rivista di luglio agosto 2000


 

 

La pace, frutto del dialogo


Attualitào Gesù
(Nunzio Langiulli)

“Un itinerario di comunione e riconciliazione: così può essere definito l'importante meeting di pace per i Balcani svoltosi recentemente a Bari. Inoltre, come ha sottolineato il Papa nel messaggio inviato, è stato anche una opportunità affinché ciascuno “rinsaldi l'impegno per la promozione dei valori della solidarietà e della fratellanza tra i popoli”.

Dal 2 al 4 giugno scorso, presso i padiglioni della Fiera del Levante, a Bari, si è svolto “Kairòs 2000”, meeting internazionale di pace per i Balcani, organizzato dalla Comunità di Gesù del Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con l'Alleanza evangelica italiana e con la diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.
Ai partecipanti è stato portato il saluto di monsignor Mario Paciello, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, e di Matteo Calisi, presidente della Comunità di Gesù. Entrambi hanno sottolineato la portata storica dell'incontro sia per le tematiche sia per il valore di intercessione e di riconciliazione del meeting, ma anche per la presenza di Alleanza evangelica che in questa occasione, in modo ufficiale, si è fatta promotrice dell'iniziativa insieme ai cattolici aprendosi così al dialogo ecumenico e aderendo al dialogo interreligioso.
Il meeting si è svolto su alcune direttrici fondamentali inerenti il dialogo ecumenico e interreligioso e l'unità in Cristo quali luoghi privilegiati per realizzare la riconciliazione e la pace tra gli uomini.
Significativo è stato il saluto di Dachan Mohamed Nour, presidente dell'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, che ha espresso la sua gioia di essere presente insieme ai cristiani per parlare di riconciliazione e di pace proprio per i Balcani, luogo in cui da molti decenni le varie etnie e religioni sono causa di destabilizzazione politica e provocano immani tragedie.

Il coraggio di coinvolgersi

La prima relazione - sul tema “Riconciliazione e pace” - è stata tenuta da monsignor Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio “Cor Unum”, che ha sottolineato il significato del termine riconciliazione come fondamento della pace che si realizza solo nella giustizia, nel rispetto, nella tolleranza, nell' amore. Monsignor Cosmo Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Conferenza episcopale pugliese, ha ricordato come il Signore gli abbia fatto capire che non basta essere uomo di cultura, giornalista, scrittore, teologo, che non si può solo alzare le mani nella preghiera, ma bisogna imbrattarsele nell'aiuto a quelli che a causa della guerra e dell'odio soffrono la persecuzione e l'esilio.
La presenza e la testimonianza per tutta la durata del meeting di monsignor Marco Sopi, vescovo di Skophije-Prizren in Kosovo, è stata preziosa per i numerosi interventi nei quali ha ricordato gli orrori della guerra e la gioia di vedere come la sofferenza accomuni la gente povera senza distinzione di razza, fede, patria.
Il taglio pastorale sul dialogo interreligioso è stato illustrato da monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e presidente del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana, il quale ha messo in luce come spesso “quelle che vengono chiamate guerre di religione in realtà si servono della religione soltanto per mascherare astuti progetti politici di egemonia e di conquiste, a volte per spingere i popoli anche all'autodistruzione”.

Oltre le religioni...

Il fondamento teologico al meeting è stato dato da don Libero Gerosa, preside e rettore della Facoltà teologica di Lugano, sul tema: “Diversità delle religioni, verità e pace”. «La teologia delle religioni - ha detto - è una scienza ancora giovane, ma vi sono tappe già abbastanza significative e nei documenti del Concilio e in quelli del Magistero papale. Tutta l'umanità è chiamata a diventare popolo di Dio; ogni religione è “un'alba di fede”. Il problema fondamentale è non tanto sapere chi si salva, ma come si salva». E ha aggiunto: «E importante sapere come discernere ciò che è vero e giusto per scoprire i segni della presenza di Cristo e dell'azione dello Spirito ovunque siano, senza mai rinunciare alla propria identità e a testimoniare l'integrità della rivelazione». Ha concluso dicendo che i profili teologici e filosofici del dialogo sono stati indicati dal cardinale Ratzinger il quale ha affermato che l'uomo di fronte al problema della salvezza deve spingere lo sguardo oltre le stesse religioni - e dallo stesso Pontefice nell'enciclica Fides et ratio, che ha tracciato la via sicura di una nuova teologia per il dialogo. Il dialogo è possibile qualora si riconosca il diritto alla libertà religiosa, ci si accolga reciprocamente, si rispettino i diritti di tutte le minoranze. Così il dialogo interreligioso diventa il primo grande corridoio di pace fra tutti gli uomini della terra.

La potenza della condivisione

Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito, partendo dall'affermazione del cardinale Suenens - “il Rinnovamento carismatico o è ecumenico o non è” -, ha ricordato la nascita di questa corrente di grazia nella Chiesa cattolica come riflesso di quanto era già accaduto nel mondo protestante con il risveglio pentecostale e come l'ecumenismo sia tra le vocazioni essenziali del Rinnovamento.
La giornata evangelica, nella mattina di domenica 4 giugno, si è realizzata coralmente a tre voci sul tema “La riconciliazione in Cristo”. Oltre alle idee chiare di Giovanni Traettino, vescovo della Chiesa evangelica della riconciliazione di Caserta, e all'entusiasmo trascinante di Gaetano Sottile, presidente dell'Alleanza evangelica italiana, esplosiva è stata la relazione intitolata “La redenzione in Cristo” dell'ottantaduenne - ma indomito e formidabile - predicatore americano Stephen Olford, che ha affermato che il Vangelo è potente, sufficiente e semplice e come tale va annunciato nell'unità e nell'amore perché sia fondamento di riconciliazione e di pace. Il professor Guzmàn Carriquiry, sottosegretario del Pontificio consiglio per i laici, ha tracciato i fondamenti essenziali della teologia di comunione, sottolineando come l'unità non è né individualismo né massificazione indistinta, ma potenza di condivisione che nell'amore è diventata rispetto e accoglienza. Così l'unità vera è nella diversità, sulla quale si fonda la comunione dei cristiani perché il mondo creda.
Monsignor Paciello, concludendo i lavori, ha ricordato come sono davvero beati i poveri di spirito, perché solo quando ci si riconosce poveri si comprende l'infinita grandezza di Dio.
Dono infinitamente grande del Signore è stato questo meeting per il suo significato, per l'altezza dei contenuti, per la potenza della preghiera e del canto, per l'efficacia delle testimonianze, per la partecipazione della gente, per il coinvolgimento dei due concerti di musica cristiana tenuti dal ministero della musica e del canto del Rinnovamento pugliese e dai due cantanti evangelici americani: anche questi sono stati momenti forti di preghiera e di comunione. Al termine Matteo Calisi, dopo aver ringraziato tutti, ha lanciato l'idea di un altro "Kairòs" per il 2001, proprio per continuare nel cammino del dialogo e della comunione.

 

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