulle possibilità dell’Italia in caso di conflitto
con la Gran Bretagna. Il 18 settembre Mussolini, in un articolo pubblicato dal Morning
Post rassicura Francia e Gran Bretagna che i loro interessi in Africa
Orientale non verranno lesi.
Il 2 ottobre dal balcone di Palazzo Venezia annuncia la guerra in
Etiopia. I figli Vittorio e Bruno, di 19 e 17 anni si arruolano subito in una
squadriglia aeronautica. Il 13 novembre sostituisce De Bono con Badoglio. E il
18 dicembre inaugura Pontinia, 3^ città nuova dell’Agro Pontino. Il piano
Laval-Hoare per la soluzione del conflitto etiopico viene respinto.
1936 :Il 23 marzo traccia le linee
della politica autarchica in risposta alle sanzioni economiche imposte il 18
novembre 1935 dalla Società delle Nazioni all’Italia, e annuncia la
trasformazione della Camera in Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Il 7 maggio riceve dal Re la Gran Croce dell’Ordine Militare di
Savoia. E il 9 maggio, con uno storico discorso, proclama la nascita dell’Impero
che “risorge, dopo quaranta secoli, sui colli fatali di Roma”. Nel giugno la
figlia Anna Maria si ammala gravemente di poliomielite ed è in pericolo di
vita.
Il 9 giugno affida a Galeazzo Ciano il Ministero degli Esteri . Il
24 luglio decide con Hitler l’invio di una forza aerea in Spagna, in aiuto di
Franco. Bruno Mussolini vi partecipa come capo squadriglia. Il 1° novembre
annuncia in un discorso l’accordo, avvenuto il 24 ottobre, su l’Asse
Roma-Berlino.
1937: Il 2 gennaio ha un gentlemen’s
agreement con la Gran Bretagna. Il 16 marzo, in occasione di una imponente
esercitazione navale in Libia, Mussolini parla da Tripoli e si dichiara
difensore dei musulmani in tutto il mondo.
Il 21 aprile inaugura Cinecittà, la Holliwood italiana. Il 22 aprile
incontra il cancelliere austriaco Kurt Von Schuschnigg a Venezia e si dichiara
non contrario all’annessione alla Germania. Sempre in aprile incontra il
ministro dell’aeronautica tedesco Goering e il 5 maggio il ministro degli
esteri Kostantin von Neurath. Il 25 e il 29 settembre, poi, ha colloqui con
Hitler a Monaco e a Berlino. L’11 dicembre l’Italia esce dalla Società delle
Nazioni, ormai esautorata.
1938 : il 12 marzo il Gran
Consiglio afferma che l’Anschuss (annessione dell’Austria alla Germania)
corrisponde alla volontà popolare degli austriaci. Il 30 marzo il Parlamento
attribuisce al Re e a Mussolini il titolo di Maresciallo dell’Impero. Dal 3 al
9 maggio Hitler è in visita in Italia, accolto da imponenti manifestazioni. Il
14 luglio esce, promosso dal Ministero della Cultura Popolare, il Manifesto
degli scienziati razzisti, preludio alle leggi razziali. Il 29 settembre ha
luogo la famosa Conferenza di Monaco, promossa da Mussolini, cui partecipano
Hitler per la Germania, Daladier per la Francia e Chamberlain per la Gran
Bretagna. Viene riconosciuta alla Germania la legittimità della sua politica di
espansione verso est e la Cecoslovacchia rimane smembrata. Mussolini verrà
festeggiato come salvatore della pace. Il 25 ottobre Mussolini annuncia l’introduzione
dell’uso del “voi”, del “passo romano” e delle leggi razziali. Parla anche di
“cazzotti nello stomaco” da affibbiare ai rimanenti “vigliacchi borghesi”.
1939: Continua l’intensa politica
estera di Mussolini e dall’11 al 14 gennaio ha colloqui a Roma con Chamberlain
e il Ministro degli esteri inglese
Frederik Halifax. In aprile l’Italia occupa l’Albania che viene annessa al
Regno d’Italia.
Il 6 maggio Mussolini fa approvare il “patto d’acciaio” con la
Germania e incarica Ciano di sottoscriverlo il 22. Il 15 maggio è a Torino per
l’inaugurazione del nuovo stabilimento Fiat a Mirafiori. Il 30 maggio affida a
Cavallero un memoriale per Hitler: pur considerando inevitabile la guerra,
l’Italia ritiene di non essere pronta prima di 3 anni. E il 1° settembre,
quando Hitler invade la Polonia, fa dichiarare la “non belligeranza” dal
Consiglio dei Ministri.
Il 31 ottobre nomina Ettore Muti segretario del partito.
