Il 25/11/2005 abbiamo inviato ai principali organi d'informazione il seguente comunicato, a commento della consegna del tapiro d'oro al pilota Fisichella, della morte di un ragazzo precipitato da un viadotto privo di reti di protezione sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, dei buchi di bilancio che si apriranno in numerosi comuni per mancati proventi da Autovelox: All'impressionante numero di morti ammazzati sulle strade Italiane ci si è ormai abituati. La maggior parte degli organi d'informazione si interessa all'argomento solo quando è possibile creare intrecci con altre notizie più "intriganti" o con fatti d'attualità che possano fare impennare l'audience. Probabilmente stiamo esprimendo giudizi troppo severi su scelte redazionali che, nell'era dei reality show, vorrebbero rappresentare un più modo "moderno" di dare l'informazione. Noi riteniamo invece che intorno a questo argomento ruotino troppi interessi e che dietro certi fatti si nasconda tanta colpevole ipocrisia.
A volte la disinformazione o l'ipocrisia possono uccidere.
Il 20/11/2005 ricorre la giornata Europea dedicata alle vittime della strada. L'associazione PU.RI, assieme all'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, ha fatto opera di sensibilizzazione diffondendo una locandina con il seguente messaggio: TROPPI FIORI RECISI SULLE STRADE. NON UCCIDERE significa anche rispettare la vita propria ed altrui sulle strade, dove a morire sono figli, padri, madri ed altre persone care. Ciascuno di noi ha il dovere morale e civile di assumere un ruolo attivo e responsabile per fermare questa orribile carneficina, perchè non succede solo agli altri. Non puoi chiamarti cristiano e restare indifferente di fronte alla devastazione che tante tragedie stradali provocano all'interno delle famiglie e della nostra società. Difendi la vita con la preghiera, con le azioni e con la tua quotidiana testimonianza contro la cultura dell'indifferenza. TU che gestisci la comunicazione, TU che sei impegnato nella politica, TU, qualunque lavoro svolga, guarda oltre l'emotività dell'incidente, senza trascurare il "prima" ed il "poi".
Nella Parrocchia di San Mauro Pascoli, in cui ha sede l'associazione, si è collaborato per la Celebrazione di una SS. Messa dedicata alle vittime della strada. Durante il rito religioso alcune mamme e familiari di vittime della strada consegnano al sacerdote dei fiori recisi. Al termine della SS. Messa il sacerdote restituisce ai familiari dei fiori non recisi, assegnando all'atto un preciso significato simbolico. La Parrocchia nei giorni successivi distribuisce uno stampato pieghevole sulla sicurezza stradale, appositamente studiato per tutti gli adolescenti del luogo.
Il 26/10/2005 abbiamo diffuso un commento sui primi esiti del sondaggio "Come ridurre il numero delle vittime e dei disabili della strada" poichè si è voluto mettere in evidenza la doppia chiave di lettura dell'iniziativa. Da una parte c'è il sondaggio vero e proprio, i cui risultati sono visibili dopo avere espresso la scelta sull'apposito modulo. Ma abbiamo anche voluto formarci un'idea più precisa sul comportamento delle persone chiamate a collaborare. Ecco le deduzioni tratte al riguardo dal presidente della onlus PU.RI. dr. Giuseppe Raduano: "Mi sono recentemente occupato del lancio di un sondaggio sulla sicurezza stradale sui siti del CNOSS (http://cnoss.135,it) e dell'associazione PU.RI (http://puri.135.it). Con l'intento di provocare qualche spunto di riflessione, ritengo utile divulgare alcune personali considerazioni che potrebbero apparire o essere provocatorie e che vanno ben oltre le domande poste dal sondaggio. Desidero precisare che il sondaggio era stato concepito con due diversi obiettivi: uno apparente e l'altro nascosto.
Il sondaggio apparente denominato "
Cosa si dovrebbe fare per ridurre il numero di vittime e disabili da incidenti stradali in Italia" è stato lanciato con separate ondate di invio di posta elettronica a gruppi uniformi di persone, in giorni diversi. Siccome chi riceve una richiesta di partecipazione ad un sondaggio risponde normalmente entro 24 ore dalla ricezione, esaminando gli incrementi giornalieri del contatore è stato possibile determinare con sufficiente approssimazione la collaborazione ottenuta da ciascun gruppo di destinatari. Prendendo in considerazione i suggerimenti pervenuti, è stato anche possibile desumere il diverso grado di coinvolgimento e partecipazione attiva da parte di ciascun gruppo. Si tratta insomma di sondaggi all'interno di altri sondaggi. Le conclusioni a cui sono pervenuto scaturiscono da rilevazioni riguardanti un ridotto numero di soggetti campione e non hanno il requisito del rigore scientifico, ma possono comunque rappresentare un utile elemento di analisi ed approfondimento, anche polemico. Eccole:Ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto o collaborato all'iniziativa...."
