LE ORIGINI DELLA PIROGRAFIA
La Pirografia (dal greco antico: piro-graphos cioè scrivere col fuoco) è un’arte molto antica iniziata quando l'uomo, probabilmente, ha scoperto che un ferro rovente poteva lasciare una traccia a contatto con superfici come il legno o la pelle. Si suppone che il processo di scrivere con il fuoco sia stato praticato da un vasto numero di culture antiche incluso gli Egiziani (in sarcofagi funebri) e alcune tribù dell'Africa e del sud America. Secondo Kathleen Menendez del Museo dell'Arte Pirografica, l'esempio più antico che si ha in Pirografia è "un contenitore" decorato con fiori e colibrì trovato nel Perù, uno dei principali luoghi di nascita della Pirografia. In un primo tempo questa tecnica non era considerata come la pittura e la scultura ma come un'arte minore e usata per la decorazione dei manufatti come strumenti musicali, utensili da cucina e fra i più diffusi ci sono le zucche secche usate come vasi domestici. Un esempio di grande abilità pirografica cinquecentesca è palese nel "Coro ligneo della Basilica di Bergamo" dove, su disegni di Lorenzo Lotto (1480–1556), l'intarsiatore bergamasco G.F. Capoferri, nel 1527 esprime una conoscenza tecnica di grande spessore, realizzando 36 pannelli intarsiati e pirografati, grafismi, giochi chiaroscurali e ombreggiature a fuoco sfumate.
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Le suddette notizie sono state reperite sul web e su alcune bibliografie e/o riviste del settore
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