«NEL MIO NOME
CACCERANNO I DEMONI» Lesorcismo come
ministero esercitato nella Chiesa
di GABRIELE AMORTH ssp
Ache
punto ci troviamo. Anche lambiente ecclesiastico è stato molto influenzato da tutti
questi rivolgimenti. Mi limito al campo di mio interesse. Nel mondo cattolico si può dire
che gli esorcisti sono quasi scomparsi da tre secoli. Notiamo bene: qualche esorcista
cè sempre stato; ed è interessantissimo leggere le biografie dei santi, per vedere
come molto spesso, pur non essendo esorcisti, hanno liberato le persone possedute. Oggi il
mondo ecclesiastico è sprovveduto sia in teoria, sia soprattutto in pratica.
In teoria. Da decenni nei seminari e nelle università
ecclesiastiche (salvo sempre eccezioni) non si studia più quella parte di teologia
dogmatica che, parlando di Dio Creatore, parla degli angeli, della loro prova, della
ribellione dei demoni; così negli studi i demoni non esistono più. Non si studia più la
teologia spirituale, che tratta dellazione ordinaria del demonio, la tentazione, e
della sua azione straordinaria, la possessione e i mali melefici; tratta quindi anche dei
rimedi, tra cui gli esorcismi. Di conseguenza agli esorcismi non si crede più, confermati
in questa incredulità dal fatto di non averne mai fatti e mai visti. Non si studia più,
in teologia morale, quella parte che riguarda certi peccati contro il Primo Comandamento:
la magia, la negromanzia, lo spiritismo, ossia le forme di superstizione più condannate
dalla Bibbia e oggi più diffuse. Per cui non si è istruito il popolo di Dio che, quando
avvicina i sacerdoti su queste materie, si trova quasi sempre di fronte a un muro di
ignoranza e di incomprensione.
Se a queste due grandi carenze, di studio e di esperienza
diretta, aggiungiamo gli errori dottrinali di tanti teologi e biblisti, che arrivano
perfino a negare gli esorcismi del vangelo, ritenendoli "linguaggio culturale",
"adattamento alla mentalità dellepoca", la frittata è completa. È vero
che contro questi errori si è alzata la voce dei Pontefici, soprattutto di Paolo VI e di
Giovanni Paolo II, a cui va aggiunto il documento sulla demonologia, promosso dalla
Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicato il 26 giugno 1975 e inserito tra i
documenti ufficiali della S. Sede. Ma questo non è bastato a dissipare il nebbione della
ormai radicata incredulità.
E i vescovi, che hanno il monopolio della nomina degli
esorcisti? Anchessi si trovano ad agire in mezzo a queste difficoltà: da una parte
il Diritto Canonico dà a loro e solo a loro il potere di nominare esorcisti (can. 1172),
per cui è un potere-obbligo gravissimo; daltra parte anchessi hanno gli
stessi limiti di tutto il clero: non hanno mai studiato questa materia, non hanno mai
visto né praticato esorcismi (salvo rare eccezioni), subiscono linfluenza delle
idee errate di certi teologi e biblisti; in conclusione, ci credono solo in teoria. È
difficile credere alle cose che vediamo noi esorcisti, se non ci si assiste. Aggiungo
anche che questo abbandono di tre secoli ha fatto sì che, non conoscendosi più gli
esorcismi e il loro svolgimento, agli occhi di molti appaiono come un qualche cosa di
abnorme, di mostruoso, a cui si deve ricorrere assolutamente meno che si può, e meglio
ancora se non si fanno mai. Così trovare un esorcista nella Chiesa cattolica latina è
diventato un dramma; solo in Italia si è incominciato a muovere qualcosa negli ultimi
anni; ma la maggior parte delle altre nazioni ne sono quasi sprovviste. La gente si sente
non capita, abbandonata, e si rivolge altrove, come abbiamo detto: a maghi, cartomanti,
sètte, altre religioni.
In compenso chi non ha mai dormito è stato il demonio.
Dice chiaro il Vaticano II: «Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta
tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dallorigine del mondo
e destinata a durare, come dice il Signore, fino allultimo giorno» (Gaudium et
spes, 37). E Giovanni Paolo II: «Alla vittoria di Cristo sul diavolo partecipa la Chiesa:
Cristo infatti ha dato ai suoi discepoli il potere di cacciare i demoni. La Chiesa
esercita tale potere vittorioso mediante la fede in Cristo e la preghiera che, in casi
specifici, può assumere la forma dellesorcismo» (20 agosto 1986). Ci sono le
parole del vangelo; ci sono le parole del magistero ecclesiastico e le norme del Diritto
Canonico; ma, in pratica, nonostante la grande richiesta, vedo molto lontano il tempo in
cui gli esorcismi torneranno a far parte, in ogni diocesi, del comune servizio pastorale.