Il 09/10/2005 il Comitato per la Sicurezza Stradale "F. Paglierini" ha diffuso un comunicato che riportiamo nella parte che ci riguarda più direttamente: ... una ricerca, recentissimamente pubblicata, basata su fonti ufficiali ACI - ISTAT, evidenzia come la Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna continuino ad essere tra le più pericolose e "mortali" in Italia in tema di incidenti stradali... Paradossalmente proprio a Rimini, le attività di volontariato riguardanti la sicurezza stradale ed il dopo incidente sono state spesso scoraggiate, soprattutto se, stupidamente, venivano ritenute "nocive", anzichè di supporto ed aiuto all'immagine delle istituzioni locali. Ad esempio, l'associazione PU.RI. - Punto Riferimento familiari vittime -, operante in loco da diversi anni, ha organizzato numerosi convegni all'Hotel Punta Nord di Torre Pedrera di Rimini, non solo per dibattere e riflettere su questa tematica, ma riuscendo a mettere in campo interventi concreti per migliorare la sicurezza stradale e per dare sostegno alle famiglie delle vittime e dei disabili della strada. In tali circostanze, gli appelli per coinvolgere le istituzioni del luogo sono però quasi sempre caduti nel vuoto, anche quando nel corso dei lavori venivano svolte incisive lezioni di educazione stradale (seguite da migliaia di studenti) nelle quali ragazzi disabili, amici e genitori di vittime della strada assumevano il ruolo di docenti. Sino al paradosso che alcuni convegni sulla sicurezza stradale sono stati realizzati nel territorio Riminese sotto l'alto patrocinio della Regione ...Lazio o del Comune di ...Ladispoli, ma in assenza di sostegno o patrocinio da parte della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Rimini. Ormai l'attività di certe associazioni di volontariato è diventata del tutto marginale sul territorio Riminese, ma nessuno sembra essersene accorto. Gli organi d'informazione continuano a trattare con grande enfasi le numerose tragedie che si consumano sulle strade, raccogliendo quasi esclusivamente i commenti più o meno interessati provenienti dai rappresentanti istituzionali. Invitiamo tutti quelli che hanno a che fare con la sicurezza stradale Riminese (istituzioni, scuole, organi d'informazione ecc..) a prendere maggiore consapevolezza sulle responsabilità, nessuna esclusa, riconducibili alle tante tragedie stradali che si verificano sul territorio, senza gettare alle ortiche il lavoro che il mondo del volontariato è in grado di esprimere in materia di prevenzione e dopo incidente, anche sugli aspetti che possono essere più sgraditi, purchè utili.
Il 02/09/2005 abbiamo diffuso attraverso posta elettronica il seguente messaggio intitolato "DISGUSTO O SIMPATIA?" al fine di stigmatizzare le scelte redazionali effettuate da alcuni importanti organi d'informazione. Il caso riguarda alcuni messaggi lasciati in segreteria telefonica dal titolare di un deposito API di Cesenatico, che sollecitava la riparazione del proprio impianto. In uno dei messaggi c'è un'impressionante sequenza di bestemmie.
Ecco il nostro commento: "Raramente la nostra associazione interviene su temi che esulano dalla sicurezza stradale e da ciò che succede nel dopo trauma. Ma entriamo subito nel merito. E' pervenuta una email, con alcuni allegati sonori il cui ascolto ha provocato una reazione di disgusto. Quello che più sconcerta non è ciò che un certo Sig. Lugaresi dice ( consultabile sul sito http://www.granieri.us/znewsdb=/~1news_online=/524.htm ) , ma la decisione di divulgare notizie che mortificano alcuni dei valori più autentici della persona. Evidentemente esistono precisi interessi (e responsabilità) al riguardo. Se deve ritenersi deprecabile il messaggio contenuto nell'allegato file denominato "sharing1", ancora più deprecabile è la "mitizzazione" di un fatto che ha portato il sig. Lugaresi alla notorietà, trasformandolo in "personaggio". Il caso è balzato agli onori della cronaca su trasmissioni televisive (ad esempio "Studio Aperto" di Italia Uno), su giornali e riviste, nelle discoteche o come tormentone estivo. C'è chi ha diffuso su emittenti radiofoniche la sequenza di bestemmie con sottofondo musicale, chi ha memorizzato le oscenità su telefonino, come suoneria personalizzata, chi ha proposto di premiare il Sig. Lugaresi come personaggio più simpatico dell'anno... I numerosi giornalisti che hanno cavalcato lo scoop hanno sicuramente ascoltato il turpiloquio riportato nel file "sharing1", perciò la pubblicizzazione che ne è seguita rappresenta una vergognosa strumentalizzazione che offende il vivere civile, le coscienze e la stessa credibilità dell'informazione. Poi magari si "censurano", come spesso avviene, i messaggi provenienti da associazioni di volontariato che denunciano la banalizzazione della vita sulle strade o altri valori fondamentali della persona. Il codice di comportamento che deve osservare chi lavora nel campo dell'informazione che fine ha fatto? Chi ha il compito di vigilare sul corretto uso dell'informazione, perchè permette certe deprecabili deviazioni? Bisogna fermare questo crescendo d'informazione spazzatura ed auspichiamo iniziative di responsabilizzazione e stigmatizzazione per arginare l'inquietante degenerazione culturale in corso". Ecco un articolo esplicativo:
