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Atti XVI Congresso nazionale italiano di Entomologia, Bari - Martina Franca (Ta), 23-28 settembre 1991: 615-623.
RICCARDO ANTONELLI*, ANTONIO MINNOCCI**
(*) Dip. C.D.S.L. - Sez. Entomologia Agraria, Via
San Michele degli Scalzi 2 Pisa I-56100.
(**) Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento
"S. Anna", Via Carducci 40 Pisa I-56127.
Note biologiche su Eucallipterus tiliae
(L.)
(Homoptera: Drepanosiphidae) nella Toscana occidentale.
ABSTRACT
BIOLOGICAL NOTES ON EUCALLIPTERUS TILIAE (L.) (HOMOPTERA:
DREPANOSIPHIDAE)
IN WESTERN TUSCANY.
Some preliminary observations carried out in the biennium 1989-1990 on the biology of the Lime Aphid Eucallipterus tiliae (L.) are reported. During 1989, in the biotope of Western Tuscany choseen for the observations, high levels of the aphid population were observed in June, while in 1990 the peak of the population was lower than in the previous year and it was observed later in the season. In both the years of the investigations the entomophagous insects played a secondary role in the regulation of the aphid population.
Key words: Lime Aphid - Population dynamics - Natural
enemies
INTRODUZIONE
Eucallipterus tiliae (L.) è un afide infeudato a piante del gen. Tilia, del quale infesta le foglie di gran parte delle specie utilizzate per l'arredo urbano, sia in Europa che nel Nord America (Theobald, 1926; Olkowski et al., 1982). In Italia le prime segnalazioni relative alla presenza della specie risalgono alla seconda metà del secolo scorso (Passerini, 1860). In seguito il fitomizo si è diffuso presumibilmente grazie ai sempre più estesi impianti di tiglio a scopo ornamentale (Barbagallo & Stroyan 1980; Tremblay, 1981; Barbagallo, 1985; Lozzia, 1985; Crovetti & Antonelli, 1986).
La specie, descritta originariamente da Linneo nel 1758 come Aphis tiliae, è stata di volta in volta inserita nei generi Pterocallis (Passerini, 1860), Callipterus (Leonardi, 1922), Therioaphis (Davis, 1927; Shinji, 1933), Myzocallis (Felt & Bromley, 1937; Palmer, 1952) oltre ad essere posta da Schouteden, sin dal 1906, nel genere Eucallipterus, del quale rappresenta, fino ad oggi, l'unico componente (Eastop & Hille Ris Lambers, 1976; Stroyan, 1977). Questo genere, già rappresentante della famiglia Callaphididae (Richards, 1965), è stato di recente incluso in quella più vasta dei Drepanosiphidae, subfam. Phyllaphidinae (Heie, 1982).
L'insetto in questione attacca prevalentemente la pagina inferiore delle foglie ma, con il crescere del livello di infestazione, tende a occupare anche quella superiore. Gli adulti partenogenetici sono riconoscibili per il colore giallo paglierino e per due linee nere dorso-laterali che decorrono dalla base degli occhi al torace e che, con l'insetto in posizione di riposo, sono in continuità con le nervature costali delle ali (Tav. I). Essi inoltre presentano sull'addome una doppia serie pleurale di scleriti ovali di varia grandezza. Le neanidi neonate, prive di scleriti dorsali, sono di colore ialino e diventano di un giallo sempre più intenso con l'avvicinarsi della muta. Gli individui delle età successive, invece, dopo poche ore dall'esuviamento assumono un aspetto simile a quello delle femmine adulte. L'olociclo monoico svolto da questo afide, caratterizzato dalla presenza di fondatrici alate, si evolve con diverse generazioni primaverili-estive di virginogenie alate, a cui si accompagna la comparsa di una certa quota di sessuali già a partire da luglio. I maschi alati e le ovipare attere danno origine a uova durevoli deposte sui rami dell'anno, di solito alla base delle gemme (Tav. II).
I danni prodotti sono essenzialmente legati alla sottrazione di linfa
dalle foglie ed alla produzione di una quantità cospicua di melata,
al punto da provocare vere e proprie "colature" nel periodo di
massima infestazione. Come conseguenza non si hanno riduzioni nella taglia
delle foglie, né variazioni nella crescita di diametro del fusto
(Packham & Harding, 1982), ma
diminuzione del contenuto di clorofilla e filloptosi anticipata, nonché
un minore accrescimento delle radici (
Llewellyn,
1972).
