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Animalismo
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Splendido il silenzio con il quale gli animalisti italiani (non gli Animalisti Italiani!) stanno aspettando che il Senato approvi la nuova normativa sui maltrattamenti. A quel punto, come ogni volta che il Parlamento delibera una legge animalista, esulteranno. A loro non importa che cosa ci sia dentro la scatola che viene loro proposta. L’importante è che il Parlamento deliberi. Poiché la loro fiducia nelle istituzioni è grande, perbacco, se viene proposta una legge “animalista”, deve essere sicuramente un passo avanti nella creazione di una civiltà più luminosa. A nulla serve entrare dentro le questioni, seguire il filo dell’astruso linguaggio adottato dal Legislatore, evidenziare devastanti lacune, mostrare che magari il vecchio articolo di legge era più promettente del nuovo e che la nuova legge costituisce un tentativo del Legislatore di cautelarsi per evitare le grane che una “lettura letterale e logica” della vecchia normativa avrebbe potuto produrre. No, niente di tutto questo. Gli animalisti sono anime candide e se si incazzano è proprio perché qualcuno fa a pezzi un animale sotto i loro occhi. Altrimenti niente. Vedere la connessione tra i meccanismi con i quali una società è costruita e gli effetti sugli animali è per loro cosa troppo complessa. La distanza troppo grande. Loro possono soltanto poggiare gli occhi sugli elementi terminali del processo e incazzarsi per l’evento finale. Rimediare ai mali che gli animali devono subire è una cosa disperante e la mancanza di risultati non può essere certo imputata agli animalisti. Ma questo non può essere certo un alibi per nascondere dietro l’insipienza assoluta non solo la mancanza di iniziativa e il vuoto tattico-strategico, ma qualsiasi atto conoscitivo che produca almeno la consapevolezza della natura dei processi che con fatica cerchiamo tutti di contrastare. Rinascita Animalista è nata sulla scoperta dell’assurdità della legge sugli animali di affezione. Ha fatto delle proposte. Niente! In compenso le associazioni continuano a sfiancarsi dietro la raccolta dei randagi, dietro i canili lager, dietro lo sterminio degli esotici, dietro il recupero stentato degli animali dispersi sul territorio. Poi è venuta la volta di una proposta che si limitava a rilevare tutte le iniziative delle associazioni fatte negli anni, per unificarle e conferire loro lo smalto e la forza di una prospettiva. Niente! Recentemente abbiamo lavorato intorno alla nuova normativa “in Sfavore” degli animali e abbiamo sollecitato associazioni e liste di discussione. Niente! Si continua a aspettare che il Senato ratifichi una legge per certi versi regressiva. Gli animalisti NON hanno senso critico, ormai è chiaro. Tranne lodevolissime eccezioni e piccoli gruppi che lavorano in modo egregio, il panorama è sconfortante. Pigrizia e ignavia alla base, coinvolgimenti in relazioni oscure ai vertici, sono gli ingredienti fondamentali che stanno minando alla base la possibilità di vedere negli anni futuri delle reali svolte nella gestione degli animali nel nostro Paese. Concludiamo. Se qualcuno ti dice che la legge che stai aspettando con ansia ti si rivolterà contro e fai finta di non sentire i casi sono due: o sei incosciente o pensi che chi ti manda il messaggio sia inaffidabile. Pensiamo al peggio (per noi): dunque siamo inaffidabili! Ne terremo conto e anche questa considerazione farà sentire il suo peso quando decideremo se scomparire da questo insopportabile deserto oppure continuare a farci male. Il Collettivo
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Data: 01/07/03 |
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