Junio Valerio Borghese
Di famiglia nobile, nasce a Roma il 6
giugno 1906. Frequenta il liceo a
Londra poi, nel 1923, entra all'Accademia
navale a Livorno. Nel 1928 è guardiamarina specializzato in armi subacquee e
imbarca sull’incrociatore Trento. Sottotenente di Vascello nel 1929,
imbarca sul cacciatorpediniere Fabrizi e, nel 1933, col grado di Tenente
di Vascello, imbarca sui sommergibili Tricheco e Iride. Con quest’ultimo
prese parte al conflitto italo-etiopico e alla guerra di Spagna. Allo scoppio
della seconda guerra mondiale ebbe il comando del sommergibile Vettor Pisani
e nell’agosto 1940, col grado di Capitano di Corvetta, quello del famoso Scirè.
Della X Mas, la neocostituita (15
maggio 1940) flottiglia di mezzi d'assalto della Marina, è prima responsabile
del settore armi subacquee, poi, dal 1° maggio 1943, comandante generale. Al
comando del sommergibile Scirè, col quale trasportava i Siluri a
Lenta Corsa (i famosi “maiali”) all’imboccatura dei porti nemici, compì
audacissime imprese, violando i munitissimi porti avversari. Memorabili gli
assanti a Gibilterra e ad Alessandria d’Egitto. In quest’ultima impresa (18-19
dicembre 1941), come è noto, furono affondate le due corazzate inglesi Valiant
e Queem Elizabeth. Ma già nel novembre 1940 era stato insignito di Medaglia
d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “”Comandante di
sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle
doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate
vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a
tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava nel corso dei reiterati
tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create
dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti.
Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue
freddo gli ostacoli opporsti dall’uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in
maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall’ingresso
della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di
fuoruscita del personale. Durante la navigazione di ritorno, sventava la
rinnovata caccia del nemico e, nonostante le difficilissime condizioni di
assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la
situazione, per porre in salvo l’unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di
cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d’ogni
avverso evento. (Mediterraneo Occidentale, 21 ottobre – 3 novembre 1940).
Si trattava dell’attacco a Gibilterra.
L'8 settembre 1943 offre ai suoi ufficiali la possibilità del congedo illimitato, ma lui sceglie di restare al suo posto. Sulla base di La Spezia sventola il tricolore da cui è stato tolto lo stemma sabaudo. Stabilito un accordo col comando tedesco, che gli riconosce una pressoché totale indipendenza, la sua Decima diventa il simbolo dell’Onore e della Riscossa. Migliaia di giovani corrono ad arruolarsi sotto le sue insegne, tanto che già il 4 marzo del 1944 è in grado di inviare un primo battaglione combattente, il Barbarigo, di mille uomini, sul fronte di Nettuno, dove si distinguerà per il valore, subendo durissime perdite. L’afflusso ininterrotto di volontari anche giovanissimi, consentirà a Borghese di costituire addirittura una divisione, la Divisione Decima, appunto, che combatterà su tutti i fronti e, in particolare, sul fronte orientale, sbarrando il passo ai partigiani “titini” che tentavano di dilagare nella pianura veneta. Memorabile fu la battaglia di Tarnova, che bloccò una possente offensiva degli slavi salvando Gorizia. Il 25 aprile 1945 si barrica nel comando della X Mas di Milano e si arrende solo l'indomani a Raffaele Cadorna, che gli tributa l'onore delle armi e lo fa condurre a Roma. È processato e condannato nel 1949 a 12 anni, poi ridotti a 3, e immediatamente rilasciato. Nel dopoguerra è attivo nelle file del MSI, di cui è nominato presidente onorario nel 1951. Nel 1970 viene accusato di un fantomatico tentativo di colpo di stato, avviato e poi sospeso nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970. Successivamente si trasferisce in Spagna dove muore, a Cadice, , il 26 agosto1974.