MATERIALI E METODI
Le ricerche, iniziate nel 1989 e tuttora in corso, sono state effettuate su dieci esemplari di tiglio dall'età approssimativa di 20 anni, presenti in una piazza del centro storico di Pisa. Nel periodo di attività dell'afide (fine marzo - ottobre, coincidente con la stagione vegetativa della pianta) è stato prelevato, con frequenza decadica, un campione di dieci foglie dalla chioma di ciascuna pianta, raccolte casualmente a diverse altezze ed esposizioni. Per evitare la fuga degli individui alati i rametti relativi sono stati prima introdotti in sacchetti trasparenti e solo successivamente recisi. I diversi stadi dell'afide presenti su ciascuna foglia sono stati poi conteggiati distinguendo neanidi di I età, di II-III età, ninfe, adulti. Durante il periodo invernale i campionamenti sono stati eseguiti sui rami di un anno, ed hanno avuto lo scopo di valutare la presenza percentuale di uova svernanti su un totale di tremila gemme dormienti.
In condizioni di laboratorio sono state invece effettuate prove di controllo
sul numero degli stadi di sviluppo, mentre sullo stesso materiale vegetale
prelevato in campo è stata verificata la presenza degli antagonisti
dell' E. tiliae. Gli stadi preimmaginali e gli adulti dei predatori
raccolti sono stati quindi allevati per accertare l'effettiva predazione
esercitata sull'afide. E' stata inoltre rilevata la percentuale di afidi
parassitizzati, isolando i diversi tipi di "mummie" fino alla
fuoriuscita dell'adulto del parassitoide. In entrambi i casi si è
proceduto alla determinazione delle specie raccolte
(1).
OSSERVAZIONI
Nel 1989 le prime neanidi di fondatrice sono comparse già alla fine di marzo; tuttavia il livello complessivo della popolazione è rimasto basso per altri 40 giorni. In seguito si è manifestato un repentino incremento che, in meno di un mese, ha portato a oltre 50 il numero medio di individui rilevati per foglia. Dopo tale picco si è osservato un altrettanto rapido declino delle presenze, che si sono quasi azzerate verso la fine di luglio (Tav. III). Quest'ultimo calo può ritenersi principalmente legato al sovraffollamento (Dixon, 1971) e, in subordine, all'incremento progressivo delle popolazioni di antagonisti. In seguito al crollo anticipato e, quindi, al basso numero di sessuali differenziati, il numero di uova rilevate nell'inverno è stato molto scarso (presenza <0.1% sul totale delle gemme controllate). In conseguenza di ciò nell'anno successivo (1990) non si è registrato un livello significativo di popolazione fino alla fine di giugno, con quasi due mesi di ritardo rispetto alla stagione precedente. Anche la densità massima è stata raggiunta con notevole ritardo (metà luglio), senza tuttavia arrivare al livello del 1989. Successivamente le presenze del fitomizo hanno subito un decremento a causa delle alte temperature (che non trovano riscontro nei climi del Nord-Europa, dove l'E. tiliae è maggiormente diffuso e studiato) per poi riprendere a crescere dalla metà di agosto e raggiungere un massimo di 25 individui/foglia all'inizio di settembre (Tav. III). Tale popolazione quindi, rispetto a quella dell'anno precedente, ha potuto disporre per un periodo più lungo di condizioni favorevoli alla differenziazione dei sessuali (riduzione del fotoperiodo e della temperatura) (Dixon, 1972). Il conseguente elevato numero di uova invernali prodotte (rinvenute sul 39% delle gemme) si è ripercosso sull'andamento della popolazione nella primavera successiva (1991) che, dai primi dati raccolti sembra decorrere in modo analogo a quello descritto per il primo anno. Infatti, allo stato attuale (aprile 1991), i dati rilevati indicano chiaramente un precoce innalzamento delle presenze dell'afide.
Le osservazioni compiute in laboratorio hanno permesso di accertare che le virginogenie di E. tiliae attraversano tre età neanidali ed una ninfale prima di raggiungere lo stadio adulto. Nell'ottobre 1990, da alcune neanidi poste in allevamento, sono stati ottenuti adulti anfigonici di entrambi i sessi. Si è potuta così constatare, nel caso delle ovipare attere, la presenza di quattro stadi neanidali, mentre i maschi alati ne mantengono tre come le virginogenie. Le femmine deponenti, dopo diverse ore dall'ultima muta, mostrano due evidenti masse cerose collocate nella porzione terminale dell'addome in posizione latero-ventrale, costituite dallo stesso tipo di corti filamenti bianchi che si ritrovano anche a protezione delle uova (Tav. I). I maschi, invece, sono macroscopicamente indistinguibili dalle femmine partenogenetiche se non per una minore lunghezza dell'addome ed una più marcata colorazione dorsale.
