IL MINISTERO DELL'ACCOGLIENZA
Partecipa anche tu alle domande sull'accoglienza inviando quesiti o proponendo risposte Quali
sono le caratteristiche specifiche del Ministero dell'Accoglienza? |
Il ministero dell'accoglienza
è l'esercizio di quel particolare carisma ricevuto in dono dallo Spirito Santo per cui
alcuni di noi, in grazia dell'Effusione, sono maggiormente abilitati al servizio del
prossimo così da avvicinare, accogliere e accompagnare amabilmente nel nome del Signore
Gesù i fratelli e le sorelle che giungono al gruppo per l'incontro di preghiera.
Ogni gruppo, grande o piccolo che sia, non può fare a meno di questo ministero. Senza di
esso crescerà ben poco e, anche se in alcuni periodi - dietro la spinta
dell'evangelizzazione - giungeranno nuovi fratelli e sorelle, questi avranno poca forza di
attecchire: saranno come quella breve e illusoria fioritura di alcune piante che non
riescono poi a maturare se non pochissimi frutti. Ciò è dovuto a qualcosa che è mancato
agli inizi. Cosa ? Il giusto calore e la delicatezza del primo incontro con la vita.
Non basta ricevere il seme della vita nuova. bisogna accoglierlo e
custodirlo.
Il ministero dell'accoglienza è il primo servizio che accompagna la vita spirituale che
si sta ricevendo: Come una mamma deve saper gestire bene il seme ricevuto nel grembo,
così un gruppo, mediante il delicato amore, proprio del ministero dell'accoglienza, sarà
attento ai fratelli e alle sorelle, ricevuti da Dio quali preziosi suoi doni.
Un gruppo, che vede arrivare e poi ripartire gente che non si ferma per un vero cammino di
fede, su dovrebbe interrogare - tramite il suo Pastorale, sui modi di offrire ai fratelli
il Ministero dell'accoglienza
Come vengono scelti i ministri
dell'accoglienza:
Ogni ministero, per essere esercitato nei gruppi del Rns, deve seguire la
grazia della preghiera di effusione. Questo non perché nella Chiesa non si diano già
simili servizi e ministeri, ma perché questa è la via perseguita di fatto nel cammino di
fede del Rinnovamento nello Spirito.
La nostra esperienza ci certifica che l'esercizio dei ministeri scaturisce dalla sorgente nascosta dei vari corrispondenti carismi ricevuti. Questi carismi, a loro volta, sono ridestati potentemente in noi dalla Preghiera di Effusione che ancor più ci accende di amore, ci riveste di consapevolezza delle grazie ricevute e ci sospinge a un seme più sicuro esercizio dei doni.
Il Pastorale del gruppo chiederà, in preghiera, luce al Signore e farà discernimento per assegnare l'esercizio di questo ministero e di qualsiasi altro.
Il Pastorale ricorrerà ai seguenti criteri:
1 - parola di Dio e profezia.
2 - dono del consiglio esercitato da una guida spirituale del Rns.
3 - colloquio con il Pastorale.
4 - considerazioni sui doni naturali e soprannaturali della persona.
5 - manifestazione di carismi.
6 - esperienza già vissuta nella Chiesa e nella società.
Il Pastorale, per aiutarsi nella conoscenza dei fratelli, può interpellare (con un'apposita scheda, dove si elenca un certo numero di ministeri e ne vengono spiegati i relativi essenziali servizi), i membri del gruppo, perché essi stessi vogliano indicare a quale ministero si sentono chiamati. Anche se questa scheda sarà soltanto indicativa, il Pastorale ne terrà conto nel fare discernimento.
Il Pastorale non affidi più di un ministero alla singola persona. Infatti, come non è possibile compiere un vero cammino frequentando due gruppi, altrettanto è da sconsigliarsi il cumulo di due o più ministeri. Essi verrebbero esercitati in modo superficiale e con limitate energie, con molto nervosismo e poco rendimento.
Il Pastorale si premuri di convocare ad un suo incontro - almeno una volta - colui che è chiamato ad un particolare ministero, per dialogare con lui, conoscerlo meglio e suggerirgli i compiti.
I fratelli e le sorelle del ministero dell'accoglienza ricevano la preghiera, l'imposizione delle mani e il mandato per il loro esercizio sia del Pastorale e sia davanti all'assemblea.
