UN MESSAGGIO
di Cristina Pesavento
Toc…toc…
“Chi bussa alla mia porta” brontola il vento.
“Perdonami amico” sussurra un piccolo angelo.
“Ho perso la via di casa, il cielo si è oscurato all’improvviso e le mie ali
mi hanno spinto quassù.
Perdonami se ho attraversato il tuo piccolo regno, laddove nessuno osa
passare.
So che la gente ti teme ma io non posso temere ciò che non conosco per
quanto io possa credere
alle altrui parole… “
“Ingenuo angelo” mormora il vento “Se ti sei spinto quassù non è perché hai
perso la strada ma
forse il senno. Le parole volano piccolo angelo, le parole feriscono, le
parole possono colpire più
d’uno schiaffo. So che Voi temete il vento, so che correnti più forti di
me hanno scoperchiato e
distrutto piccoli villaggi. H o visto gli occhi tristi di fanciulli e
anziani senza una casa, ho visto
versare lacrime da madri che hanno perso un loro figlio.
Il vento esiste da quando lassù brilla il sole, da quando nel cielo
brillano le stelle e tu ne osservi le
costellazioni, da quando le nuvole fanno capolino in cielo ed io le spazzo
via affinché torni il
sereno. Piccolo angelo io sono il figlio del vento, porto la brezza e
sospiro le onde del mare,
soffio tra gli alberi mentre tenui note creano una musica e faccio volare
sgargianti aquiloni.
Ma tu sai riccioli d’oro che non solo il cuore dell’uomo è avido e
cattivo…Che spesso la natura
si rivolta e a volte si abbatte sui più deboli.”
“Lo so, buon vento. Ed è per questo che sono giunto a te, perché le persone
hanno bisogno di
capire che in fondo un po’ di buono nel vento c’è, che il tuo animo è
sereno ed in fondo non
possiamo far nulla per cambiare…”
“Si angelo, è la speranza unita alla fede che ci sostiene…La speranza che
mai più debba accadere,
Che mai più il vento trascini con se case, bimbi, animali, che mai più
terremoti facciano grandi
stragi e che mai più si debba piangere piccoli angeli”.
“Ti sono grato, porterò io messaggero queste tue parole cosicché il mondo
non sia più triste e
possa pregare e possa sperare perché mai più ciò possa accadere…”