11 Dicembre 2005
La seconda
domenica di dicembre costituisce per Raveo un appuntamento degno
del suo nome, atteso e predisposto con attenzione dalla comunità
locale che tocca con mano il crescente successo della manifestazione;
atteso e vissuto col cuore e l'acquolina in bocca dai tanti visitatori
che sempre più numerosi colorano le strade del nostro paese con
la loro allegria e curiosità. |
Per
un paese di circa 500 anime è una vera sferzata di energia le cui
potenzialità e il cui apporto umano vanno assolutamente riconosciute. Così dal 1987, la rassegna gastronomica che solo in un secondo momento è approdata a Raveo (1992) si ripropone lungo i caratteristici cortili di questa piccola località carnica, dove si possono degustare piatti tipici preparati dalle cuoche del paese secondo antiche ricette e metodologie gelosamente custodite e tramandate. Nei vari borghi è possibile assaporare una vasta scelta di specialità carniche. |
Le parole chiave
della cucina carnica sono: ingredienti genuini e fantasia. L'ingrediente
che certo più impreziosisce questi piatti è la cura, l'attenzione,
la creatività con cui, scegliendo i prodotti forniti e colti sul
territorio, i cibi vengono preparati. Si tratta quindi di una "cucina
povera" caratterizzata da sapori autentici e che riflette il carattere
e il modo di vivere degli ingegnosi abitanti carnici. Ma si tratta anche
di una cucina legata alle stagioni perché sfrutta quanto ogni stagione
può offrire: si pensi, ad esempio all'utilizzo delle erbe che ingentiliscono
i sapori in primavera, o dei funghi in estate ed in autunno. |
Ma veniamo al nostro itinerario lungo le vie del paese. |
Imboccando via Norsinia
sulla sinistra, si giunge poi, seguendo le indicazioni, in Borc
da Vèdue, per la prima colazione. Qui è possibile gustare: polente e brume (polenta e panna); crostes di polente tal lat (sono le croste che si formano durante la cottura della polenta fatte poi bollire nel latte e che un tempo venivano accuratamente riposte in un cestino e ribollite nel latte per colazione. |
Per il sapore gradevole ne erano molto
ghiotti i bambini); pan e mil (pane e miele); pan spongje e
marmelade (pane, burro e marmellata); cafè da nône
(caffè della nonna); suf cul lat (zuppa preparata con farina
di granoturco, latte e burro); sofrìt (gustosa crema preparata
con vino, burro, farina, latte e zucchero); panade (zuppa preparata
con pane, alloro, semi di finocchio, parmigiano grattugiato, olio, sale
e pepe); frìtules di cavoce (fritelle di zucca). |
In Cjâse
dal Maestri, la seconda tappa
del nostro itinerario, la scelta varia invece tra gnocs di sespes
(gnocchi di prugne, una specialità preparata dalle abili mani delle
donne di Esemon di Sopra), Jota, cueste cul brut di farine
di flor, râs in pagjele (rape stufate), frico
dur (frico croccante) ed ovviamente polente
(polenta). Non mancano bulide (vino caldo aromatizzato con chiodi
di garofano, cannella e arancia) e cafè di vuardi (caffè
d'orzo). |
Si prosegue il cammino verso Cjâse di Sappadin, attratti magari dagli gnocs di cavòce (gnocchi di zucca), dal frico di cartufules (frico di patate), dal formadi frant (formaggio "frant") e polente (polenta), o dalle tripes in ùmit (trippe in umido). Anche qui bulide e poi cafè da nône. Se invece siete incuriositi dai famosi cjarsòns dovete dirigervi senza esitazione verso Cjâse di Zanèt, dove va di scena il menù della Val Pesarina con cartufules cu las frìces (patate condite con i ciccioli di lardo), fritâe cun civole e salamp (frittata con cipolla e salame) e spezetin (spezzatino). Novità di quest'anno è il punto di intrattenimento dedicato ai più piccoli, in Cjâse di Lala, il borgo dei bambini con teatrino itinerante, racconti delle fiabe della nostra tradizione e con l’assaggio di dolci tipici. |
Anche in Cjâse
di Marchèt è presente una ricca offerta
di specialità carniche: qui è possibile, infatti, degustare
l'imperdibile mignestron (minestrone con i fagioli che giunsero
qui solo nel'600, prima esisteva un piccolo fagiolino dell'occhio, oppure
si utilizzava l'orzo), la prelibata luànie cul tocj di vôres
(salsiccia con l'intingolo del contadino: salsa densa preparata con burro
fuso, ricotta affumicata grattuggiata, panna e latte), brovade
e musèt (rape inacidite nella vinaccia e cotechino), i
fasùi cuinciâs cu la pansete (fagioli conditi con
la pancetta) e l'inconfondibile salamp tal aseit (salame nell'aceto). |
Ma non poteva neppure mancare uno spazio dedicato ad un elemento fondamentale della cucina carnica: il formaggio. Ed è per questo che l'androne di Cjase di Poç ospiterà, quest'anno, il mondo delle malghe con la possibilità per il visitatore di vedere, dal vivo, la preparazione e la lavorazione dei prodotti caseari. Per tutti gli inconfondibili sapori del formadi frant, della scuete frante e della scuete frescje, del frico di cartufules, del caput cu las frices e delle cartufules bolides con formadi salât (patate bollite e formaggio salato). |
Non si può certo ritenere di
aver concluso il pranzo (ed il nostro itinerario gastronomico), però,
senza aver assaggiato i dolci tipici della Carnia o le grappe della casa
a Cjâse di Margèl.
Torte di mele, strudel, crostate e torte di castagne, crostoli
e torte di pere fanno da padrone. Infine un bicchierino di grappa
liquorosa nelle numerose versioni aromatizzate alla frutta (richiestissima
con i mirtilli) o alle erbe (richiestissima all'erba luisa, digestiva
alla ruta, fresca alla menta, inedita al "pino mugo" od al radicchio
di montagna). Anche qui non mancano bulide, cafè di vuardi
(caffè d'orzo) e succo di mela. |
Il tutto allietato da un mercatino sempre più ricco di prodotti tipici e di confezioni regalo e da un gradevole contorno musicale
Vi aspettiamo numerosi a Raveo l'11 Dicembre 2005....
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