La Chiesa di San Liberatore


La chiesetta, giā esistente alla fine del XV secolo, viene indicata in alcuni documenti seicenteschi col nome di San Salvatore. Da secoli sconsacrata ed adibita a civica abitazione, č inserita tra la chiesa della Madonna dei Martiri e l'arco della "Porticella", ricostruito parzialmente nell'800. Alle spalle si conserva uno degli ultimi bastioni difensivi della muraglia, tipici della fortificazione aragonese della seconda metā del '400. Essa conserva la forma originale con base quadrangolare; sulla facciata, dove č visibile parte dell'antico basolato in pietra a rozzo bugnato, si apre una semplice porta con lunetta e falsa ghiera superiore. La duplice tettoia, che richiama l'architettura bizantina conclude la struttura dell'edificio con il tamburo e la cupola. Nel 1977, per iniziativa dell'Archeoclub, furono eseguiti lavori di pulitura in seguito ai quali č stato possibile riportare il testo latino inciso su un monolito che funge da architrave. La lastra in pietra poggia su due mensole, sugli stipiti sono riportate incisioni greche: a sinistra la parola "LATAIROSIS" che significa Liberazione e a destra " CHP" abbreviazione di Sother che significa Salvatore. Le iscrizioni, volute dalle due comunitā altamurane latina e greca, allora coesistenti nella nostra cittā, indicano la dedica della cappella a Cristo Liberatore e Salvatore, ricordando il pericolo scampato della peste del 1527 i cui numerosi morti furono sepolti nell'ampio sepolcreto sotterraneo e nel bastione della muraglia retrostante. Non sappiamo quando la chiesa fu chiusa al culto sicuramente dopo il 1571, data in cui fu celebrata l'ultima funzione.

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