Le pagine di questo nostro autore ci
parlano dei luoghi e dei personaggi di un mondo e di una civiltà che ci
appartiene ma che sbiadisce ogni giorno e tende a scomparire.
SALVATORE
PAOLO
scrittore
CALCANGELI Edizioni
Le pagine di questo nostro
autore ci parlano dei luoghi e dei personaggi di un mondo e di una civiltà che
ci appartiene ma che sbiadisce ogni giorno e tende a scomparire.
Salvatore
Paolo è morto il 30 settembre 1976 e ricordo che il prossimo anno, ricorrerà
il trentennale della sua scomparsa.
Sto
facendo lo sforzo di pubblicare la sua opera con oneroso personale impegno
economico ed ho in progetto di organizzare un convegno sulla figura di questo
illustre concittadino in collaborazione con l'Università di Lecce.
Ho
inoltre volontà di istituire il "Premio
Letterario Nazionale Salvatore Paolo" volendo
coinvolgere in questo anche i giovani alunni della scuola con un premio anche
per loro.
"Ma
morendo Salvatore Paolo si portava dietro tutta l'amarezza d'aver visto
accumularsi nei suoi cassetti senza possibilità di pubblicazione romanzi come
Lia, I Fibbia, L Attesa, Il Romanzo di
Mbuy, L'età del Ferro e
altri ancora ...
Era
anche questo il prezzo, certo il più duro per uno scrittore, che Paolo pagava
come uomo
del Sud rimasto ostinatamente abbarbicato alla sua terra...".
"...Su altro versante manteneva contatti personali ed epistolari con Vasco
Pratolini, Giorgio Barberi Squarotti, Tommaso Fiore, Nino Palumbo ecc; era stato
compagno d'armi e poi amico di Andrea Zanzotto". (Quotidiano 6 febbraio
1980).
Salvatore
Paolo rivive oggi grazie ai suoi scritti. Primario resta l'impegno di pubblicare
la sua opera, molto lavoro resta ancora da fare per dare giusta collocazione a
questo autore ed ai suoi scritti, che meritano di essere letti ed apprezzati in
ambito meridionale tutto.
Per
quanto mi compete l'impegno è totale, ma il contributo di privati ed
istituzioni resta di importanza vitale per poter proseguire il cammino.
Colgo
poi l'occasione per rivolgere ancora l'appello a coloro che hanno conosciuto
Salvatore Paolo e che magari in questa sua definizione si identificano:
"Noi
siamo come gli uccelli ... Come quelli che non lasciano il loro nido quando
tutti gli altri emigrano, e gli piace star qui, anche se l'inverno non trovano
uva, né grano, né semi di melone da mangiare". (Da uno dei suoi romanzi).
Prego gli
interessati di non lasciare disattesa questa opportunità, ho intenzione di
raccogliere memorie e diretti vissuti che riguardano questo nostro concittadino,
magari racchiudendo questi ricordi in una pubblicazione che sarà sicuro
patrimonio per chi continuerà questo lavoro di recupero e valorizzazione della
nostra identità.
Non posso fare a meno di ringraziare
tutti quanti fino ad ora hanno già contribuito a mantenere viva la figura di
questo nostro illustre autore, fra gli altri: mi piace ricordare il professore
Giovanni Bernardini, vedi introduzione a Il Canale, il professore Donato Valli
che ha sempre ricordato la figura e l'opera del Paolo in numerose sue
conferenze, il professore Giovanni Invitto, vedi presentazione del romanzo L'Età
del Ferro, il critico letterario Raffaele Polo, l'onorevole Ennio Bonea ed il
Professore Lucio Giannone, che hanno incoraggiato i loro alunni a sviluppare
tesi sull'opera del nostro autore.
Novembre 2005
|
salva |
|