CARI GENITORI,

IN QUESTA PAGINA POTETE PUBBLICARE TUTTO CIO’ CHE, SECONDO VOI, PUO’ CONTRIBUIRE A MIGLIORARE IL DIALOGO TRA LA NOSTRA GENERAZIONE E QUELLA DEI NOSTRI FIGLI.

LA LORO ETA E’ PARTICOLARMENTE DIFFICLE, COME BEN SAPPIAMO. LE ESPERIENZE CHE AFFRONTANO, GLI IDEALI CHE ABBRACCIANO, IL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA, DETERMINERANNO LE LORO SCELTE FUTURE.

PERCIO’ ORA PIU’ CHE MAI DOBBIAMO ESSERE LORO VICINI. DISCRETI, MA PRESENTI.

QUESTA PAGINA VUOLE ESSERE UN TENTATIVO, SEPPURE MISERO, DI UNIRE I NOSTRI SFORZI EDUCATIVI MEDIANTE LA COMUNIONE DELLE ESPERIENZE E DELLE IDEE.

A TALE SCOPO SARANNO GRADITE LE VOSTRE TESTIMONIANZE, I VOSTRI CONSIGLI BASATI SULLA VOSTRA ESPERIENZA, L’INVIO DI ARTICOLI O DI PUBBLICAZIONI CHE RITENETE PARTICOLARMENTE UTILI, ECC……

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Il brano che segue è stampato su un foglietto di carta che porto accuratamente ripiegato nel mio portafoglio e che rileggo ogni volta che le vicende della vita fanno insorgere nel mio animo la tristezza e lo scoraggiamento. L’autrice è una certa Erma Bombeck. Non so cosa faccia nella vita, ma sicuramente sarà una madre formidabile.

Ettore Righetti

 

LA MADRE SPECIALE

 

Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri dei figli handicappati?In qualche maniera riesco

 

a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco:

 

Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono, Matteo”.

 

Forest, Marjorie, figlia. Santa patrona, Cecilia”.

 

Rutledge, Carrie, gemelli. Santo patrono…..diamo Gerardo. E’ abituato alla scarsa religiosità”.

 

 

Finalmente, passa un nome ad un angelo e sorride:

 

“A questa diamole un figlio handicappato”. L’angelo è curioso. “perché a questa qui, Dio? E’ così

 

felice”.

 

“Esattamente”, risponde Dio sorridendo. “Potrei mai dare un figlio handicappato ad una donna che

 

non conosce l’allegria? Sarebbe una cosa crudele”.

 

“Ma ha pazienza?”, chiede l’angelo.

 

“Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena.

 

 Una volta superato lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà”.

 

“Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te”.

 

Dio sorride. “Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. E’ dotata del giusto egoismo”.

 

L’angelo resta senza fiato. “Egoismo? E’ una virtù?”.

 

Dio annuisce. “Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai.

 

Si, ecco la donna a cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto.

 

 Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola.

 

 Non considererà mai che un passo sia fatto in comune.

 

Quando il bambino dirà “mamma” per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole.

 

 Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere

 

le mie creazioni. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo io  ― ignoranza, crudeltà, pregiudizio ―,

 

e le concederò di levarsi sopra di esse. Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno

 

della sua vita, poiché starà facendo il suo lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco”.

 

“E per il santo patrono?”, chiede l’angelo, tenendo la penna sollevata a mezz’aria.

 

Dio sorride. “Basterà uno specchio”.

Erma Bombeck

 

 

 

 

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