Il 05/08/2005 abbiamo diffuso il seguente comunicato dal titolo "OLTRE LA VERGOGNA": Ci associamo alle denunce diffuse dalle varie associazioni di volontariato che si occupano di sicurezza stradale e puntiamo il dito sulle tante forme di complicità che per calcolo, inerzia, incapacità, scelta o interesse particolare, oltre ad alimentare la strage stradale, umiliano le vittime ed i disabili della strada, i loro familiari e le associazioni che li rappresentano. Alberi o pali in posizione pericolosa, buche non segnalate, strade sottodimensionate, carenza di piste ciclabili, segnaletica errata o dimenticata, assenza di reti di protezione sui viadotti, errori di progettazione, strade costruite all'insegna del risparmio e della speculazione, inadeguatezza dei controlli, guard rail ghigliottina o cordoli a spigolo, mancato rispetto dell'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole, abuso di alcol tollerato per ragioni di gettito fiscale o per salvaguardare precisi interessi economici ecc. ecc. sono solo alcuni esempi delle tante concause che possono provocare un omicidio stradale. Raramente si parla delle enormi responsabilità riconducibili alla maggior parte degli organi d'informazione ed a quelle imputabili a chi contrasta più o meno subdolamente l'attività delle associazioni di volontariato che si occupano di sicurezza stradale e dopo incidente (anche quando rappresentano l'emanazione di chi ha provato sulla propria pelle una tragedia stradale). Ciò che avviene dopo l'incidente è tabù e chi si adopera per responsabilizzare i poteri istituzionali viene spesso emarginato o imbavagliato. C'è una mancanza di considerazione e di rispetto che va ben oltre la vergogna. Non si tratta di esagerazioni o di sfoghi da parte di chi non vuole scendere a compromessi quando si parla del valore della vita sulle strade. Da diversi anni la nostra associazione viene sistematicamente ignorata dal Comune in cui ha sede (S. Mauro Pascoli), dalla Provincia (Forlì-Cesena), dalla Regione (Emilia Romagna) e dal Ministero delle infrastrutture, quasi fosse un covo di appestati. Non è un caso che sul sito associativo siano presenti link che denunciano questo stato di cose (Umiliazioni; Bavaglio; Struzzi su strada ecc.). La vergogna è un sentimento nobile che troppo spesso viene soffocato per lasciare il posto a strumentali giustificazioni, che servono per mettersi a posto la coscienza. Gli appelli che invitano alla vergogna non sempre raggiungono lo scopo, perchè non fanno presa su chi ha la coscienza arida e sottosviluppata. Per scuotere queste persone dal loro torpore esistono strumenti ben più incisivi e mirati. Coordiniamo i nostri sforzi e... usiamoli !!!
Il 12/07/2005 abbiamo inviato alla redazione del Resto del Carlino la seguente richiesta di pubblicazione: A commento dell'articolo pubblicato sul vostro quotidiano venerdì 08/07/2005 a pagina XI (cronaca di Cesenatico) esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Nicola Gazza (vice-presidente della nostra associazione) ed alle altre persone disabili che sono state sanzionate per divieto di sosta, risultando i parcheggi a loro riservati già occupati da altre persone. Riteniamo utile segnalare che il numero dei parcheggi riservati a persone disabili spesso non rispetta le prescrizioni di Legge, che il Ministero dei LL.PP. ha previsto in favore delle persone disabili la sosta gratuita nei parcheggi a pagamento quando gli spazi a loro assegnati risultano occupati, che i dispositivi di pagamento sosta presenti a Cesenatico non sempre sono accessibili a persone sulla carrozzina, che chi ha l'autorità di comminare sanzioni ha il dovere primario di applicare correttamente le norme sanzionatorie. Rileviamo anche che alcuni anni fa la nostra associazione si rese disponibile per fornire a numerose Amministrazioni Comunali della zona suggerimenti utili per l'abbattimento o il miglioramento delle barriere architettoniche, proponendo altresì, a chi è chiamato ad assumere decisioni al riguardo, una sperimentazione diretta e preventiva su carrozzina. Nessuna istituzione interpellata ha ritenuto di accogliere l'invito. Attraverso le pagine del Vostro giornale, chiediamo ai responsabili istituzionali di riservare maggiore considerazione ed attenzione alle esigenze del mondo dei disabili e di fare conoscere, su richiesta dei diretti interessati, nome e cognome di coloro che assumono dei provvedimenti contestati. Auspicando la pubblicazione del presente appello e/o delle finalità che intende perseguire, porgiamo distinti saluti.
