IL MINISTERO DELL'ANIMAZIONE DELLA PREGHIERA
Partecipa anche tu alle domande sull'animazione della preghiera inviando quesiti o proponendo risposteCom'è possibile fare una preghiera gioiosa quando le cose non vanno bene?Mi capita di bloccarmi e di non riuscire a pregare durante la preghiera carismatica: è meglio tornare alle preghiere recitate o lette?
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NATURA E FINALITA' DEL MINISTERO
L'incontro di preghiera è una riunione durante la quale il gruppo si raduna per
l'incontro con il Signore. Esso riveste un'importanza centrale nella vita dei gruppi e
delle comunità del RnS, perché:
- è il momento in cui l'intero gruppo si dispone all'incontro con Dio;
- questo incontro è guidato e diretto dallo Spirito, la cui azione si manifesta
attraverso i carismi donati per l'edificazione del gruppo come Chiesa.
L'incontro di preghiera presenta due caratteristiche essenziali:
- è comunitario;
- è carismatico.
Esse si integrano, stimolandosi reciprocamente, e imprimono alla riunione un dinamismo che
le permette di essere, per ogni partecipante, momento di rinnovamento spirituale.
Se una delle due dimensioni viene meno, il gruppo perde fisionomia e vitalità.
Se viene meno la dimensione comunitaria, i carismi fanno fatica a manifestarsi e a
svilupparsi.
Se viene meno la dimensione carismatica, il gruppo perde la sua vitalità.
Perché questo non avvenga, ci sono alcune condizioni:
- l'incontro di preghiera deve essere veramente incontro di preghiera comunitaria
carismatica;
- chi vi partecipa deve lasciarsi guidare e dirigere dallo Spirito;
- gli animatori devono essere carismatici, capaci di animare il gruppo con i doni che lo
Spirito ha dato loro per questo servizio.
A questo ministero appartiene dunque la funzione di animare la preghiera comunitaria portando i fratelli riuniti a partecipare attivamente, ognuno secondo i suoi doni.
COMPITI DELL'ANIMATORE.
L'animatore è colui che mette in movimento il gruppo perché apra allo Spirito che
ispira e guida la preghiera.
Attraverso parole, segni, gesti, canti, egli si preoccupa di coinvolgere tutti,
smuovendoli dall'atteggiamento statico.
- Risveglia, sollecita, guida, perché ciascuno ascolti, veda, reagisca,
prenda coscienza, si apra liberamente al rapporto con Dio e con i fratelli e presti
l'adesione della fede.
Altro compito importante è quello di portare i fratelli all'incontro con Dio. Un
incontro con il Dio vivo, presente nell'assemblea, percepito nella potenza dello Spirito.
E' da questo incontro, infatti, che nasce la vita nuova, cioè la vita dei figli di Dio, e
senza di esso non ci sarebbe vita nuova e quindi non c'è cammino di rinnovamento.
L' animatore deve introdurre i fratelli alla condizione di preghiera.
Deve portarli cioè a prendere coscienza che sono convocati da Qualcuno che ha dato loro
appuntamento, che vuole incontrarli e intrattenersi con loro. Il loro venire all'incontro
è dunque un presentarsi all'appuntamento per tessere quel dialogo d'amore che farà
crescere l'intero gruppo.
Non sempre i fratelli sono subito "disposti" all'incontro; spesso arrivano distratti da tanti motivi, stanchi, appesantiti da situazioni difficili o anche dal peccato. Tocca all'animatore, allora, risvegliare nei cuori il desiderio e la disponibilità a "stare" con il Signore.
DIFFICOLTÀ' CHE SI INCONTRANO IN QUESTO SERVIZIO
Le più frequenti sono le seguenti:
QUALITÀ UMANE E SPIRITUALI DELL'ANIMATORE
L'animatore deve essere soprattutto una persona:
Per esercitare bene il suo carisma, l'animatore deve saper operare insieme ad altri animatori chiamati allo stesso servizio, accettando l'interazione dei carismi.
Per questo deve imparare a credere sempre più nel dono degli altri, a sostenerli e ad intercedere per loro perché si lascino usare docilmente.
Poiché sa che la preghiera comunitaria è come un concerto d'orchestra diretto dallo Spirito, l'animatore è capace di abbandonarsi fiduciosamente, nella certezza che sarà lui ad ispirare le cose da dire o da fare, nei momenti e nei modi più opportuni.