1940: il 10 marzo il Ministro
degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop è a Roma e sollecita l’entrata in
guerra dell’Italia. Il 18 marzo Mussolini incontra Hitler al Brennero. Il 16 e
il 26 aprile giungono messaggi da Churchill e Roosevelt che chiedono all’Italia
di non entrare in guerra. Il 29 aprile Mussolini convoca a Palazzo Venezia i
vertici militari, annuncia la decisione di entrare in guerra e chiede al re il
comando delle Forze Armate. Il 30 aprile respinge l’estremo tentativo di
Roosevelt e il 10 giugno annuncia con un discorso l’entrata in guerra. Il 4
ottobre incontra Hitler al Brennero e, sempre in ottobre, sostituisce Muti con
Adelchi Serena alla guida del partito. Il 19 ottobre invia una lettera a Hitler
comunicando l’intenzione di attaccare la Grecia. La lettera giungerà a Hitler
solo il 27 e il 28, quando Hitler incontrerà Mussolini a Firenze, la guerra
contro la Grecia sarà iniziata da alcune ore.
1941: nel gennaio Mussolini invita
tutti i quadri del partito a mobilitarsi e ad arruolarsi per andare a
combattere in Grecia. Il 19 e 20 gennaio incontra Hitler a Breghof e ottiene
l’assicurazione dell’invio di truppe
tedesche in Grecia e in Africa del Nord. L’11 febbraio incontra Franco a
Bordighera ma la Spagna non entrerà nell’”asse”. Il 2 giugno incontra ancora Hitler
che il 22 attaccherà la Russia con l’operazione “Barbarossa” e il 26
decide di inviare su quel fronte anche un Corpo di Spedizione Italiano. Il 7
agosto il figlio Bruno muore a Pisa durante il collaudo di un quadrimotore.
Mussolini esprimerà il suo dolore di padre nel suo Parlo con Bruno. Il
25 agosto Mussolini è al Quartier Generale di Hitler a Rastemburg nella Prussia
orientale e decide di mandare altre truppe italiane in Russia. E nel febbraio
dell’anno dopo invierà l’ARMIR (Armata italiana in Russia). In dicembre affida
al giovane ventiseienne Aldo Vidussoni la direzione del partito.
1942: il 29 aprile Mussolini incontra Hitler a Salisburgo e
viene decisa una grande offensiva in Africa Settentrionale. Il 29 giugno vola
in Africa dove si tratterrà fino al 20 luglio. L’offensiva è in corso e si attende
l’arrivo delle truppe italo-tedesche ad Alessandria che dista ormai 100
chilometri. Ma ad El Alamein l’offensiva viene bloccata. In novembre e
dicembre, stanco e depresso, per ben due volte si fa sostituire da Ciano negli
incontri con Hitler. E solo il 2 dicembre, dopo 18 mesi di silenzio, fa sentire
ancora la sua voce. Parla della guerra.
1943: il 6 febbraio attua un
rimpasto di governo. Il ministero degli esteri viene tolto a Ciano che viene
inviato come ambasciatore in Vaticano. Ed è Mussolini che ne assume la
direzione, insieme a quella del
Ministero dell’Interno e dei tre Ministeri militari. Il 7 aprile
incontra Hitler a Klessheim e propone di trattare un armistizio con Stalin per
concentrare gli sforzi sugli altri fronti. Ma senza successo. In aprile nomina
segretario del partito Carlo Scorza, vecchio squadrista. Il 24 giugno parla al
direttorio e sostiene la necessità di continuare la guerra e di tenersi pronti
a respingere l’attacco al territorio nazionale. E’ il famoso discorso del
“bagnasciuga” che verrà reso pubblico il 5 luglio. Ma ormai la tragedia
incombe. Il 9 luglio gli angloamericani sbarcano in Sicilia e il 16 un gruppo
di gerarchi capitanati da Grandi chiedono la convocazione del Gran Consiglio,
non più riunito dal 1939. Il 19 Mussolini incontra a Feltre Hitler che contesta
la scarsa combattività dell’esercito italiano. Mussolini è depresso e ancor più
si deprime alla notizia del bombardamento di Roma.
Il 24 c’è la seduta del Gran Consiglio che si conclude nelle prime
ore del 25 con l’approvazione dell’O.d.G. Grandi che, di fatto, esautora
Mussolini. Egli, però, ha fiducia nel Re e al mattino va regolarmente nel suo
studio a Palazzo Venezia e sbriga gli affari correnti. Ma chiede al Re di poter
anticipare l’incontro settimanale previsto per il giorno dopo. Nel pomeriggio,
infatti, malgrado il parere di Rachele che lo invita a non fidarsi e a non
andare, si reca dal re che lo tratta cordialmente ma gli dice di averlo
sostituito con Badoglio. Non si conoscono i dettagli di questa conversazione ma
si sa che, all’uscita, il re lo saluta cordialmente stringedogli la mano.
Subito dopo i carabinieri che sono pronti nel cortile lo invitano a salire su
un’autoambulanza parcheggiata lì e lo portano via.
1943: Dopo essere stato trattenuto
in una caserma dei carabinieri a Roma, Mussolini viene portato, il 27 luglio,
all’isola di Ponza. Il governo Badoglio ha paura che i tedeschi liberino il
duce e il 7 agosto lo trasferiscono alla Maddalena. Ma anche qui non lo
ritengono al sicuro e, quindi, il 28 agosto lo trasferiscono con un idrovolante
ai piedi del Gran Sasso, vicino alla stazione della funivia. E il 6 settembre
lo portano a Campo Imperatore, sul Gran Sasso.
