Percorso in
sintesi.
Orbetello, Via Aurelia
Antica, Via di Cameretta, Duna della Feniglia, Strada della Feniglia,
Strada Provinciale Orbetellana, Orbetello.
Totale Km. 19
circa.
Idea.
E’ quella di proporre un percorso adatto a tutta
la famiglia, percorribile con qualsiasi tipo di bicicletta e nel massimo
della sicurezza stradale.
Raccomandazione.
Casco sempre ben
allacciato e occhiali indossati a protezione degli occhi. Non dimenticate
di idratarvi e di …respirare….
Consiglio.
Portatevi una macchina
fotografica una penna e un taccuino. Un binocolo piccolo non guasta.
Descrizione
dell’itinerario.
Il tour inizia nell’aria
pedonale/ciclabile di Orbetello dove è posizionato il pontile di attracco
del battello che effettua le gite nella laguna di Ponente, di fronte al
Duomo, -
in direzione Orbetello Scalo. Da quel punto, fino al suo termine, la
ciclabile misura 3 Km circa. Questo tratto di strada, seppur breve, offre
interessanti spunti storici e d’osservazione. Percorsi infatti poche
centinaia di metri alla nostra destra sono visibili le antiche e imponenti
mura erette a difesa della città
-mentre,
di fronte, una antica porta principale di ingresso al paese .
Continuando, parallela alla ciclabile, la laguna di Ponente mostra
l’avifauna che ospita. Facilmente individuabili sono colonie di folaghe,
fenicotteri rosa, garzette, anatre. In particolare quest’ultime sono
talmente abituate alle persone che danno loro da mangiare che si fanno
tranquillamente avvicinare .
Per gli appassionati di birdwatching sono stati individuati tre punti di
avvistamento
per osservare e fotografare le colonie di uccelli migratori. Giunti alla
fine della ciclabile si svolta a destra per immetterci in Via Aurelia
Antica. La strada che misura 600 Mt. è aperta al traffico anche se
modesto. Al termine ancora a destra per imboccare Via di Cameretta.
Anch’essa è aperta al traffico veicolare (modestissimo) e diventa
pedonale e ciclabile dopo circa un Km. La sua lunghezza, invece, è di 4
Km e 325 Mt. La stradina nel tratto iniziale è delimitata ai lati da
vecchie mura che recingono le varie proprietà private, poi si apre. Sulla
sinistra corre parallela la ferrovia mentre, a destra, una serie ordinata
di orti coltivati .
Alla fine della Via, le vasche d’allevamento del pesce (spigole e orate)
di Ansedonia. Oltrepassato il cancello, si prosegue dritti per 225 Mt. ed
arrivati al bivio che conduce ad Ansedonia lo lasciamo alla nostra
sinistra continuando ancora a destra per altri 170 Mt. fino a trovarci di
fronte al cancello d’ingresso alla Duna della Feniglia lato Ansedonia ,
non prima di aver superato il ponte soprastante il canale regolatore del
flusso delle acque tra la laguna ed il mare. La Duna è una lingua di
terra sabbiosa formatasi a suo tempo dalla sedimentazione di detriti
portati dalle correnti marine e divide le acque della laguna di Levante da
quelle del mar Tirreno. Si sviluppa per una lunghezza di 6 Km. e 250 Mt.,
ed è una riserva naturale protetta dal Corpo Forestale dello Stato che ha
due stazioni al suo interno. E’ percorribile solamente a piedi e in
bicicletta. Lo stradone centrale che attraversa longitudinalmente tutta
l’area boschiva è facilmente pedalabile essendo composto di terra
battuta e breccia. Sabbia e aghi di pino ai bordi. Sulla sinistra contiamo
sette accessi al mare mentre a destra dodici accessi al sentiero più
interno anch’esso molto suggestivo perché completamente immerso nella
pineta e, ancora più a destra di questo, lo stradello che segue
l’andamento dell’arenile lagunare. Facilmente visibili specie nel
tratto iniziale, colonie di daini
che, abituati alla presenza dell’uomo, si fanno amichevolmente
avvicinare e fotografare in cambio di un pezzo di pane e di biscotti .