Il 19/06/2005 abbiamo diffuso il seguente messaggio di sensibilizzazione rivolto agli organi d'informazione locale che snobbano i nostri appelli e le nostre iniziative: Questa mattina tutti i giornali locali commentano con grande risalto le tragedie stradali che si sono consumate nel fine settimana in provincia di Forlì. Le iniziative riguardanti la prevenzione fanno invece meno notizia, soprattutto se vengono promosse da associazioni di volontariato. Dopo ogni tragedia, più o meno preannunciata, i giornali ricercano le concause "esterne" che, al di là del fattore umano, alimentano il massacro stradale, raccogliendo valutazioni estemporanee provenienti da più parti. Alle associazioni di volontariato impegnate sull'argomento raramente viene riconosciuta la dignità di interlocutori con valide competenze e conoscenze. Anche le istituzioni locali più direttamente interessate alla sicurezza stradale snobbano le aggregazioni che sono portate a denunciare le responsabilità degli enti gestori delle strade. Un nostro recente appello per ricercare la collaborazione di studi legali interessati a perseguire le inadempienze istituzionali in materia di sicurezza stradale è stato completamente ignorato da tutti gli organi d'informazione locale. In questo panorama di generale apatia e disinteresse, le associazioni del posto assumono iniziative che talvolta ottengono riconoscimenti da parte di autorevoli organismi sovranazionali, come è recentemente avvenuto per il Comitato "Paglierini" di Copparo (FE), aderente al CNOSS. Desideriamo rendervi partecipi di un articolato, ma significativo comunicato riguardante l'assegnazione del premio Europeo Norauto 2005 sulla sicurezza stradale. Auspichiamo una costruttiva riflessione da parte di chi avrà qualche minuto da dedicare alla lettura.
Il 03/06/2005 abbiamo richiesto il conferimento di una laurea Honoris Causa per i nostri docenti di educazione stradale, dopo avere presentato una petizione al Parlamento Europeo per l'inosservanza dell'obbligo di insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole. Un commento più dettagliato è consultabile al link "Scuole". A conferma del bavaglio informativo esistente in loco, nessun quotidiano del Cesenate, in cui ha sede l'Associazione PU.RI, ha ritenuto la notizia degna d'attenzione. Riteniamo sia non solo corretto, ma doveroso fare conoscere alla gente le voci fuori dal coro, soprattutto se provenienti dal mondo del volontariato. Non farlo implica precise responsabilità, di natura non solo etica. Comunque in data 07/06/2005 il comunicato è stato recensito con grande risalto dal portale "Libero" all'indirizzo http://liberoblog.libero.it/italia/bl563.phtml. Ringraziamo sentitamente.
Il 25/05/2005 abbiamo diffuso un comunicato stampa di sensibilizzazione (consultabile al link "bavaglio") che nessun quotidiano locale ha pubblicato. Il comunicato iniziava con queste parole: in tanti ci chiedono di intervenire per segnalare ai Comuni interessati le situazioni di pericolo esistenti sulle strade. Ma perchè la gente non denuncia direttamente certi fatti alle autorità competenti, anche quando in gioco c'è "solo" un interesse generale da tutelare? Si tratta di pigrizia o di "paura"? Come post scrictum conclusivo si affermava: "L'assemblea del CNOSS, tenutasi a Rimini nel Novembre 2004, in occasione del controconvegno S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza), ha evidenziato la necessità di istituire una rete di studi legali convenzionati a livello regionale o nazionale per promuovere azioni giudiziarie attinenti le responsabilità degli enti gestori delle strade. Sono già in corso contatti con alcuni studi professionali e si valutano con favore altre offerte di collaborazione. Chi è interessato si faccia avanti". Le associazioni di volontariato fanno controconvegni e controinformazione, ma nulla possono contro chi vuole privilegiare la spettacolarità del trauma stradale. Il comunicato che abbiamo diffuso riportava, in allegato, anche il seguente significativo appello del comitato "Paglierini" di Copparo (FE): "Indignazione, esecrazione, condanna per l'ennesima vittima della strada, un ragazzino di 15 anni, in provincia di Brescia, falciato da un pirata della strada che poi si dà alla fuga. E non sarà, purtroppo, l'ultima! Dopo i riflettori e i fiumi d'inchiostro su tutti i giornali, domani sarà tutto finito, dimenticato: sotto un altro. Anche in questa circostanza l'attenzione si è incentrata ancora una volta, totalmente, sull'investitore. Sulle irresponsabilità di chi compie simili atti ignobili, sulla benevolenza del nostro codice penale e, di conseguenza, la lievità delle pene rispetto al crimine commesso. Ma qualcuno ha notato, dai pochissimi fotogrammi mandati in onda dai telegiornali che hanno riferito l'accaduto, in che condizioni è la segnaletica, orizzontale e verticale dove si è verificato l'incidente? Quando, oltre che per i "pirati" e non pirati, si cominciano ad invocare provvedimenti seri e perfino restrittivi, anche per quegli amministratori pubblici e quei dirigenti tecnici, preposti alle manutenzioni delle strade che, non poco, "contribuiscono" a gettare nello strazio migliaia di famiglie ogni anno? Quando, le numerosissime associazioni sorte spontaneamente in questi anni in tutta Italia, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla drammaticità del fenomeno, decideranno di costituirsi e ritrovarsi in una "federazione" per promuovere, prioritariamente, centri di assistenza legale a livello nazionale con lo scopo preciso di portare nelle aule dei Tribunali i primi responsabili di tanti lutti: i proprietari e gestori delle strade?". Ogni commento è superfluo. Tutti in fila per lo "spettacolo" che potrebbe fare assumere a ciascuno di noi il ruolo di protagonista.