IL CARISMA DELL'ANIMAZIONE DELLA PREGHIERA
In questo ministero operano molti carismi che lo Spirito distribuisce a persone diverse.
I più diffusi sono:
L'animazione si esprime soprattutto nella capacità di cogliere l'argomento o l'atteggiamento ispirato dallo Spirito come filo conduttore della preghiera e di farlo emergere, stimolando i partecipanti ad assumerlo.
Tale atteggiamento scaturisce spesso dalla lode iniziale, ma si può articolare di volta in volta in diverse forme di preghiera: ascolto della Parola, invito al pentimento e alla conversione, intercessione, adorazione.
Gli animatori devono in questo caso vigilare perché tutti restino sul tema, fintantoché lo Spirito non darà uno spunto diverso.
L'uso corretto del carisma richiede che non si abbia paura dei silenzi né che si soffochino gli interventi dell'assemblea. Occorre esaminare tutto, perché lo Spirito può servirsi di ogni mezzo per suggerire il tema della preghiera.
E' opportuno anche:
CONOSCENZE CHE L'ANIMATORE DEVE POSSEDERE
Specifico della preghiera cristiana. Per questo tema, confronta il
Catechismo della Chiesa Cattolica, parte quarta.
Caratteristiche essenziali della preghiera comunitaria.
Caratteristiche essenziali della preghiera carismatica.
Conoscenza della natura e dei criteri per un uso corretto dei carismi che
intervengono in questo ministero.
Sul piano metodologico, è opportuna la conoscenza di alcuni modi per stimolare
la lode.
Da Animatore per un progetto di vita di Maria Nives Zaccaria - Edizione RnS
(Sempre su questo stesso sito, nella sezione CATECHESI, troverai una breve guida sulla preghiera di lode )
COME GUIDARE LA PREGHIERA
Il gruppo di preghiera ha bisogno di una guida. Secondo J. Blatter, uno dei primi del
Rinnovamento, quando non c'era una guida, gli incontri di preghiera erano caotici.
Dunque, una guida ci vuole; anzi un gruppetto di animazione.
Solo alcuni suggerimenti:
a. Due eccessi da evitare
Sono: la guida accentratrice, perché sempre spegne lo Spirito e
impedisce l'espandersi dei carismi; ma anche l'assenza di guida, perché
il gruppo andrebbe alla deriva.
Tra il gruppetto di animazione ci dev'essere armonia e intesa continua. Perciò non può
essere improvvisato, ma è necessario che si trovi antecedentemente per pregare e
intendersi sul modo di procedere.
b. Iniziare con...
All'inizio è utile un sorriso e un saluto di accoglienza che crei un clima di serenità e
di gioia. Ringraziare il Signore per il dono dell'incontro, dell'unione e della
fratellanza. E' il momento di dare la giusta incentrazione dell'incontro. Non siamo
come ad una stazione di servizio per fare rifornimento. Spostare l'accento dal ricevere al
dare. Siamo qui per dare gloria e lode a Dio. Incoraggiamo alla lode, all'apertura ai
carismi e alla guida dello Spirito Santo.
c. Dare tempo alla lode
Nella prima parte bisogna dare un tempo sostanzioso alla lode e all'adorazione: qui c'è
spazio per la preghiera spontanea, per la preghiera in lingue, per i canti e per il
silenzio, per la Profezia e la Parola di Dio.
Segue un periodo per la catechesi, per le testimonianze sulla comprensione della
Scrittura, sugli effetti della preghiera d'intercessione e di guarigione, sul sostegno
ricevuto dal gruppo...
E' bene aver previsto prima qualche testimonianza.
Si chiude normalmente con la celebrazione dell'eucaristia, durante la quale gli animatori
non smettono il loro compito, anche se devono integrarsi con il sacerdote che presiede.
d. Compiti Particolari di chi presiede
- esortare e centrare l'attenzione sul Signore;
- incoraggiare ad aprirsi allo Spirito Santo e a partecipare attivamente;
- impedire che l'incontro venga sviato correggendo gentilmente quando fosse necessario.
Meglio la forma indiretta, riportando la preghiera nell'alveo giusto;
- padroneggiare immediatamente eventuali disturbi, situazioni impreviste, (rumori esterni,
atteggiamenti di squilibrio, interventi sfasati...);
- attirare eventualmente l'attenzione su quello che lo Spirito Santo sta dicendo o
facendo.