Durante il tragitto s’incontra anche qualche volpe, qualche scoiattolo,
qualche pavone. Più raramente i cinghiali. Molte sono le specie di
volatili che volteggiano o si riposano sui rami degli alberi specie le
ghiandaie. Sughere e pini sono dominanti. In alcuni punti i viali alberati
formano dei veri e propri corridoi con la parte superiore a forma di arco
grazie ai rami che si intersecano a vicenda come mostra la fig.
scattata alla fine della pineta in prossimità del cancello di uscita lato
Porto Ercole.
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Variante per chi vuole percorrere il sentiero
intermedio tra quello principale e lo stradello lagunare.
Dal cancello d’ingresso
alla Duna, si percorrono poco meno di 800 Mt. dopodiché si svolta a
destra e si percorrono poco più di 110 Mt. su uno stradello un po’
insidioso perché sabbioso e coperto da aghi di pino. Attenzione a qualche
buca ma, soprattutto, ai tanti rametti e pezzi di legno che possono
insinuarsi tra i raggi delle ruote. Al bivio si svolta a sinistra e si
prosegue sempre per il sentiero principale senza prendere deviazioni
intermedie. Il terreno è facilmente pedalabile anche se l’impressione
è quella di un fondo pesante dovuto alla presenza di sabbia soffice e
aghi di pino. Ci sono tratti in cui la sabbia è meno presente e la
pedalata è più agevole. Non c’è presenza di sassi, pietre, rami e
pezzi di legno .
In altri tratti i bordi della strada sono “scavati” anche
profondamente dalle ruote dei mezzi pesanti del Corpo Forestale dello
Stato che effettuano le opere di disboscamento e rimboschimento
all’interno della pineta. Lungo il percorso sono sistemati degli
abbeveratoi per gli animali,
ne ho contati sette, mentre tutto il tratto è ricco di profumi liberati
dal bosco e dal sottobosco in cui siamo immersi. Come scrivevo
all’inizio di questa proposta di itinerario …… non dimenticatevi di
respirare …… Solo il tratto terminale di circa 250 Mt. è difficile da
percorrere a causa di buche e solchi profondi che interessano il sentiero
per tutta la sua larghezza. Terminato questo tratto, ancora pochi metri e
il sentiero interseca, per immettersi, lo stradello lagunare. Il
ciclocomputer segna 5 Km e 640 Mt. Ancora 360 Mt. e ci si trova di fronte
al cancello d’uscita dalla Feniglia.
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Variante per chi vuole percorrere lo stradello che
segue l’andamento lagunare.
Dal cancello d’ingresso
alla Duna, si percorrono poco meno di 800 Mt. dopodiché si svolta a
destra e si percorrono circa 110 Mt. su uno stradello un po’ insidioso
perché sabbioso e coperto da aghi di pino. Attenzione a qualche buca ma,
soprattutto, ai tanti rametti e pezzi di legno che possono insinuarsi tra
i raggi delle ruote. Al bivio, si svolta a sinistra e si prosegue per il
sentiero principale per poi svoltare a destra dopo 300 Mt. Abbiamo
imboccato il sentiero più esterno rispetto ai due precedenti e che segue
l’andamento lagunare. Personalmente è quello che preferisco meno. Il
terreno in alcuni punti è facilmente pedalabile perché compatto, in
altri è ricoperto da sassi affioranti e sparsi per tutta la sua
larghezza; altri punti sono un susseguirsi di rami e pezzi di legno che
possono infilarsi tra le corone e la catena o tra i raggi delle ruote.
