APPROFONDIMENTI:
I CHELONI
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IL PIASTRONE
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IL CARAPACE
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GLI SCUDI
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IL RAPPORTO
UOMO/UGA
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Anche i più grandi studiosi del campo hanno ammesso che le conoscenze di questi rettili sono piuttosto scarse sia in campo biologico che evolutivo. Una cosa è però certa: hanno mantenuto la loro struttura corporea uguale a quella che avevano nel Triassico (quasi 200 milioni di anni fa), questo significa che tale struttura è stata (e lo è tuttora) in grado di favorire la loro sopravvivenza, anche quando, (come 65 milioni di anni fa) molti rettili, tra cui i dinosauri, si estinsero. I primi esemplari di questo genere: 'Chelonia' furono classificati nel lontano 1788 e risalgono a quasi 300 milioni di anni fa.
Oggi le testuggini sono tra i rettili più conosciuti e amati dall'uomo, in modo particolare dai bambini. Questo gli assegna anche l'altro primato di rettili più minacciati: da epoche antichissime vengono catturati dai loro habitat per essere inviati in altri paesi come animali d'appartamento, ma anche per essere destinati al settore culinario. Il risultato di questa caccia è la costante riduzione del loro numero nelle zone d'origine.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sia il carapace che il piastrone sono esternamente rivestiti dagli SCUDI: larghe lamine cornee. Il loro numero e la loro disposizione variano a seconda della famiglia cui appartengono: nella tabella sono mostrate le foto degli scudi delle tre testuggini insediate nel nostro paese (vedi pagina le testuggini italiane).

 


TESTUDO
HERMANNI


TESTUDO
MORESCA


TESTUTO
MARGINATA

 

 

 

Come nei tempi passati, ancora oggi alcune popolazioni primitive (e non solo) apprezzano le ughe non solo per le loro carni ma anche per i gusci che vengono utilizzati nei modi più svariati: all’occorrenza diventano stoviglie, contenitori e opportunamente lavorati si trasformano in casse di risonanza per tipici strumenti musicali o in mantici.
Anche l’arte guerriera si è più volte ispirata alle ughe copiandone il sistema di difesa o addirittura utilizzando il carapace delle ughe stesse per difendersi. È stato infatti documentato l'utilizzo del carapace delle ughe marine come difesa tra diversi popoli del Pacifico: uga = scudo :-(
Infatti l’invenzione dello scudo si è ispirato alla loro tipica struttura e non finisce qui: la forma del guscio delle testuggini (l’unione di tante piccole scaglie crea un’insieme solidissimo), ha suggerito ai romani una classica formazione d’attacco. Le truppe marciavano così a “formazione testuggine” in gruppi compatti con sopra e ai lati grandi scudi. Riparandosi dalle armi del nemico riuscivano a irrompere direttamente nel loro territorio.
Nella religione induista poi, una delle incarnazioni di Visnù (il dio supremo), era a forma di uga. In queste sembianze, Visnù aiutò gli altri dei a ricavare il liquore dell’immortalità dall’oceano. In araldica le ughe simboleggiano la resistenza e l’invulnerabilità. Nel passato, nella religione cristiana, era ammesso cibarsi delle loro carni nel periodo di quaresima ed esse fornivano (secondo molti buongustai), un brodo gustoso. Del resto anche molti navigatori nei secoli scorsi durante i viaggi transoceanici si spingevano negli arcipelaghi per catturare le ughe giganti e tenerle nelle stive: per utilizzarle come carne fresca durante il lungo viaggio.
Anche nella medicina “alternativa” le ughe hanno acquistato sempre più prestigio e sono diventate importanti per curare malattie e le persecuzioni dell'occulto; tanto che ancor oggi in alcune località, tra le possibilità di scacciare il malocchio troviamo quella di far “passeggiare” una uga sulla persona affetta. Nei mercatini africani sui banchetti degli intrugli (medicine) troviamo spesso grosse scaglie di tartaruga o crani di piccole testuggini: vengono considerati perfetti talismani per la longevità.
 

 

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