- incoraggiare ad un uso corretto della Scrittura.
e. Componenti
Pur nella libertà di guida, alcune componenti non mancano mai:
- senso profondo della presenza di Dio: da qui l'amore, la lode, l'adorazione, la festa al
Signore;
- Preghiera spontanea corale: ciascuno esprime vocalmente o anche in lingue la sua lode a
Dio presente. Non importa come o che cosa, non importa che gli altri sentano: si parla al
Padre o a Gesù, nello Spirito, sostenuti da Maria, nostra Madre.
- Preghiera di silenzio e di adorazione: tutto deve tacere per lasciare spazio alla grande
presenza della santità, dell'amore e della misericordia di Dio sopra i suoi figli.
- Azione dei carismi: vi sono carismi che operano durante tutto l'incontro (come quelli
della presidenza, della guida ), ma nel silenzio adorante ci sarà la profezia, una parola
di scienza o di sapienza, di rivelazione o di guarigione.
- Canto:ha un posto molto importante. Canto e musica possono esprimere tutti i sentimenti.
Tutta l'assemblea deve cantare e, mentre canta, lo sguardo interiore deve stare fisso su
Colui al quale cantiamo.
- Canto nello Spirito:è il canto in lingue, frutto dell'armonia e della fusione degli
spiriti, nell'unico Spirito.
Stentato e sofferto, dolce e melodioso, forte e potente: è indice dello stato d'animo del
gruppo e di ciascuno dei componenti.
La guida dovrà avere un'orecchio attento allo Spirito e uno rivolto all'assemblea: lo Spirito stesso gli farà capire che cosa sta facendo e dove sta conducendo il gruppo.
COME ORGANIZZARE UN RITIRO
Lo scopo del ritiro è quello di alimentare una più profonda relazione con Dio e di vivere più intensamente quali membri di un gruppo del RnS.
Per una migliore organizzazione, l'esperienza suggerisce almeno cinque punti da tener presenti.
1 - L'ambiente
Le persone sono molto aiutate dal fatto di trovarsi, sia pure
temporaneamente, in un nuovo ambiente sociale.
Ordinariamente, nel loro ambiente Cristo non è Preso sul serio e sono immerse in tante
tentazioni, distrazioni e vuoti di fede.
Al ritiro, forse hanno sentito mille volte le cose che ascoltano, ma l'ambiente nuovo dà
un effetto nuovo.
La fede del gruppo dei responsabili diventa contagiosa.
Tutti possono pensare che è possibile un cambiamento della loro vita, se è stato
possibile per gli animatori, che sono uomini e donne come gli altri.
2 - Lo Spirito e i programmi
L'organizzazione deve essere tale da non lasciar spazio a incertezze o
a improvvisazioni.
Qualcuno si chiede: con l'organizzazione ci sarà spazio per lo Spirito?
Non c'è da dubitare: programmi e tecniche sono importanti sia per impedire determinati
ostacoli, e sia per facilitare il raggiungimento del fine.
Diventano impedimento allo Spirito, quando si conta su di essi per se stessi.
Tutto concorre a facilitare l'azione dello Spirito, quando tutto si snoda in un clima di
fiducia, di gioia e di amore.
3 - Pianificare
La pianificazione deve prevedere i mezzi migliori per raggiungere lo
scopo: che cosa vogliamo che sia detto?
Quali attività organizzare per facilitare relazioni reciproche attive o per aumentare il
senso della comunità? Di che cosa hanno bisogno le persone?
Tutto dev'essere previsto: i ruoli delle persone per le necessità pastorali e materiali,
chi dà gli insegnamenti e chi gli avvisi, chi presiede all'ordine e agli orari, chi
procura il materiale necessario, chi organizza la liturgia...
Ma non basta che tutto sia pronto.
E necessario che, al momento opportuno, sia spiegato che cosa fare, perché e come: e
questo, in maniera piena di saggezza e di amore.
4 - Alcuni aspetti pratici
- Preghiera: è la nostra caratteristica.
Oltre agli ampi spazi destinati alla preghiera spontanea di lode e alla liturgia
eucaristica, ogni attività, tutto il clima dev'essere impregnato di preghiera.
- Animatori: ogni attività va ben distribuita a uno o più responsabili, ma è
consigliabile che ci sia uno al quale facciano capo tutti.
