Serata fredda e piovosa a Teramo. All'appuntamento, fissato davanti al Comi
alle 20.00, tutti più o meno puntuali. Tre le auto in partenza per il borgo
di Ioanella, un piccolo paese nell'entroterra comunale di Torricella, a 734
metri sul livello del mare.
"Vu vedà che ce truvame la nave" (ovviamente non quella di Prada): con
questo grido di battaglia i tre equipaggi muovono lungo Viale Bovio.
Enzo e
Gianni sistemati nella Clio del
geom. Berardo,
Gigi,
Mauro,
Claudio e
Franco
nella Scenic di
Danilo e
Rino, l'
ing. Berardo e
Gabri nella Marea Weekend di
Peppino.
Appena sopra Ponte Vezzola, strada per Castagneto, nebbia non fitta ma
rompacazzo.
Per l'ing Berardo, una delle mascelle più arrotate della provincia e
organizzatore di questa cena, avremmo dovuto trovare il ristorante appena
prima di Ioanella. Lo troviamo subito dopo: per fortuna non fa il topografo
ma, dice lui, l'ingegnere al Ruzzo.
Ingresso: subito davanti la porta un piccolo bancone da bar, sulla destra un
bigliardino non gettato lì, ma valorizzato in una posizione da antipasto
dell'antipasto. Tanto per scaldarsi un po'. Temperatura interna simile a
quella esterna. Leggero odore di sudore umano appena entrati, non
disgustoso: sudore da ristoratori.
Non siamo soli nel locale: nella prima sala c'è la Opel. No, non la Kadett,
ma praticamente i dipendenti e i meccanici della sede di Teramo.
Il ristorante consta, dopo la zona con il bigliardino, praticamente di due
sale divise da arcate.
Ci sistemiamo nella sala a destra tra cazzeggi vari e anche scontati.
In assenza di
Giorgio (pare che ormai lavori per la Tod's, fa delle suole che
manco Valleverde) ci pensa Gabri, allenatore di basket, per il momento a
spasso, a tenere desta l'attenzione dell'ing. Berardo e di Peppino:
pallacanestro dagli antipasti al limoncello!
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