E sbagliano di grosso quelle persone che avvicinano lesorcista come se avesse dei
poteri straordinari, un po come se fossero dei "buoni maghi". Per
avvicinare un esorcista ci vuole tanta fede in Gesù Cristo e tanta fede nella Chiesa, in
nome della quale lesorcista opera.
Che cosa fa un esorcista? Prima di tutto è un uomo di
ascolto, per vedere che cosa il caso richiede. Il più delle volte la nostra gente ha solo
bisogno di avvicinarsi a Dio; non si tratta di aver bisogno di esorcismi, ma di
conversione. Credo che ogni esorcista possa testimoniare di aver avvicinato alla
preghiera, ai sacramenti, alla pratica cristiana, molte più persone lontane da quando ha
iniziato il ministero di esorcista, che in antecedenza, quando ricopriva altri incarichi
apostolici. Vivere in grazia e ciò che questo comporta (preghiera, sacramenti, istruzione
religiosa...) resta anche sempre il mezzo preventivo e curativo più efficace.
Un secondo compito dellesorcista è quello di
tranquillizzare le persone. Oggi sono proprio tanti coloro che ritengono di avere la
jella, di essere stati raggiunti da un qualche maleficio ad opera di persone invidiose,
gelose, perverse, concorrenti in affari e via dicendo. Inutile dire che spesso questa
convinzione viene confermata o fatta nascere da persone sbagliate che si sono consultate:
maghi, cartomanti, sedicenti veggenti o carismatici, di cui cè uninvasione e
una continua pubblicità da parte dei mass media. Ogni sacerdote e ogni persona di buon
senso sarebbe in grado di tranquillizzare questi tormentati; ma la parola
dellesorcista è più efficace perché è un po considerato un professionista
in questo campo.
Infine il compito dellesorcista è di esorcizzare,
quando vede che ne sono presenti le condizioni. Ci possono essere semplici motivi di
sospetto, che con una brevissima preghiera esorcistica vengono chiariti. Si inizia sempre
con molta semplicità e brevità. Solo chi ha unignoranza totale di questo ministero
immagina che lesorcismo sia un qualche cosa di spaventoso, di traumatico. Tale
effetto può verificarsi nei presenti inesperti, non nella persona colpita, se nel corso
dellesorcismo o addirittura al suo inizio, si manifestano reazioni esterne violente
o fenomeni strani. Proprio perché lesorcismo, e solo lesorcismo, può
verificare se i fenomeni "di sospetto" nascondono una causa malefica o no, i
primi esorcismi hanno importanza diagnostica più che curativa.
Ogni esorcista segue poi dei criteri personali, sia nel
modo di condurre gli esorcismi sia nellesaminare le persone che a lui si rivolgono.
Alcuni fanno riempire dei questionari che essi stessi hanno preparato. Io consiglio sempre
che la persona per prima cosa intensifichi la sua vita di preghiera; normalmente chiedo
anche che, prima di essere ricevuta da me, abbia chiesto una serie di preghiere di
guarigione e liberazione, o fatte da un sacerdote, o fatte da un gruppo di preghiera del
Rinnovamento, abituato a questo; e ricevo le persone solo se il sacerdote che ha guidato
queste preghiere mi segnala lopportunità di fare esorcismi e me ne specifica i
motivi.
Nella lotta contro il demonio non si insiste mai
abbastanza sui criteri da seguire. Quando si tratta dellazione ordinaria del
demonio, la tentazione, il vangelo stesso ci dice che i rimedi sono due: «Vigilate e
pregate per non entrare in tentazione». Se si tratta dellazione straordinaria del
demonio, possessione o disturbi malefici, io metto allottavo posto il ricorso agli
esorcismi, sia come efficacia sia come rimedio a cui ricorrere. Questa è la mia
successione: 1) vivere in grazia di Dio; 2) la confessione; 3) la Messa; 4) la comunione;
5) ladorazione eucaristica; 6) ogni preghiera, soprattutto i salmi e il rosario; 7)
le preghiere di liberazione; 8) gli esorcismi. Naturalmente si vede la contemporaneità di
questi mezzi di grazia e la diversa frequenza; ad esempio la preghiera, come successione
di tempo, precede e accompagna tutto.
«Coloro che crederanno in me, nel mio nome cacceranno i
demoni... imporranno le mani sugli infermi ed essi guariranno» (Mc 16,17-18). Se almeno i
sacerdoti credessero alle parole del Signore e al potere che hanno, non si stancherebbero
di benedire tutte le persone che domandano anche solo una semplice benedizione. Credo che
tanti mali guarirebbero e che un esercito di persone (maghi, cartomanti, sensitivi e
simili) finirebbero in cassa integrazione. È uno degli scopi che noi esorcisti, almeno
indirettamente, cerchiamo di ottenere.