Un Escursione di Amedeo sulla via Francigena intorno al lago di Bolsena |
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Uno spuntino prima di partire |
Foto in riva al Lago di Bolsena | Ingresso alla VIa Francigena | Chiesa del Parco di Turona | San Lorenzo Nuovo |
Acquapendente |
Duomo di Acquapendente | Francigena uscita acquapendente | Amedeo nel tratto della Francigena | Tratto della Francigena |
Nelle vicinanze del Lago di Bolsena |
Centro storico di Bolsena | Chiesa di Bolsena | Amedeo con sua Figlia | |
Resoconto del viaggio di Amedeo Ciao a tutti…… Mi chiamo Amedeo e sono appassionato della bicicletta intesa come mezzo di locomozione “pulito” e con la quale immergermi nella Natura per esplorarla e godere delle piacevoli sensazioni che è in grado di offrire. Sempre in bici mi piace visitare luoghi dove il caos dei grandi centri urbani è ancora distante per capire la gente che via abita, i loro usi, costumi, modi di vivere. L’esperienza mi ha insegnato che solo con questo tipo di veicolo soddisfo i miei desideri pur non avendo finora compiuto “grandi” viaggi. Il resoconto che segue è un’escursione datata 16 e 17 ottobre 2006 dove ho pedalato tra cittadine dell’Alta Tuscia come Bolsena, S. Lorenzo Nuovo, Acquapendente cogliendo l’occasione per percorrere, inoltre, la Via Francigena che le collega. Il tutto in compagnia di “Spirit”, la mia bicicletta. Spirit è una Bianchi Spillo River equipaggiata con cambio Shimano Alivio a 24 rapporti, forcella anteriore e cannotto sella ammortizzati, ruote da 28 pollici e predisposta per i viaggi. E’ studiata per percorsi prevalentemente stradali ma provandola ho verificato che si adatta egregiamente a fondi stradali mediamente sconnessi. 16 ottobre 2006. Il campo base è a circa tre chilometri da Bolsena (direzione Gradoli-Bolsena) all’interno dell’agriturismo Dolce Vita. Spirit è già in assetto da viaggio mentre il sottoscritto sta “caricando le batterie” (foto 1). Bolsena, la città del Miracolo Eucaristico, mi accoglie con una stupenda giornata di sole anche se tira un forte vento fresco. La Rocca Monaldeschi domina la cittadina posta più in basso che è tranquilla e pulita, ed è un vero piacere pedalare nel dedalo dei vicoli del centro storico. Negozi caratteristici ed altri d’artigianato locale attirano la mia attenzione. La gente del luogo, abituata alla presenza dei cicloturisti grazie alla Via Francigena, è cortese facendomi sentire a mio agio. Mi dirigo sul lago formatosi oltre 300.000 anni fa e considerato il più grande lago europeo di origine vulcanica. La riva è bassa con la sabbia di un caratteristico colore scuro dovuto ai resti vulcanici. Parallela alla costa corre la pista ciclabile (foto 2) che percorro in tutta tranquillità con lo sguardo sempre rivolto verso il lago. Più volte mi fermo ad osservare gruppi d’anatre che, insieme ai loro anatroccoli, nuotano in acque oggi non propriamente calme. Quando la ciclabile termina cerco di mantenermi il più possibile vicino alla sponda pedalando su sentieri ora sterrati, ora fangosi e paludosi e circondato da canneti. Il casco è ben allacciato e gli occhiali messi a protezione degli occhi. Ritorno sulla Cassia con direzione Montefiascone e qualche chilometro dopo svolto a sinistra per la rampa che conduce nel tratto della Via Francigena all’interno del Parco di Turona (foto 3). Il parco è una zona boschiva molto suggestiva che ospita una piccola Chiesetta intitolata alla Madonna di Turona (foto 4). All’interno tanti omaggi lasciati dai vari gruppi Scouts che l’hanno visitata. Le foto sono d’obbligo come d’obbligo è rigenerarsi respirando forte i profumi liberati dal sottobosco. La discesa ripida dal parco per imboccare la Cassia dalla parte opposta è impegnativa e non priva di pericoli. Il fondo stradale è pessimo. Buche e solchi profondi in un misto di sassi, fango, breccia rendono difficile il controllo di Spirit pesante per il suo equipaggiamento. Le coperture dal profilo stradale non sono adatte e fanno quello che possono; più volte si rischia di cadere. Finalmente giungo sulla Cassia senza incidenti. Svolto a destra e mi dirigo verso Bolsena. Unico neo; mi accorgo che il ciclocomputer ha smesso di funzionare e vani risultano i tentativi per riattivarlo. Pazienza. Breve sosta a Bolsena poi il meritato riposo al campo base. Mi cucino una bella minestra calda che mangio avidamente ed un buon sonno ristoratore completa la giornata.