L'11 e 12/05/2005 abbiamo avuto due incontri sulla sicurezza stradale ad Avio (TN). Nella serata del 11/05 abbiamo incontrato la comunità locale. E' stata un'esperienza carica di emotività, perché oltre a conoscere i ragazzi diciassettenni che si erano messi in contatto con noi (facendoci pervenire una elargizione), abbiamo anche conosciuto i genitori del loro amico Francesco, rimasto vittima di un incidente stradale la vigilia di Natale 2004. Nella mattinata del 12/5/2005 abbiamo svolto una lezioni di educazione stradale nelle scuole medie con la presenza di circa 100 studenti, tra cui la sorella di Francesco. Hanno assunto il ruolo di docenti: Giuseppe Raduano (presidente della onlus PU.RI), Nicola Gazza (giovane disabile vice-presidente dell'associazione) e Roberto Bartolini (giovane cantautore che ricorda l'amico Andrea con due canzoni). Desideriamo esprimere il nostro ringraziamento ai ragazzi, alla scuola, agli studenti ed a tutta la comunità di Avio per l'accoglienza che hanno voluto riservarci. Ci hanno fatto dimenticare l'amarezza che qualche volta proviamo per l'indifferenza che accompagna la nostra attività di volontariato in Romagna, dove nel corso del 2005 non abbiamo programmato alcuna lezione di educazione stradale. Abbiamo segnalato l'esperienza di Avio a tutti i quotidiani locali in cui ha sede la onlus PU.RI., ma nonostante la Romagna guidi la classifica nazionale delle vittime della strada in rapporto ai mezzi circolanti, solo "La Voce - cronaca del Rubicone" ha pubblicato la notizia. Il testo integrale del comunicato è consultabile su questo sito al link "bavaglio".
Il 23/04/2005 abbiamo diffuso il seguente comunicato stampa per il mese della prevenzione contro l'abuso di bevande alcoliche:
Già da tempo la nostra associazione si è resa conto che la gente ha tanti problemi e perciò non vuole essere rattristata da messaggi che parlano di famiglie devastate per colpa di chi muore o rimane disabile sulla strada. Ecco perchè stiamo mettendo in discussione il nostro modo di agire. I nostri messaggi dovrebbero essere espressi in chiave più "positiva"? E' sbagliato sensibilizzare la collettività con slogans del tipo: "Vittime della strada, c'è chi prega e chi se ne frega" ; "Tra gli struzzi di Romagna, una strage che urla vergogna"; "La strada è di tutti, difendiamola dai farabutti"; "Una vittima su tre per colpa delle condizioni delle strade" ed altri messaggi simili? Se anzichè dichiarare che in Italia una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche per colpa di incidenti stradali, affermassimo che, in assenza di correttivi, ben nove famiglie su dieci saranno risparmiate da gravi tragedie stradali, il messaggio risulterebbe più efficace? I genitori che nel fine settimana rimangono svegli fino al mattino in attesa del ritorno dei propri figli, sono troppo apprensivi? L'ottimismo è sempre il sale della vita?
A proposito di bevande alcoliche, vogliamo richiamare alla memoria il putiferio che circa un anno fa si scatenò per il disegno di Legge che doveva regolamentare la chiusura anticipata delle discoteche ed il divieto di vendere alcolici dopo un certo orario. Il sindacato dei locali da ballo ed alcune associazioni di commercianti parlarono di proibizionismo e rischio di bancarotta. Il popolo della notte si mobilitò con migliaia di SMS di protesta. Qualcuno denunciò l'incostituzionalità della norma per violazione dell'autonomia decisionale degli Enti Locali.
Il quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 13/03/2004 a pagina 27 pubblicò un articolo intitolato: Battuta d'arresto per la legge sulle "stragi del sabato sera". Motivo? La Commissione Finanze della Camera ha chiesto di modificare il testo perchè alcuni divieti di vendita sugli alcolici comporterebbero un minor gettito fiscale. Il disegno di Legge fu poi bocciato con un solo voto di scarto ed alcuni noti personaggi istituzionali festeggiarono con toni trionfalistici l'avvenimento. E la gente cosa ne pensa? Boh! Naturalmente il voto si esprime per molteplici considerazioni, ma molti personaggi contrari alla regolamentazione della vendita di bevande alcoliche hanno poi ricevuto più ampi consensi elettorali. A nostro parere su certi argomenti esiste troppa disinformazione ed ipocrisia. Non è nostra intenzione provocare ingiustificate apprensioni, risentimenti, sensi di colpa o convulsi gesti scaramantici, però le madri ed i padri non piangano dopo, ma agiscano prima. La consapevolezza sui rischi della strada, assieme ad un impegno personale per ridurli, non sono sinonimo di pessimismo, perchè certe tragedie si possono prevedere ed evitare. Non è ottimista, ma ingenuo chi pensa che certe esperienze succedano solo agli altri. Chi resta indifferente e tace... acconsente, assumendosi precise responsabilità.Aprile 2005 possa essere il mese della prevenzione e della partecipazione, perchè la vita è bella e va vissuta con gioia, intensità e consapevolezza.
