Nacque una nuova esigenza,una sviluppatrice per le diapositive ,questa però
la comprai nuova, non era nient'altro che come quella dei negativi soltanto
un pò più lunga poichè i bagni chimici erano sette invece che tre.
Insieme a quest'ultima acquistai anche un intelaiatrice per le diapositive
che inseriva la dia nei rispettivi telaietti in plastica.
In laboratorio ero da solo e dovevo fare tutto io quindi non mi bastavano
dodici ore al giorno,arrivavo anche a quattordici o quindici.
La situazione andò avanti per un pò ,il fotografo padrone dei locali mi
chiedeva oltre all'affitto anche una parte degli incassi dicendo che i clienti
li aveva procurati lui e quindi aveva diritto a una provvigione.
Arrivò anche a farmi la proposta di creare una società ,ma a questo punto
decisi di trovarmi un'altro posto e starmene per conto mio.
Cercai e trovai proprio ,nella stessa via cento metri più avanti ,un bello
scantinato molto più grande dei locali in cui stavo ,diedi l'addio al fotografo
e mi trasferii in poco tempo,lasciandogli la mia prima stampatrice
la sviluppatrice carta e la sviluppatrice delle diapositive.
Ero felice e mi sentivo finalmente libero di poter gestire il mio lavoro nella
mia completa indipendenza.
Acquistai una nuova sviluppatrice carta molto più grande e veloce di quella
che avevo lasciato,una nuova sviluppatrice per le dia e un'altra stampatrice
uguale all'ultima che avevo acquistato.
Era il 1986 nel frattempo mi ero sposato ed era nata una bellissima bambina
( nella foto che appare sulla prima pagina del sito nel giorno del suo matrimonio) abitavo fuori Milano e tutte le mattine mi alzavo prestissimo per recarmi al lavoro.
Le cose andavano molto bene,tutti i clienti che avevo acquisito non mi lasciarono
ed io continuai a fare una vita quasi tutta in laboratorio.
Il lavoro mi dava molte soddisfazioni per cui non mi accorgevo della stanchezza
ma anche il viaggio dalla mia abitazione al laboratorio era molto stressante.
Nel 1988 comprai una nuova casa ,una villetta a schiera in provincia di Milano,
il sogno di mia moglie che aveva tanto desiderato,accesi un mutuo e con il lavoro
che andava bene problemi non ce ne erano.
Nel frattempo avevo acquistato altre due stampatrici per il laboratorio ,uguali
a quelle che già avevo, per potere meglio gestire il lavoro che era sempre in crescita.
Quelle macchine arrivavano a stampare fino al formato 30x45 nacque quindi
l'esigenza di un con relativo trascinatore che stampava il 50x75.
Quest'ultimo,rispetto a quelli avuti precedentemente era davvero un gioiello,
era costituito da una grande testa a colori che misurava circa 40cm.x90cm.
al cui interno oltre che i soliti filtri dicroici era posizionata una grossa e potente
ventola di raffreddamento molto silenziosa e delle scatole di luce costituite in
prevalenza da polistirolo bianco che facevano da diffusori per le due potenti lampade
alogene.La testa molto pesante poggiava ad una estremità ad un palo rotondo in
acciaio che era ancorato nella parte inferiore al pavimento e a quella superiore
al soffitto al cui interno scorreva un pesante contrappeso che bilanciava il peso della stessa testa facilitandone il posizionamento verticale in base all'ingrandimento.
Nella parte inferiore della testa era posizionata una torretta girevole porta obbiettivi
nella quale vi erano quattro fori filettati dove si avvitavano gli obbiettivi da stampa
ciascuno adatto ad ogni formato di negativo.
Il trascinatore era una cassa metallica al cui interno erano posti due motori elettrici
per il trasporto della carta che facevano girare due cilindri in acciaio per accogliere da una parte la bobina di carta da esporre e dall'altra un anima in cartone pressato
sulla quale si avvolgeva la carta già esposta.Sul piano superiore scorreva una tendina
di plastica che copriva la carta sensibile ancora non esposta, vi erano poi i vari
comandi per l'esposizione e il trascinamento della carta.
Tutto questo era appoggiato su quattro grosse ruote gommate che facilitavano
il posizionamento del trascinatore sotto l'ingranditore.