17 ottobre 2006. Parto alla volta di San Lorenzo Nuovo, transitando sulla Cassia, con le stesse condizioni meteo del giorno precedente. E’ un piccolo borgo settecentesco, tranquillo e con pochi abitanti. Nella grande piazza principale, Piazza Europa, sorge la Chiesa di S. Lorenzo Martire (foto 5) che visito. All’uscita breve sosta per conversare con alcuni abitanti della cittadina dopodiché inforco nuovamente Spirit alla volta di Acquapendente. E’ definita la città dei Pugnaloni (foto 6). I Pugnaloni, mosaici di petali di fiori e foglie, sono l’elemento folcroristico principale della festa della Madonna del Fiore che si celebra in questa città la terza domenica di maggio di ogni anno. Sosto nel piazzale antistante la Cattedrale del SS. Sepolcro (foto 7); anche in questo caso la visita al suo interno è d’obbligo. Breve spuntino e di nuovo in sella. Esco dal piazzale e percorro la strada a ritroso per qualche centinaio di metri. A sinistra il bivio di ingresso alla Via Francigena in direzione Torre Alfina (foto 8). Pedalo su sentieri sterrati completamente immerso nella vegetazione spontanea e tra campi coltivati (foto 9, 10). Respiro i profumi e ascolto il silenzio della natura che mi circonda. Per interi chilometri non incontro nessuno. Sono nella solitudine più totale. Dopo la sosta per il pranzo ancora qualche chilometro e sono nuovamente a S. Lorenzo Nuovo. La Francigena prende il tratto asfaltato della Cassia per circa due chilometri dopodiché si immette nuovamente sullo sterrato dei sentieri di campagna. Incontro un ragazzo con lo zaino colmo. E’ francese. Da circa quaranta giorni sta camminando sulle strade italiane. Ci raccontiamo le nostre esperienze in un inglese approssimativo poi i saluti con l’augurio reciproco di un buon viaggio. Intanto i sentieri si fanno sempre più impegnativi. Tratti sabbiosi si aggiungono alla breccia e ai sassi già presenti. In alcuni tratti il manto stradale è percorso da solchi profondi e fangosi; sono costretto a scendere dalla bici per trainarla a braccia. Ad un certo punto il sentiero si fa stretto; pedalo in una lingua di terra tra filari di fitta vegetazione. Improvvisamente avverto un forte colpo nella parte posteriore della bici che mi fa sobbalzare e momentaneamente perderne il controllo, sbandando pericolosamente. Un sasso sporgente, occultato dalla sterpaglia, batte forte sul deragliatore. La catena schizza via dal pignone e la piastra metallica tra le gabbie delle due pulegge è fuori asse. Procedo ad una provvisoria sistemazione che terrà sino alla fine del viaggio. Rimonto le borse che avevo tolto per la riparazione e riparto. Il tratto che segue è ancora difficile. Mi ritrovo in una sorta di canyon in miniatura dal fondo irregolare e sconnesso con sassi che affiorano a formare delle specie di gradoni. Proseguo ancora con difficoltà e con la massima attenzione per evitare ulteriori incidenti. Finalmente il sentiero si “apre” e il fondo migliora diventando di terra battuta. Alla mia destra scorgo il lago (foto 11). Bolsena è vicina e quasi mi dispiace perché il mio viaggio sta quasi per volgere al termine. Ancora qualche chilometro e, gradualmente, dallo sterrato si passa all’asfalto che mi conduce nella parte alta del centro storico di Bolsena. Nella piazzetta, alla mia destra l’imponente Rocca Monaldeschi e alla sinistra la chiesa del SS. Salvatore dove approfitto per scattarmi qualche foto di fronte al portale (foto 12). Visita ai vicoletti del centro storico dove la calma e la tranquillità è la sensazione principale che avverto; dopo di nuovo in sella per giungere a Bolsena centro di fronte la Basilica di S.Cristina Martire, patrona della cittadina (foto 13). Il suo interno mi sembra immenso; mi piace vagare tra le navate divise da colonne bombate e perdermi tra altari minori, cappelle, affreschi, statue. L’edificio ospita la Cappella del Miracolo Eucaristico verificatosi nel 1263 e grazie al quale il Papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini. Nella Cappella sono conservate tre pietre macchiate dal sangue eucaristico e, scavata nella roccia, la grotta di S. Cristina che è parte iniziale delle vaste catacombe. Percepisco sensazioni di profonda religiosità. Intanto, fuori, Spirit attende impaziente il mio ritorno. L’accontento subito. Con nostalgia pedalo alcune stradine già percorse nella giornata di ieri e, dopo aver degustato un buon caffè, mi dirigo al campo base dove rivivo, sul diario, l’esperienza vissuta e le sensazioni provate. Il mio viaggio è terminato e domani si torna a casa anche se …… “il viaggio continua” ……
Amedeo
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