POGGIO PICENZE, Giovedi 19 Ottobre 2000.
Locale: "Osteria della Posta"
"Quelli che vengono" sono vivi, mangiano e lottano insieme a noi!
Torna il resoconto di una scorribanda a tavola in "Metti una sera a cena".
Questa volta l'organizzazione, curata da Gianni e Gigi, ha fatto le cose in
grande. In barba alle preoccupazioni chilometriche si è deciso di osare,
oltrepassare i confini provinciali, per raggiungere, passando sotto il Gran
Sasso, Poggio Picenze in provincia di L'Aquila.
Poggio è il paese di Enzo, Gianni e Rino (i primi due vi sono addirittura nati) e resta a circa 14
chilometri da L'Aquila sulla Statale 17 che conduce a Pescara.
Il locale prescelto non è nuovo per molti partecipanti alla serata. Non è certo
sconosciuto per Berardo Robocoppe, autentico terrore delle più agguerrite
"sperlonghe" di arrosto e fritto misto, castigatore scientifico di antipasti
ignari e arrendevoli, seppur rinvigoriti da lenticchie e polente varie.
Ma andiamo per gradi.
La comitiva si è data appuntamento (ore 19.45), a rischio della propria
pelle, davanti la concessionaria Renault di Cascioli: è sì un posto comodo
perché sito praticamente all'imbocco dell'autostrada per L'Aquila (grazzie
a lu' cazz' so' lu lup'!), ma proprio per questo stesso motivo e per il
fatto che noi ci ammassiamo tutti sul ciglio dello "stradone" è anche a
rischio. Le auto sfrecciano intorno ai cento all'ora ma a noi, come ha avuto
modo di dire anche Queen Elisabeth in visit to Rome, non ce ne freca una mazza.
Questa la comitiva: Gianni O., Gigi P. il professore, Vincenzo R., Enzo O.,
Berardo N., Berardo D.F., Danilo Z., Franco B., fra Gabriele D.P., Mauro S.
the Mask, Carlo F., Rino O.
Gli avventurosi teramani, sistematisi su tre "scialuppe", sono partiti
dileguandosi nell'oscurità.
Arriviamo a Poggio dopo circa 45 minuti.
Il tempo di sederci a tavola e le cameriere cominciano a portare gli
antipasti: sulle sperlonghe arrivano prosciutto, pecorino, pomodori e
zucchine al forno, funghi ripieni e meleanziane gratinate; in rapida
successione (giacchè qualcuno consiglierebbe un ritmo più rilassato)
arrivano anche altri due antipasti: lenticchie e polenta rifritta.
L'apprezzamento è generale. All'appalesarsi del primo primo piatto, ceci e
castagne, alcuni vanno in sollucchero.
E' a questo punto che il Professore ci ricorda che dobbiamo dare i voti.
No, non quelli di fra Gabriele, ma quelli per giudicare le pietanze.
Proprio fra Gabriele da Cassino, alla prima esperienza in una uscita
culinaria ufficiale, saputo delle votazioni chiede: "…ma si può paragonare
il pesce?…Perché il pesce per me è sempre 10, sempre. Io vado Dal Moro, è
sempre 10!" Gigi e Vincenzo barcollano ed hanno ragione: sarà questo il
momento più alto della serata, una serata in cui si staglia sugli altri un
protagonista assoluto, fra Gabriele che a dispetto dell'Ordine di
appartenenza non rispetta affatto alla lettera la severa regola monastica,
in pratica mangia come uno scannato.
Le battute migliori arrivano a ridosso dell'uscita di Gabriele. Franco, già
messosi in luce nelle precedenti cene come condensatore di critiche
gastronomiche puntuali (Raspelli gli fa una raspa), così chiosa sul primo
primo piatto al quale dà un bel nove: "...qui comanda la castagna...mentre il
cecio da solo è triste!". Una sintesi più efficace non l'avrebbe trovata
nemmeno Ungaretti.
Visto che su questo piatto fioccano i 10 dei due Berardi
e di Enzino, Gigi ricorda loro: "Avete tenuto conto del pesce?". Risposta di
Berardo D.F. "Il mio pesce è morto."
Mentre la cena va avanti (nel frattempo arriva anche Marco Manilla "pujaro"
doc - abitante di Poggio, ndr), Gabriele diventa irraggiungibile e il lirismo se ne impossessa.
Gianni gli chiede (tra l'altro è la domanda che ci tiene insieme): "Vieni
sabato a giocare? Me lo devi far sapere entro stasera." La risposta di
Gabriele non lascia spazio a dubbi: "Hummmhhh!…mbè…in linea di massima, ci
devo pensare!"
Poco più tardi, sempre il frate di Cassino: "In barriera mai mettere più di
4 persone, sennò ti freca. Io mi metto quasi al centro e se tirano a foglia
morta la prendo sempre, anche all'incrocio dei pali. Oppure, se tirano la
"botta" la devono tirare al palo mio...al Castello non ho mai preso gol su
punizione!"
Viene chiesto il parere di Berardo D.F., già portiere del Miano:
"Tu si matt'…io non ci mettevo nessuno."
Oltre all'antipasto e al primo primo, abbiamo mangiato il secondo primo
(tagliolini fatticci al sugo), il secondo piatto (arrosto
misto -agnello, coniglio e non so - con patate e insalata), e i dolci (crema
pasticcera con scaglie di cioccolato, mela cotogna al mosto e zuppa inglese
presa da fra Gabriele in ricordo dei bombardamenti all'Abbazia).
Di seguito riportiamo tutte le votazioni:
antipasto
ceci e castagne
tagliolini
arrosto
zuppa inglese
crema
mela cotogna
Mauro
8
9
7
6
9
Danilo
9
8
8
6
7
Rino
8
8
9
7
8.5
Gabriele
9
9
9
6.5
7.5
Franco
8
9
8
7
8
Carlo
8
8
9
7
7
Gianni
9
9.5
9+
7
8.5
Enzo
10
10
8
8
10
Berardo N.
9
10
10
9
10
Berardo D.F.
9
10
9
6+
9
Vincenzo
8
8
9
6
8
Gigi
9
8
5
5
8.5
media
8.7
8.9
8.3
6.7
7.5
7.9
8.9
MEDIA GENERALE DELL'OSTERIA DELLA POSTA = 8,1
Conto finale 35 carte a coccia.
Si vediamo.