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Doverosi riconoscimenti e qualche disconoscimento

Prima di proseguire con altri aneddoti, per onestà intellettuale, devo dire che tutto funzionava bene sul piano logistico fino a quando a dare l'anima per l'impresa erano il già menzionato eroico Berardo e l'impagabile Gianni, cioè prima del mio ingresso nello staff organizzativo. Si potrà dunque a buon diritto ritenere che il mio operato sia stato ampiamente fallimentare se non deleterio, e in effetti può essere. Ma, vi domando, è forse colpa mia se appena viene primavera Gianni sente il richiamo delle due ruote - e probabilmente (e soprattutto) della canna - e abbandona noi alle nostre palle? E' per caso colpa mia se comincia ad accusare forti dolori alla schiena che non gli consentono più di calciare (l'avversario) come vorrebbe, ma non gli impediscono di scalare in bello stile la salita del Ceppo o dei Prati di Tivo? Sarà mica colpa mia se, di punto in bianco, senza nemmeno consultare lo staff tecnico, decide di andare in ritiro a Giulianova per tre giorni, compreso il sabato, appunto, abbandonandoci al nostro gramo destino?. Le mie responsabilità ci sono, ma d'altro tipo, e attengono ad esempio alla scarsa organizzazione della sfera familiare: torno a casa e chiedo a mia moglie Carla: "Ha telefonato, s'è fatto sentire qualcuno?" "No, nessuno", salvo venire a sapere tempo dopo che invece sono piovute telefonate di conferma, di smentita, di richiesta di informazioni varie rispetto alla partita. Naturalmente, quando ormai è troppo tardi per poterne fare un buon uso.

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