LA CHIESA DI SAN NICOLA

La chiesa di San Nicola dei greci si eleva, quasi in orgogliosa contrapposizione, a poche decine di metri dalla Cattedrale, lungo la stessa strada del tempio maggiore, di cui ricalca, tra l'altro, forma architettonica e decorazione scultorea del portale. 
La chiesa altamurana fu costruita in forme romaniche nella prima metà del XIII secolo con uno schema semplice ma efficace, secondo quanto lasciano intravedere il suo "restauro" ed il suo rifacimento avvenuti invece nella seconda metà del XVI secolo e come attesta anche la data incisa al culmine del portale maggiore:1576, rispettoso dei principali elementi di arredo della facciata, rosone e portale, che, se pur modificati, conservarono il carattere arcaico medievale. 
Attualmente la chiesa è adorna di altari barocchi con rivestimenti lignei. Particolarmente pregevole l'altare di San Nicola, con statua del santo in abbigliamento episcopale, seduto su una cattedra, e altorilievi raffiguranti scene dei suoi miracoli più noti. Il soffitto a cassettoni è anch'esso illustrato con scene dei principali fatti della vita di San Nicola, e scene della vita ritornano infine nella iconografia del portale maggiore della chiesa, insieme a racconti biblici, scene del ciclo dell'infanzia e della passione di Cristo, fatti del Vecchio Testamento. Le 45 formelle del portale furono scolpite nel 1576 da Nicola de Gesa, un artigiano locale non privo di spirito di osservazione, padronanza della tecnica, spontaneità e gusto popolare, incisivo espressionismo e plasticità.
La chiesa di San Nicola si inserisce in un "quartiere dei greci" densamente popolato, entro cui sono costruiti anche altri edifici religiosi di rito greco, fra i quali sono da ricordare San Giovanni Battista, costruito da Giovanni da Cutrofiano; la Maddalena e la chiesa di Santa Maria, fondata dal giudice Aminad. Intorno a queste fondazioni religiose ferveva la vita di una delle più importanti comunità greche della Puglia, traslata, per via "forzosa" dall'immediato contado altamurano, dove sono attestati insediamenti rupestri di indiscussa "bizantinità", quali ad esempio quelli di Iesce, Carpentino, Fornello o da luoghi più lontani, quali le città di Gravina, Bitetto, Castellana, Gioia, o dall'estremo Salento, aree della cosiddetta "Grecia Salentina", Cutrofiano.

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