In entrambe le annate è stata rilevata la presenza di numerosi
entomofagi viventi a carico di E. tiliae. Nel 1989 il complesso
di predatori ha raggiunto il suo valore massimo (1.2 individui in media
per foglia) a metà giugno, in risposta alla rapida crescita della
popolazione afidica avvenuta nelle due settimane precedenti. Lo stesso
è avvenuto per i parassitoidi, tenendo conto del ritardo intercorrente
fra l'inizio della parassitizzazione e il manifestarsi della "mummia",
dove è stato raggiunto un picco di 2.6 afidi parassitizzati per
foglia (Tav. III). Anche nel 1990 le presenze degli antagonisti naturali
di E. tiliae si sono adeguate a quella della loro vittima, sempre
però con un ritardo di due settimane circa, rispetto al livello
massimo di popolazione raggiunto dall'afide (Tav. III). Sebbene l'azione
di controllo esercitata dagli entomofagi sull' E. tiliae si sia
dimostrata poco efficace, va tuttavia sottolineata la grande varietà
di specie che è risultata presente (Tav.
IV). Tale ricchezza biocenotica, evidentemente riconducibile anche
alla totale assenza di interventi chimici di lotta, era emersa anche da
rilievi eseguiti in precedenza (Minnocci,
1989). Tra i predatori i Coccinellidi sono i più abbondanti e la
specie più frequente è Adalia bipunctata L., che insieme
al Miride Blepharidopterus angulatus, da noi non rinvenuto, viene
considerata uno dei maggiori predatori di E. tiliae (Wratten,
1973; Glen & Barlow, 1980). Gli stadi
giovanili di questo coleottero, che compaiono già nel periodo iniziale
dell'infestazione, in allevamento hanno evidenziato una maggiore voracità
rispetto agli adulti, i quali oltretutto si nutrono anche in altri habitat
(Mills, 1982). Tra i parassitoidi è
l'Afidiino Trioxys (Trioxys) curvicaudus Mackauer a svolgere un
ruolo predominante: monofago, è stato in precedenza segnalato per
l'Europa settentrionale e la Francia (Mackauer
,
1967; Stary, 1978). Le "mummie"
prodotte da questa specie sono soprattutto forme alate di colore beige
e con uno spiccato rigonfiamento dell'addome. Piuttosto comune è
risultato inoltre l'Afelinide Aphelinus subflavescens Westw., i
cui adulti emergono da neanidi mummificate di colore nero lucente.
CONCLUSIONI
Da queste prime note emerge che E. tiliae compie nella Toscana
occidentale un olociclo completo sostanzialmente simile a quello osservato
da Dixon (1971; 1972)
per la Scozia. Infatti, nei due anni di sperimentazione, l' entità
della popolazione del fitomizo ha mostrato un andamento alternante: ad
una annata di valori elevati raggiunti precocemente (1989) segue un anno
con comparsa tardiva e livelli più contenuti (1990). Differenze
di un certo rilievo, rispetto al ciclo biologico descritto da Dixon
(1971), sono state riscontrate nella schiusura anticipata di circa
un mese delle uova svernanti, nel crollo precoce della popolazione nell'anno
di maggiore infestazione e in un consistente calo della stessa nel periodo
più caldo dell'estate, verificatosi durante l'anno di infestazione
tardiva. Riguardo ai predatori e parassitoidi individuati questi, seppure
presenti con un buon numero di specie (alcune delle quali finora non conosciute
per quest'afide), crescono quantitativamente solo a seguito dello sviluppo
della popolazione del fitomizo e quindi svolgono un ruolo secondario,
contribuendo
a ridurre l'infestazione quando questa è già in fase di declino.
RIASSUNTO
Vengono riportati i risultati di alcune osservazioni preliminari sulla biologia dell'afide Drepanosiphidae Eucallipterus tiliae L., condotte durante il biennio 1989-1990 in un biotopo della Toscana occidentale. La popolazione dell'afide, che nel 1989 ha raggiunto valori elevati di presenze già all'inizio di giugno, nell'anno successivo ha mostrato una forte riduzione nel numero massimo di individui ed un considerevole ritardo del momento in cui questo valore è stato raggiunto. Le numerose specie di entomofagi presenti, hanno svolto un ruolo di secondaria importanza sulla determinazione delle fluttuazioni annuali delle popolazioni dell'afide.
Parole chiave: Afide del tiglio - Dinamica di popolazione
- Nemici naturali.
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N O T A
(1) Si ringraziano il Sig. L. Tamanini (Rovereto) e i
Proff. A. Raspi (Pisa), E. Tremblay e G. Viggiani (Napoli) per la cortese
determinazione dei diversi entomofagi raccolti.
Web Author: Riccardo Antonelli |
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