In questa rubrica pubblichiamo gli interventi dei nostri più affezionati lettori. I testi vengono riportati senza filtri da parte della redazione di Quelli che vengono; ci limitiamo ad attribuire il titolo. La riproduzione non comporta in alcun modo adesione alle idee in essi professate. Soprattutto nel caso dell’articolo seguente dal cui contenuto, anzi, ci dissociamo nettamente, declinando ogni responsabilità in merito.
Riceviamo da una donna, e molto malvolentieri pubblichiamo
«Perché il maschio rincorra la palla è cosa nota»
Perché il maschio rincorra una palla è cosa nota, mi dicevano (i maschi) : è un gioco altamente simbolico, tutto racchiuso nelle gioie del goal, il pallone (maschio) che buca la porta (femmina). Quello che non mi dicevano era tutto il resto: ciò che avviene negli spogliatoi. Ma ora lo so. So che il motivo per cui si compiono sforzi sovrumani per organizzare e giocare una partita è quello: la calda intimità dello spogliatoio in cui consumare un rito collettivo fatto di maschie parole, vigorosi gesti e complici sguardi. E tutto solo perché questi scalciatori” ignorano o addirittura negano la loro omosessualità latente. Sono individui che nell’incoscio dubitano dell’integrità del proprio orientamento sessuale. Ed allora come non comprendere il loro timore di poter adottare un comportamento omosessuale? Ben
venga dunque l’alibi del calcetto, grazie al quale essi potranno accettare di esporsi all’atmosfera omosessuale pur continuando pubblicamente ad esprimere orrore e ripugnanza per l’omosessualità
Lettera firmata.
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