Il pastorale costituisce il nucleo centrale: esso dà il tono ed è visto come esemplare
di come partecipare, come pregare, come accogliere, come usare i momenti ricreativi...
Vi è poi il gruppo di supporto che si rende disponibile per i vari servizi.
- Momenti forti: trovare il modo di iniziare e concludere con dei momenti galvanizzanti.
All'inizio, possono essere le motivazioni che danno senso e rendono interessante la
giornata; alla fine, ci saranno le testimonianze, la sintesi di quanto ha fatto il
Signore, la proiezione delle prossime tappe di cammino del gruppo.
5 - Visione d'insieme
Il ritiro è un momento culminante, ma è destinato a svuotarsi progressivamente, se
non è visto nell'insieme delle altre iniziative successive.
Si vuol dire che il ritiro non dev'essere visto a se stante, ma va finalizzato alle tappe
successive del gruppo. Questo principio vale, a maggior ragione, per altre iniziative
similari. corsi, fine settimana, ritiri per un gruppo specifico. Se queste attività non
vengono inserite in un programma, rischiano di fermarsi a delle belle emozioni.
Alla base di tutto, sempre ci dev'essere la docilità dello Spirito Santo: questi strumenti non devono essere in mano nostra, ma devono servire lo Spirito Santo.
Da: Servi dello Spirito di P. Mario Pancera - Edizioni RnS
Ci sono anch'io
La voce dei Ministri
dell'Animazione della Preghiera
Questo spazio è dedicato a chi
vuol contribuire con idee, suggerimenti, quesiti ad alimentare il desiderio di conoscenza
che è vivo nei nostri gruppi.
Se desiderate che si parli di: animazione della preghiera nei gruppi, scrivete a rinnovamento@libero.it
COM'E'
POSSIBILE FARE UNA PREGHIERA GIOIOSA QUANDO LE COSE NON VANNO BENE?
Conosco gruppi in cui si fa fatica a lodare gioiosamente il Signore, e la cosa accade anche a me. Si mette l'accento più sull'uomo vecchio da reprimere che su quello nuovo da esprimere, e ne scaturisce una preghiera piagnucolosa, triste e pesante. Allora mi domando se siamo davvero così rinnovati da sentirci uomini nuovi e salvati. Come fare una preghiera da salvati e quindi gioiosa, se tante cose dentro e intorno a noi non ci fanno sentire tali? Non saremmo ipocriti se dimostrassimo una gioia da salvati quando non sentiamo di esserlo ancora? |
Non
si daremo in questa sede delle risposte teologiche, ma ci si limiterà a fare
alcune semplici considerazioni. Quando si prega si dovrebbe avere la certezza
che lo Spirito Santo abita nell'uomo. Tale consapevolezza, dovrebbe rendere
facile e addirittura naturale e gioiosa la preghiera.
La
fede è infatti la condizione basilare da cui deve partire ogni azione, e quindi
anche la preghiera.
E'
la fede che fa credere in tutto ciò che la Scrittura afferma circa la salvezza
dell'uomo; ed è sempre la fede che permette di fissare lo sguardo in Dio, mettendo in secondo piano tutto quello che di negativo
c'è nella vita. E' sempre la
fede che permette di vivere la figliolanza divina, e fa percepire la gioia della
salvezza donata da Cristo.
La
gioia, quindi, dovrebbe caratterizzare la preghiera anche quando ci si sente
profondamente peccatori perché, per fede, si so che il Signore è*sempre pronto
o perdonare e a donare la salvezza.
La
gioia cristiana non è simile a quella umana che si manifesta nell'esuberanza,
nei facili entusiasmi. nell'esultanza sfrenata, ma nasce dalla consapevolezza di
essere amati dal Padre e di essere suoi figli. Cristo è venuto proprio per
rivelarci questo amore. e proprio nella debolezza umana si manifesta la sua
gloria.
Tuttavia
non si può non tenere conto del fatto che a volte vi possano essere delle
condizioni fisiche o spirituali che rendono estremamente difficile anche la
preghiera. Così come malattie, problemi irrisolti o difficoltà quotidiane
possono soffocare la gioia, se non le si sanno affrontare con la stessa
consapevolezza e fiducia di Paolo che affermava: "Del
resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Rm 8,28).
