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Di Rino Orsatti
Chiude la "Veneta"
Addio dopo 30 anni di gelati
LA GELATERIA Veneta chiude e gli estimatori del gelato artigianale accusano il colpo.
Ma perché? «Innanzitutto», risponde il titolare Fulvio Sagui che ha gestito l'attività con la sorella Annalisa, «per una scelta di vita: torniamo in Veneto, alle Dolomiti, alle origini. E poi perché oggi, gestire un'attività artigianale, e per di più stagionale, è diventato problematico considerando la lievitazione dei costi di gestione rispetto ai guadagni».
La gelateria Veneta proprio quest’anno ha celebrato il trentennale: Mario, il padre di Fulvio (scomparso nell'89), avviò l'attività insieme alla moglie Pia nel 1964, aprendo il locale su corso San Giorgio, dove adesso c'è il negozio di Di Ottavio.
Ma il mestiere di gelatiere, per i Sagui, è una tradizione di famiglia. Il bisnonno di Fulvio, Primo Sagui, fu il primo ad aprire una gelateria italiana a Vienna.
Veneto di Zoppè di Cadore, un paese di 500 abitanti dove il 90 per cento delle famiglie gestisce gelaterie in Italia e all'estero, Mario Sagui arrivò a Teramo dietro consiglio del medico che, per via di una sinusite lo spinse verso zone più calde dell'Austria o della Germania.
Dopo una parentesi a San Benedetto del Tronto nella gelateria del cugino, dove conobbe la moglie, il grande passo. «I miei genitori si convinsero», ricorda Fulvio, «dopo aver visto la fila di persone che c'era davanti a Fumo, l'unica gelateria del tempo».
Il locale rimase lungo il corso fino al '79 per poi trasferirsi in via Raneiro.
Negli ultimi tempi pur conservando un'affezionatissima clientela, la Veneta ha risentito della crisi dei settore. Forse, con una riconversione dell'attività o con un ampliamento sarebbe stato possibile restare.
«E stata penalizzata la scelta», ha spiegato Fulvio Sagui, «a volte obbligata, di specializzare l'azienda esclusivamente nel gelato. Al di là dell'enorme gratitudine e dell'affetto che provo per Teramo», ha continuato Sagui, «resta l'amarezza del rifiuto dell'amministrazione comunale quando abbiamo chiesto di ampliare l'attività acquisendo la licenza di bar».