L’8 settembre viene reso noto il vergognoso armistizio, firmato
fin dal 3, e c’è la fuga del re e del governo verso il sud già occupato dal
nemico. E il 12 i paracadutisti tedeschi atterrano con degli alianti a Campo
Imperatore e liberano il Duce senza trovare resistenza da parte dei
carabinieri. Una cicogna, con manovra audace, lo porta a Roma da dove, con un
aereo militare, viene portato a Monaco dove ritrova il figlio Vittorio.
Malgrado alcune incertezze da qualcuno ipotizzate, già il 18 settembre parla da
Radio Monaco e annuncia la nascita del Partito Fascista Repubblicano che avrà
lui come capo, e di un nuovo stato repubblicano (che il 1 dicembre si chiamerà
ufficialmente Repubblica Sociale Italiana).
In Italia i fascisti, subito dopo l’8 settembre, hanno riaperto le
federazioni e ripreso in mano le situazioni locali. Molti reparti militari non
si sono disgregati e hanno continuato a combattere a fianco dell’alleato
germanico.
Mussolini giunge in Italia il 23 e costituisce subito il nuovo
governo che avrà lui come capo e avrà la prima riunione il 27 settembre alla
Rocca delle Caminate. Fra le prime decisioni ci fu il trasferimento della
capitale dello stato e tutti i ministeri da Roma a Salò e in altre città del
nord. L’abitazione del Duce e della sua famiglia (la moglie Rachele, i figli
Romano e Anna Maria e Gina, la vedova di Bruno) fu posta a Gargnano nella Villa
Feltrinelli mentre il Quartier Generale di Mussolini fu posto a Villa Orsoline
ove egli si recava ogni giorno.
Malgrado le difficili condizioni dovute anche al fatto che
l’esercito tedesco è, di fatto, padrone del territorio, il governo della RSI
comincia a funzionare regolarmente e presto, salvo la direzione delle
operazioni militari che restano in mano tedesca, la direzione della vita civile
è nelle mani del governo. E si cerca anche di ricostituire un esercito. Il 19
novembre viene ricostituita la Milizia sotto il comando di Renato Ricci. Essa
diventerà Guardia Nazionale Repubblicana e assorbirà anche gli ex Reali
Carabinieri e la Polizia dell’Africa Italiana. Si gettano, inoltre le basi per
la costituzione di divisioni italiane da addestrare in Germania.
1944: L’8 gennaio inizia il
processo ai gerarchi che hanno votato l’O.d.G. Grandi che si concluderà con la
condanna a morte di 18 imputati e la condanna a 30 anni per Cianetti. Ma solo
cinque condanne a morte saranno eseguite essendo gli altri latitanti. I
fucilati furono Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi e Gottardi. Edda, la moglie
di Ciano, si rifugerà in Svizzera e romperà i suoi rapporti col padre.
Il 21 aprile ha un incontro con Hitler a Klessheim e il 15 luglio
andrà di nuovo in Germania in treno per ispezionare le quattro divisioni che si
stanno addestrando. Sarà accolto con entusiasmo dai nostri soldati che presto
rientreranno in Italia.
L’azione di Mussolini per mantenere quanto più possibile il
controllo della situazione contro lo strapotere dei tedeschi e per evitare o
almeno rendere meno feroce la guerra civile sarà costante.
Il 16 dicembre si reca a Milano e pronuncia un appassionato
discorso al Teatro Lirico. Sarà l’ultimo bagno di folla entusiasta.
1945: Il governo continua il suo
prezioso lavoro e riesce a mantenere per quanto possibile efficienti tutti i
servizi. Dall’ottobre 1944, inoltre, reparti delle quattro divisioni rientrate
dalla Germania sono sui confini a difendere la Patria contro gli stranieri,
insieme ad altri reparti composti quasi esclusivamente di volontari. Ma la
situazione si fa via via più critica per la pressione che gli eserciti nemici
stanno esercitando con il ritorno della bella stagione. Il 14 aprile si
riunisce a Gargnano un vertice militare italo-tedesco per esaminare la
situazione. Il 16 aprile ha luogo l’ultima riunione del governo e Mussolini
annuncia che si trasferirà a Milano. Qui giunge il 18 e si sistema in
Prefettura. Il 25 ha un incontro nell’arcivescovado con esponenti del CLNAI ma
non è possibile nessun accordo e Mussolini parte per Como e, poi, risale lungo
la sponda destra del lago di Como. A Dongo la colonna viene fermata dai
partigiani e Mussolini viene arrestato. Tenuto prima a Dongo, poi a Germasino,
infine a Bonzanigo, il 28 viene ucciso, in circostanze non ancora ben chiarite,
insieme a Claretta Petacci che lo ha seguito fino all’ultimo, Il 29 il suo
cadavere, insieme a quello della Petacci e degli altri fascisti uccisi a Dongo
lo stesso giorno 28, viene portato a Milano in Piazzale Loreto e qui,
vergognosamente, i cadaveri vengono impiccati, a testa in giù, alla tettoia di
un distributore di benzina.