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Calcetto blues

In questo spazio sono state raccolte alcune opere che hanno in comune un sentimento che in italiano potremmo definire tristezza, malinconia. A proposito del primo componimento – Calcetto mio – c’è una cosa che devo confessarvi, a costo di sembrare ancora più paranoico di quanto non sia. Nel mese di agosto, l’unico in cui le nostre attività agonistiche sono sospese, capita che io e Franco partecipiamo a qualche sagra. E’ l’occasione buona per riandare con la mente ai mesi precedenti. Così, lo scorso anno, a Torano, dopo qualche birra, ci ha preso una specie di magone che abbiamo superato componendo questa canzone. Quando vi sentite tristi e soli e non sapete cos’è che vi manca, provate a cantarla anche voi, sull’aria di “Romagna mia”… e attenti alle stecche! Anche il secondo scritto - giocato sulla sostituzione di una sola lettera in titoli di libri o di film - è dettato dalla necessità di superare un momento particolarmente blues. dell’autore (che non vuol far comparire il proprio nome). Non ha nulla a che fare con il calcetto, ma ha un alto valore letterario. Chi ce l’ha mandato ha allegato una breve nota di spiegazione che pubblichiamo insieme ad esso.

Calcetto mio
(Casadei/Pedicone/Baiocchi)

Sento la nostalgia del passato
dove la palla mia ho lasciato

Non ti potrò scordar calcetto mio

In questa notte stellata
La mia serenata la dedico a te

Playground mio, playground in fiore
Tu sei la stella, tu sei l’amore

Quando ti penso vorrei tornare
Con la mia palla tosto a giocare

Calcetto, calcetto mio lontan da te non si può star…

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