Il Pastorale e l'assemblea sappiano giustamente esprimere, a tempo opportuno, il cordiale ringraziamento a questi amabili fratelli e sorelle dell'accoglienza.
E' bene che i ministri dell'accoglienza si scelgano tra di loro un responsabile principale e che le varie specifiche mansioni,all'interno del ministero, se le distribuiscano con caritatevole premura.
Quanti i ministri dell'accoglienza? Saranno in rapporto al numero
dell'intera assemblea e in rapporto alle differenziate esigenze di ogni gruppo.
Principali compiti del ministero
dell'accoglienza
L'accoglienza è il cuore materno del gruppo. L'accoglienza può
esercitarsi con cenni cordiali ed essenziali verso i "vecchi"
del gruppo; ma acquisterà maggiore e vivace attenzione verso i "nuovi"
da avvicinare per la prima volta al Signore.
Un segreto meraviglioso per agire nella potenza dello Spirito. Il
ministro dell'accoglienza ama sempre. Nel suo cuore, cioè, prega
sempre, anche quando s'intrattiene e parla con i fratelli e le sorelle.
Questo servizio dell'accoglienza, quindi, non dispensa dalla preghiera del
gruppo; anzi fa in modo di portarla dentro lo stesso svolgimento del proprio ministero.
Solo così questo ministero diventa "potenza di Dio", forza di
attrazione, di conversione e di salvezza.
Fai parte dell'accoglienza? Non spegnere mai la preghiera sia nel cuore che - quando puoi - sulle labbra. Non distrarti da Gesù. Invoca interiormente lo Spirito Santo su chi stai incontrando. Canta in lingue, giubilando ovunque nello Spirito. Il fuoco deve sempre ardere nel caminetto del tuo cuore. Vedrai: Gesù farà con te meraviglie, ovunque tu vada. Il Signore, che è luce é fuoco, sarà con te e le tenebre si allontaneranno,.,'
Compiti indicativi pratici del ministero dell'accoglienza
Si può dare un abbraccio e un "bacio santo" (1 Ts 5,26) a tutti. Una carezza ai bambini.
Se sono incontri di maggiore importanza,come giornate regionali, giornate di Effusione, ritiri di fratelli appartenenti a più gruppi, ecc., sarà bene consegnare ai singoli un tagliando-adesivo, scrivendoci sopra il nome e la città di provenienza per favorire la reciproca conoscenza tra i partecipanti.
Nelle convocazioni regionali coloro che svolgono il ministero dell'accoglienza è bene che portino un loro segno distintivo. Avranno attenzione verso tutti, ma s'impegneranno per assistere più da vicino alcuni particolari ínvitati: Vescovo, oratore, autorità civile, vari bisognosi.
Altre mansioni. in un incontro ordinario di preghiera pur lasciando sempre immaginare e inventare di più alla carità -potrebbero essere queste:
- Presentare un nuovo fratello ad altri.
- Avvisare il coordinatore del gruppo della presenza di nuovi fratelli,
trasmettendo a lui per iscritto i loro nomi, perché, alla fine. rivolga ad essi un
saluto.
- Mettere in mano ai nuovi la Bibbia e, stando loro vicini, aiutarli a trovare i
brani profetici indicati nella preghiera.
- Distribuire i libretti dei canti al nuovi venuti.
- Curare un elenco di compleanni, per offrire, a tempo opportuno, gli auguri.
- Consegnare ai nuovi qualche piccolo "segno" o un omaggio concordato con
il Pastorale.
- Suggerire a chi è agli inizi un buon libro o un'iniportante registrazione da
acquistare.
Inoltre... se aggiungerai un po' d'inventiva, diffonderai tanta vera gioia.Ti
dirai: Ma tutto questo è troppo, per un ministero che mi sembrava così semplice!
Hai ragione. Tutto questo sarebbe troppo, se... fosse svolto senza amore.
Con un po' di amore basterà pochissimo. Allora. tra tutti questi suggerimenti e
indicazioni, scegli la cosa più semplice, quella che ti sembra più facile, e compila,
ma, per amore di Gesù che vive nel fratello. Amen. Alleluia!
Quale posto nella sala ?
Il posto!..Spesso starai in piedi e in fondo: è il famoso "ultimo
posto" (Lc 14,9), per servire ed accogliere tutti nel Signore.