Il 30/03/2005 si è tenuta l'assemblea associativa per approvare il bilancio 2004 e per il rinnovo delle cariche. Nel corso dei lavori sono state delineate le principali linee di intervento che caratterizzeranno la futura attività dell'Associazione PU.RI. ed alcune specifiche competenze facenti capo ai singoli membri del Consiglio Direttivo così composto: Raduano Giuseppe (Presidente) - Gazza Nicola (Vicepresidente) - Gori Anna Maria - Giannelli Samantha e Bertozzi Silvia.
Il 14/03/2005 è stata ospite della trasmissione RAI "Uno Mattino" la nostra associata Anna Abbondanza. Si è parlato di incidenti sul lavoro ed Anna ha descritto la tragica esperienza nella quale ha perso la vita il figlio Gianpaolo. Anna è anche la mamma di Elisa, che ha perso la vita in un incidente stradale. Da diversi anni fa parte del nostro gruppo di "docenti" e svolge lezioni di educazione stradale all'interno delle scuole.
Il 28/02/2005 le prime pagine di alcuni quotidiani locali si sono occupate dell'esposto presentato contro il manifesto ideato da Oliviero Toscani. Evidentemente qualcuno ha fatto rimbalzare la notizia sui tavoli delle redazioni giornalistiche, ma il fatto degno di nota non è l'esposto alla magistratura, bensì la rivendicazione di maggiore rispetto nei confronti delle vittime della strada e dei loro familiari, come prevede la risoluzione delle Nazioni Unite n. 40/30 (1985), nella parte in cui si raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime (anche della strada) con sensibilità e rispetto della propria dignità, adoperandosi per dare loro l'opportunità di esprimere e comunicare l'impatto che il trauma ha causato.
Il 09/02/2005 abbiamo partecipato ad un incontro sul tema "Alcol: impariamo a conoscerlo", tenutosi a Rimini. Ai partecipanti è stata rappresentata la particolare situazione esistente nella capitale italiana delle discoteche, facendo conoscere comportamenti, statistiche e fatti di cui si ignorava l'esistenza.
Il 04/02/2005 abbiamo presentato il seguente esposto riguardante il manifesto denominato "Modello quattro pirla in meno" (riportato al link Insulti su questo sito):
AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DEL TRIBUNALE DI RIMINI - ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI BOLOGNA
ESPOSTO
Il sottoscritto Giuseppe Raduano, residente a ...., nella veste di genitore di vittima della strada e di legale rappresentante dell'Associazione "PU.RI." Onlus - Punto Riferimento familiari vittime- con sede a S. Mauro Pascoli, Via Vanoni 3, avente lo scopo di prevenire gli incidenti stradali e dare sostegno alle vittime ed ai loro familiari, espone quanto segue:
Dal 11 al 14/11/2004 si è tenuto a Rimini il Salone Internazionale della sicurezza stradale, denominato SISS e promosso dall'ACI. Nel pomeriggio di Mercoledì 10/11/2004 la manifestazione non era ancora aperta al pubblico, ma il sottoscritto si trovava nei padiglioni espositivi per seguire i lavori di allestimento dello stand dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada, di cui è responsabile per la provincia di Rimini. Assieme a .... Ha notato che nello stand della Regione Emilia Romagna erano esposti tre manifesti (uno dei quali su base luminosa) che mostravano un'auto accartocciata con la didascalia: "220 cv, 230 km/h da 0 a 100 in 5,7 .... modello 4 pirla in meno". Il sottoscritto ha avvicinato un incaricato della regione Emilia Romagna per manifestare il proprio disappunto, facendo anche rilevare di essere il padre di una giovane vittima della strada. Lo scortese interlocutore, anzichè prendere atto di quanto potevano provare i familiari di vittime della strada, ha rifiutato di prendere in considerazione qualsiasi possibilità di rimozione dei manifesti, tessendo invece lodi in favore di Oliviero Toscani, quale ideatore geniale di un manifesto che stava dimostrando la propria utilità per il semplice fatto di provocare attenzione e discussioni. Dopo avere fatto rilevare che il proprio figlio aveva perso la vita come "trasportato", che era offensivo sentirlo definire "pirla", che dalla foto del manifesto si desumeva che in un unico incidente avevano perso la vita quattro persone, di cui tre trasportate, e che in Italia più della metà delle vittime della strada perde la vita per colpa di altri, il sottoscritto si è allontanato provando tanta amarezza. Aveva infatti maturato la convinzione che le offese arrecate alle vittime della strada, attraverso quel manifesto, non erano da attribuire ad un lapsus, ma che si era invece voluto deliberatamente procurare l'offesa per richiamare la curiosità e l'attenzione dei visitatori, mettendo in secondo piano ogni altra considerazione. Nella tarda mattinata di Venerdì 12/11/2004 alcuni familiari di vittime della strada hanno manifestato il proprio sdegno all'ingresso dello stand della regione Emilia Romagna. Di fronte all'ennesimo rifiuto di rimozione, si è sviluppata un'accesa discussione ed è stato chiesto l'intervento sia delle forze dell'ordine che degli organizzatori della manifestazione. I posters contestati sono stati infine rimossi.