E'
quindi sbagliato parlare di ipocrisia quando si cerca di dimostrare una gioia
che non si sente di provare nel cuore; forse è vero il contrario: affermare di
essere dei salvati quando non si vive la gioia del Risorto. E assurdo pensare
che la gioia, frutto dello Spirito, renda immuni dalla sofferenza, perché non
è assenza di dolore ma scaturisce dall'abbandono fiducioso in Dio.
Spesso
si pensa che la gioia sia frutto di uno sforzo interiore, quando si cerca di
rivolgersi a Dio affinché venga a "sopperire"alle nostre
carenze, mentre in realtà scaturisce dalla condizione di figli amati e salvati
in virtù del battesimo.
Quel
fratello che sembra ipocrita, forse è una persona che cerca di vivere in
maniera coerente lo suo fede, perché sta attingendo a quel pozzo inesauribile
che è in lui, e che è
lo Spirito Santo, il quale non può
non donare gioia, perché è
la Gioia per eccellenza.
Invece
di criticare, quindi, sarebbe meglio rivedere se la nostra fede èautentica o se
soggetta solo a devozionalismo o a sentimentalismo.
Da qualche tempo non mi sento "carismatica". Prima riuscivo a fare preghiere spontanee, adesso invece mi sento bloccata e resto muta. Mi domando se il Signore mi chiama veramente nel Rinnovamento, o se invece vuole che ritorni alle preghiere recitate o lette che riesco a fare facilmente e anche con fervore. |
La
carismaticità non equivale a fare belle preghiere spontanee, ma significa
essere consapevoli del proprio battesimo e viverlo di conseguenza. Non è carismatico colui che
sa parlare bene o fare belle preghiere, ma colui che vive la sua condizione di
cristiano.
Non
bisogno confondere il fervore con la carismaticità;
vi sono periodi infatti, più o meno frequenti, in cui l'anima vive nel deserto
e sperimenta una grande aridità spirituale, oltre alla totale assenza di
manifestazioni sensibili e sentimentali.
Il
deserto può anche essere voluto da Dio, come mezzo di purificazione interiore e
di rafforzamento delle proprie virtù teologali e cardinali; può altresì
essere una tentazione del maligno; il più delle volte, però, dipende da uno
stato d'animo personale dovuto a problemi contingenti o a vecchie ferite che si
riaffacciano e soffocano il "sentimento". In tutti i casi sopra
esposti, occorre fare uno sforzo di volontà per andare oltre le facili
sensazioni e riconoscere che Dio èsempre presente accanto alle sue creature. La preghiera carismatica può facilmente essere confusa col
sentimentalismo. ma è qualcosa di molto diverso; se non si riesce a capire
questa differenza, allora può darsi che il deserto sia davvero una grazia del
Signore per condurre a fare un "salto di qualità" e vivere con
maggiore coerenza ed efficacia il cammino nel RnS. Fare dunque un intervento
durante la preghiera spontanea, spesso è più un atto di volontà e di umiltà
che un modo per ricevere una gratificazione sentimentale.
Ognuno
deve saper discernere per quale motivo si sta vivendo un momento di deserto. Se
dovesse dipendere da se stessi, si deve cercare di individuare l'ostacolo e
rimuoverlo.
In
ogni caso, il deserto è sempre un tempo privilegiato, perché la preghiera come
puro atto di fede è ancora più accetta al Signore. Il fervore e la gioia
sensibili che accompagnano spesso la preghiera carismatica sono certamente doni
del Signore, ma non
vanno assunti a criterio di giudizio per stabilire se si sta facendo
una buona preghiera o meno.
Doni
più grandi e preziosi sono la fede, la speranza e la carità, che possono
essere esercitati anche e soprattutto nell'aridià.
Non
si tratta, dunque, di essere più o meno carismatici; né è il caso di farsi
venire dubbi sulla propria chiamata nel Rinnovamento. Non si partecipa al gruppo
solo per se stessi, ma anche offrendo se stessi come dono prezioso per i
fratelli, che possono certamente trarre beneficio anche da una preghiera
silenziosa e da una presenza muta e sofferta. Nel frattempo, niente vieta che si
possano recitare preghiere Il
classiche",
sempre valide e gradite a Dio. L'importante è non lasciarsi mai andare, ed
accettare anche questi momenti difficili con fortezza e pazienza, finché il
Signore si renda nuovamente presente non solo al nostro spirito, ma anche
all'anima e al corpo, secondo la sua infinita misericordia
Dalla rivista Rinnovamento nello Spirito novembre 1996