Se le necessità aumenteranno (questo avviene in un gruppo che si fa molto numeroso), gli
stessi ministri dell'accoglienza individueranno nel Signore quei fratelli e
quelle sorelle che hanno ricevuto il loro stesso dono e - dopo averli contattati - li
richiederanno per questo servizio al Pastorale
Tratto dal fascicolo "Il ministero dell'accoglieza" di P. Giovanni Maria Leonardi- Edizioni Croce Bianca
Qualità necessarie a chi è preposto, dal Pastorale, al Ministero dell'Accoglienza:
1 - Apertura - Apertura umana, cristiana, carismatica. Persona estroversa, gioiosa. intuitiva, che abbia cioè la possibilità di conoscere a prima vista la persona da accogliere.
2 - Affabilità - La prima accoglienza si fa con la parola; è necessario usare, quindi, parole adatte, parole belle, affascinanti, non seducenti, che dimostrino il cuore aperto, che dimostrano il cuore di Dio
3 - Pazienza - Occorre scegliere persone capaci di accogliere tutti, che non si alberino, che facciano buon viso a cattivo gioco e sappiano muoversi nel Ministero con la dovuta moderazione.
4 - Delicatezza - E' la capacità di non essere invadenti, di sapere soltanto quello che il fratello e la sorella comunicano senza chiedere di conoscere altro.
5 - Riservatezza - E' la capacità di non propagandare o diffondere ciò che abbiano appreso dagli altri in un momento di confidenza.
6 - Capacità di mediare - Occorre avere la possibilità di mediare tra le persone e il pastorale, tra le persone e il gruppo e poi "scomparire". Chi vuol piazzarsi a tutti i costi, chi vuole accaparrarsi le persone, chi da il proprio nome "sono tale dei tali ecc." - "quando hai bisogno cercami" - "questo è il mio indirizzo", "questo è il mio numero di telefono". "telefono a me, non telefonare a nessuno perché io so quello che ti debbo dire" certamente non è adatto a stare in questo Ministero.
7 - Bella presenza - Occorre collocare in questo Ministero persone giovani, uomini o donne mature che diano affidamento, che abbiano una bella presenza, che siano di bell'aspetto. Non parliamo della sola bella presenza visiva ,perché' alle volte si può essere belli in viso, ma orribili dentro, ma persone che ci sanno fare, sanno accoglierti che mostrano un viso bello, raggiante, sono capaci di aprire le braccia, non per abbracciare , ma per accogliere. Ed infine, poiché siamo uomini, occorre che le persone scelte in questo ministero abbiano cura dell'aspetto esteriore. Anche l'occhio vuole la sua parte.
Tratto da una catechesi di Padre Matteo La Grua - Linguaglossa - Davanti al roveto ardente
Ci sono anch'io
La voce dei Ministri
dell'accoglienza
Questo spazio è dedicato a chi
vuol contribuire con idee, suggerimenti, quesiti ad alimentare il desiderio di conoscenza
che è vivo nei nostri gruppi.
Se desiderate che si parli di: accoglienza nei gruppi, scrivete a rinnovamento@libero.it
QUALI
SONO
LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL MINISTERO DELL'ACCOGLIENZA?
Il
ministero
dell'accoglienza ha un significato talmente vasto, che risulta faticoso dire
quali sono le azioni e i comportamenti che lo definiscono. Vorrei avere qualche
indicazione più precisa
Ogni
carisma, e quindi ogni ministero ad esso legato, non può dunque esistere senza
la carità, che in qualche modo è il "biglietto da visita" che ne
garantisce l'autenticità e l'efficacia.
Quando
si pensa al ministero dell'accoglienza, la prima reazione
Esercitare
il ministero dell'accoglienza, dunque, significa esercitare la carità al pari e
forse ancor più autenticamente, di altri ministeri più eclatanti" e,
forse, più gratificanti.
Il
fatto però che alcuni fratelli vengano incaricati specificamente di questo
ministero, non significa che gli altri ne siano esentati, ma solo che alcuni
compiti specifici non sarebbero svolti bene se fossero lasciati genericamente a
tutti.
Ma
è bene ricordare che i fratelli si accolgono anche in altri modi, più umili
forse, ma non per questo me
Rivista Rinnovamento nello Spirito aprile 1996