Per documentare quanto sopra esposto, il sottoscritto allega:
Non è compito del sottoscritto individuare quali reati possano essere imputati a chi, mettendo in secondo piano, rispetto ad altri interessi, le rimostranze dei familiari di vittime della strada, ha ideato e/o realizzato e/o divulgato il manifesto da cui ha preso spunto il presente esposto. Il sottoscritto rileva però che:
Il sottoscritto si sente in dovere, nei confronti delle vittime e dei loro familiari, di sollecitare linee di indagine, contando sul loro sviluppo. E' infatti evidente che il solo avvio di procedimenti conoscitivi spingerebbe certi soggetti ad una più attenta valutazione delle proprie azioni e degli effetti che le stesse esplicano sulla collettività, con particolare riferimento ai soggetti più svantaggiati. Si chiede perciò di accertare se siano presenti elementi di reato doloso o colposo perseguibili d'ufficio nei comportamenti di tutti i soggetti che hanno concorso nella ideazione e/o realizzazione e/o diffusione del manifesto denominato "Modello 4 pirla in meno", con facoltà di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale. Il sottoscritto chiede infine di essere avvisato, ai sensi dell'art. 408 comma 2 e 3 c.p.p., sulle determinazioni che l'autorità giudiziaria andrà ad assumere in ordine all'esercizio dell'azione penale.
In data 26/03/2005 è stato notificato il provvedimento emesso l'11/03/2005 dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Rimini, con il quale è stata richiesta l'archiviazione del procedimento a carico di Oliviero Toscani per il reato di cui all'art. 595 CP, perché il fatto non sussiste.
Il 01/02/2005 abbiamo diffuso il seguente comunicato, di interesse generale, riguardante la segnaletica pericolosa e le responsabilità degli Enti proprietari o gestori delle strade: In passato abbiamo più volte segnalato l'incongruo segnale di "Stop" presente a Case Castagnoli di Cesena, sulla corsia di accelerazione che immette nella Via Emilia in direzione Rimini. Nessuno rispetta quel segnale, poichè rischierebbe altrimenti di provocare o subire un tamponamento. E' possibile che nessuno si senta in dovere di intervenire per eliminare la situazione di pericolo esistente e per dare pratica attuazione alla Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 24/10/2000 sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del Codice della strada in materia di segnaletica?
Ne riportiamo uno stralcio, perchè potrebbe dimostrarsi utile per chi dovesse subire un incidente stradale a causa di responsabilità riconducibili agli enti proprietari o gestori delle strade:
" ....Segnalando come pericolose situazioni che non lo sono, si inducono gli utenti della strada a considerare come inattendibili tali segnali e quindi a non rispettarli, anche quando il pericolo è reale. Del pari incongruo è spesso l'impiego dei segnali di precedenza, in particolare il segnale di "fermarsi e dare precedenza". L'art. 107 del regolamento prescrive che tale segnale deve impiegarsi nelle intersezioni "ove non sia stato possibile garantire condizioni di sufficiente visibilità, o comunque in situazioni di particolare pericolosità". Troppe volte il segnale è impiegato al posto del "dare precedenza", pur in condizioni normali e con visibilità garantita, nella erronea convinzione che in tal modo si sia attuata una più rigorosa regolazione del traffico....". Ed è ancora il Ministero dei LL.PP. che sui limiti di velocità non rispettati dalla generalità degli utenti della strada osserva : ".. ci sono amministrazioni che pongono limiti di velocità di 30-40 km/h, su strade scorrevoli e dove non è mai successo un incidente, che nessuno riconosce come idonei. Per fare un'operazione intelligente, converrà quindi imporre come velocità massima quella che non è superata dalla maggior parte dei veicoli; perché se l'85-90% degli utenti percorre quella strada, in condizioni normali, senza superare, quel limite, significa che quella è la velocità adatta per quel posto. Un'operazione del genere si è fatta in Italia rarissime volte, infatti si criticano frequentemente i limiti di velocità che sono spesso ignorati. Gli utenti della strada devono avere più rispetto, ma si deve anche ridare al segnale il significato e la dignità che merita. Collocando un segnale solo con lo scopo di scaricare le proprie responsabilità, è certo che si fa un pessimo servizio...".Anche l'utente della strada vanta dei diritti, soprattutto se a causa di obblighi discutibili viene penalizzato con decurtazione di punti sulla patente, con pesanti sanzioni economiche o, peggio ancora, con conseguenze per la propria ed altrui incolumità. Si segnala che il CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale) sta cercando di organizzare una rete di studi legali specializzati, articolata operativamente a livello nazionale e regionale, per spostare l'attenzione e le responsabilità degli incidenti stradali sugli Enti proprietari o gestori delle strade, a cui dovrebbero essere fatte risalire le cause di non meno di un terzo dei morti, invalidi e feriti che la strada produce.