Disturbano anche i solchi, veramente profondi e presenti per lunghi
tratti, lasciati dalle ruote dei veicoli pesanti del Corpo Forestale dello
Stato. Costringono a pedalare in una lingua di terra centrale e, quando
piove, si riempiono d’acqua e di fango. Per adesso si continua a
pedalare nel bosco anche se la vegetazione è più rada, più spoglia,
particolarmente alla destra. L’impressione è quella di un’area
boschiva meno curata, più disordinata con rami caduti dagli alberi ed
altri tagliati dai Forestali e sparsi alla rinfusa ovunque. Radure piccole
invase da sterpaglia. In qualche punto la vegetazione lascia intravedere
la laguna di Levante. Evitate assolutamente di recarvi sull’arenile. Il
terreno sembra compatto mentre, in realtà, è melmoso e l’effetto
“sabbie mobili” si percepisce immediatamente. Lo scrivo per esperienza
personale. In sintesi, il tratto finora descritto è sicuramente poco
emozionante e lo pedaliamo per 2 Km e 670 Mt. dal bivio d’immissione
allo stradello. A questo punto la laguna si apre completamente rendendo
visibile l’avifauna presente e la città di Orbetello in lontananza .
Infine circa 350 Mt. prima del termine del percorso e per una lunghezza di
un Km. è un susseguirsi di ….“radici emergenti”…. degli alberi
che, affiorando dal terreno e perpendicolari alla direzione di marcia,
rendono la guida un po’ “acrobatica” specie se si dispone di una
bicicletta da turismo. In questo tratto di strada sono stati ubicati due
accessi pedonali
che conducono ad altrettanti punti d’avvistamento. La lunghezza
complessiva del percorso misurata dall’ingresso del cancello alla
Riserva è di 6 Km e 455 Mt.
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Considerazioni.
Siete liberi di percorrere
il sentiero che più vi fa piacere, pedalarli due o, perché no, tutti e
tre; questo dipende unicamente da voi. La lunghezza indicata in circa 19
Km. si riferisce al percorso effettuato pedalando il solo stradone
principale. Qualunque sia la vostra scelta mi permetto di darvi un piccolo
consiglio. Togliete lo sguardo dal ciclocomputer. Non importa sapere
quanti chilometri sono stati percorsi, la velocità massima raggiunta e
quella media tenuta. Non importa perché non siamo in competizione con
nessuno. Importa, invece e tanto, ammirare la natura che ci circonda, la
flora, la fauna, l’avifauna che abbiamo intorno. Respirate forte
l’aria che sa di pino, i profumi liberati dal sottobosco, sceglietevi
una radura (ce ne sono tante) e, perché no, sdraiatevi direttamente sul
suolo per assorbirne tutta l’energia. Oziate a guardare i volteggi in
cielo delle varie specie di volatili. Rilassatevi e godete di questi
momenti. Questo è quello che intendo io per “cicloturismo”.
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Alla fine tutti e tre i
percorsi si convogliano in un unico punto
vale a dire di fronte al cancello d’uscita dalla Riserva lato Porto
Ercole .
Si
percorre una stradina cementata e praticamente dritta per 280 Mt. ed,
arrivati al bivio si svolta a destra dove, dopo altri 610 Mt. ci si
immette sulla ciclabile parallela alla Strada Provinciale Orbetellana.
Prestate attenzione nel pedalare in questo breve tratto di strada. Il
manto stradale anche se asfaltato è in pessime condizioni di
manutenzione, solcato da buche lunghe e profonde che possono causare
potenziali e pericolose cadute. La ciclabile, lunga 2 Km e 560 Mt. termina
di fronte la Casa Cantoniera che funge da linea di confine tra il Comune
di Monte Argentario e quello di Orbetello. E’ presente un
attraversamento pedonale e ciclabile che porta dalla parte opposta dove ha
inizio la pista ciclabile e pedonale in concomitanza con l’inizio della
diga artificiale che conduce alla città di Orbetello .
Come visibile dalla foto si percorre un tratto dritto lungo un Km che
s’immette sul Lungolago. Alla nostra sinistra si osserva il molino a
vento spagnolo del XVI secolo .
Si continua a pedalare ancora sulla ciclabile per 550 Mt. fino a giungere
al punto d’arrivo a completamento della nostra escursione.
Note.
Personalmente, ho pedalato
più volte l’itinerario proposto così come scritto o sbizzarrendomi in
Feniglia a transitare da una parte all’altra della pineta a caso. Ogni
volta assaporo sensazioni nuove e profonde che mi fanno stare bene. Spero
che lo stesso valga per chi vorrà provarlo.
Buona pedalata a tutti
………. Amedeo.
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