Tutto era cominciato con una proposta sparata là per là, in un tiepido pomeriggio del settembre '99, sul campetto del Playground, durante la fase di riscaldamento, qualche minuto prima che cominciasse la partita del sabato, l'unica cui Ilario si degna di partecipare.
Ilario, appunto, consumando le poche energie fisiche e mentali a sua disposizione, a tutto danno dei propri compagni di squadra, tra un saltello e l'altro, mi propone a bruciapelo: "Facciamo un album di figurine di noi calciatori del Playground!".
"E' pazzo", penso. "No, è solo in debito d'ossigeno", rifletto.
Ma lui insiste: "Facciamo un album di figurine con le nostre fotografie. Poi ce le scambiamo, o ce le giochiamo a battimano o a soffietto prima di cominciare la partita. Le quotazioni potrebbero essere… non so, due Pedicone per un Tottone…".
"Cavolo, che presunzione!", sono costretto a pensare (per la seconda volta) e a quel punto ho già esaurito le mie capacità mentali. Gli rispondo elusivamente, convinto che l'iniziativa non abbia alcuna possibilità di riuscita.
Portammo a termine con grossa fatica anche quella partita del sabato, di cui non ricordo il risultato (ma, probabilmente, come accade quasi sempre, Ilario perdette, o comunque non riuscì a segnare manco un goal). Facemmo l'unica doccia che ci concediamo durante la settimana, escluso il mercoledì, e ciascuno tornò alle proprie abitazioni. Intanto, nella mente un tarlo cominciava a rodermi senza che ne fossi consapevole. Fatto sta che non pensai più alla proposta di Ilario per tutta la giornata (l'ho già detto, posso pensare solo due o tre volte al giorno). Poi, però, durante la notte, il mio cervello tornò spontaneamente a funzionare - riesce a funzionare soltanto a mia insaputa, in genere - e come per magia mi si attivò tutta una serie di ricordi.