P.S. Dopo pochi giorni dal nostro comunicato stampa, il segnale di "stop" è stato sostituito con un segnale di "precedenza"
Il 05/01/2005 è stata così commentata la delibera comunale del Comune di Cesena riguardante la destinazione dei proventi derivanti da violazioni al codice della strada ( € 1.895.600,00 di cui € 24.000,00 per il fondo pensione della polizia municipale): La materia è regolamentata dall'art. 208 del Codice della Strada. Le delibere comunali riguardanti la destinazione di tali fondi fanno spesso un riferimento acritico a tale norma, riportandone pedissequamente parte del testo. Bisognerebbe invece verificare più in dettaglio se la destinazione vincolata di tali fondi corrisponde in concreto alle finalità di cui ai commi 2 e 4 dell'art. 208 o se, invece, ne viene fatto un uso illegittimo, per coprire ad esempio buchi di bilancio. Altri aspetti delicati riguardano gli introiti ottenuti attraverso gli ausiliari del traffico, l'esistenza di forme d'incentivazione (non consentite) in favore di appartenenti a corpi di Polizia Locale, ecc...
Il 18/11/2004, anche nella veste di referente del C.N.O.S.S. (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale), ho inviato all'Ordine dei Dottori Commercialisti di Forlì una email con la quale chiedevo di sensibilizzare sull'argomento gli iscritti con incarichi di revisore contabile presso Enti Locali e di fare rimbalzare la questione sul tavolo del Consiglio Nazionale.
L'associazione PU.RI. ha fino ad ora incontrato diverse migliaia di studenti durante le lezioni di educazione stradale svolte nelle scuole di Cesena con ragazzi disabili, amici e familiari di vittime della strada, ma le richieste di sostegno e coinvolgimento rivolte all'Amministrazione Comunale e Provinciale hanno sempre trovato esiti deludenti. Per l'insegnamento obbligatorio dell'educazione stradale ritengo immorale che, anzichè utilizzare i fondi derivanti da sanzioni per violazioni al codice della strada o attingere ad altri specifici titoli di entrata, si faccia gravare l'onere sulle striminzite casse delle associazioni di volontariato costituite da disabili o familiari di vittime della strada. E' emblematica la risposta che venne fornita due anni fa al seguente invito della onlus PU.RI.: "Dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, Vi facciamo una domanda alla quale potrete rispondere semplicemente con un "sì" o con un "no". Ritenete utile l'attività della nostra associazione e siete disposti a sostenerla ed a collaborare concretamente rispettandone l'autonomia?". Il Sindaco di Cesena ci ha risposto dichiarando che l'Amministrazione Comunale è fortemente impegnata per migliorare la sicurezza stradale e che sia le Istituzioni pubbliche, sia le più diverse associazioni e organizzazioni sociali possono, ciascuno nel proprio ruolo e in piena autonomia, contribuire a rendere più sicura la vita di noi tutti. Bla..bla..bla. In sostanza la risposta alla proposta di collaborazione è stata "no".
In questi ultimi tempi il Comune di Cesena ha destinato grandi risorse al miglioramento della sicurezza stradale, ma l'efficacia e l'efficienza degli interventi non può essere valutata, come spesso succede, solo in termini di rotonde realizzate. Sono convinto che per fermare la vergognosa strage stradale in corso sia indispensabile intervenire con più determinazione su più fronti ed in particolare sull'educazione stradale degli utenti della strada (non solo rivolta a studenti), sull'incisività e sulla qualità dei controlli, sulla segnaletica inadeguata o contradditoria, sulla messa in sicurezza delle strade e sulla responsabilizzazione degli enti gestori delle stesse, su una più attenta regolamentazione dei flussi del traffico, sulla tutela degli utenti più deboli...... ed anche su una migliore collaborazione tra i soggetti più direttamente interessati, associazioni di volontariato comprese. La sensibilizzazione, gli stimoli e la critica costruttiva rappresentano un compito fondamentale di tante associazioni no profit, ma ciò non può essere interpretato come attività ostile nei confronti dei responsabili istituzionali (anche a livello centrale), portati spesso ad emarginare tali associazioni dai circuiti decisionali. Per perseguire il comune obiettivo di ridurre il numero delle vittime e dei disabili della strada, auspico per il futuro una più significativa e convinta collaborazione tra tutte le forze in campo, prevedendo adeguate risorse pubbliche per valorizzare e sostenere l'attività delle associazioni più direttamente impegnate sul versante della sicurezza stradale e sui trascurati aspetti di ciò che avviene nel dopo incidente. Firmato: Dr. Giuseppe Raduano