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UMILIAZIONI O INSULTI ?

 SONDAGGIO: Sicurezza Stradale: come ridurre il numero delle vittime e dei disabili.

Eravamo molto indecisi sull'opportunità di pubblicare una apposita pagina su questo argomento, poichè le esperienze che andremo a descrivere potrebbero fare vacillare alcune rassicuranti "certezze" o provocare qualche risentimento. Non intendiamo mettere in discussione funzioni, poteri, stima o autonomia decisionale delle varie istituzioni interessate, ma è invece nostra intenzione sensibilizzare chi di dovere, affinchè in futuro siano risparmiate sofferenze inutili a chi ha già tanto sofferto. Questo risultato lo si può raggiungere più facilmente immedesimandosi in ciò che prova chi certi fatti li subisce. Purtroppo spesso le più dolorose esperienze sono provocate proprio da coloro da cui ci si aspetterebbe solidarietà, giustizia, sostegno e conforto. Com'è possibile conciliare certi episodi con la risoluzione delle Nazioni Unite n. 40/30 (1985), nella parte in cui si raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime (anche della strada) con sensibilità e rispetto della propria dignità, adoperandosi per dare loro l'opportunità di esprimere e comunicare l'impatto che il trauma ha causato?

 Ritorsioni in Brasile per l'attività di volontariato svolta in Romagna

Incredibile, ma vero Marameo a chi ci vorrebbe Maramao  19/11/2006: Chissenefrega delle vittime della strada?

 Quattro vite da dimenticare  Modello 4 pirla in meno Il risparmio per la perdita di un figlio Educazione stradale con sensi di colpa

Convegni indigesti Un caso fortuito? Basta prevenzione o ti licenzio L'inutilità del nostro sito

No ad una S. Messa per i ragazzi Illazioni distruttive Non siamo faziosi Convocato in questura Una vita vale meno

Un accostamento sgradito Il nome non pronunciato Oltraggio all'associazione nella notte di Halloween Moralisti e curiosi senza vergogna

Già da qualche anno stiamo trascurando l'aggiornamento di questa pagina, perchè avremmo dovuto riportare troppi episodi di emarginazione, astio ed irriverenza nei confronti della nostra associazione e di ciò che rappresentiamo. E' emblematica ed incredibile la seguente esperienza (più dettagliatamente descritta sulla pagina "Recentissime 2008" di questo stesso sito) per la quale in data 04/06/2008 il quotidiano "Corriere di Romagna", redazione di Cesena, ha raccolto un'intervista fatta al Sindaco di San Mauro Pascoli sulle conseguenze provocate da una nostra denuncia che puntava il dito sulla pubblicità abusiva presente sulle strade, sulla segnaletica stradale carente od ingannevole e su altre inadempienze riconducibili alla Pubblica Amministrazione. La predetta intervista sembra assegnare lo spiacevole ruolo di capro espiatorio all'associazione PU.RI, rea di aver indotto il Comune di San Mauro Pascoli a prendere i provvedimenti sanzionatori che doveva obbligatoriamente adottare nei confronti di una società sportiva che faceva pubblicità stradale non autorizzata (c'era però un tacito accordo ?!?). Nel corso dell'intervista il Sindaco di San Mauro Pascoli ha fatto le seguenti sconcertanti affermazioni "Con la società Calcio San Mauro Mare c'era un tacito accordo, per cui la società metteva cartelloni pubblicitari in un impianto pubblico ed i soldi venivano sempre lasciati a loro. Poi c'è stata una denuncia e la Legge va rispettata.. Una volta segnalato ai Vigili Urbani questi sono dovuti intervenire altrimenti facevano omissione di atti d'ufficio..".

Purtroppo questi comportamenti sono molto più diffusi di quanto si possa pensare e chi cerca di contrastarli rischia di essere emarginato o, come in questo caso, peggio ancora. Se ci soffermiamo a pensare che per l'impegnativa attività di volontariato che svolgiamo nel monitorare le insidie presenti sulle strade ci aspettavamo almeno un "grazie" da parte della P.A e dell'intera comunità locale, c'è veramente da preoccuparsi per ciò che ci riserverà il futuro. Per i San Tommaso di turno, ecco l'articolo pubblicato dal Corriere di Romagna in versione integrale:

 

 

 Non c'è limite all'incosciente cattiveria di chi contrasta con ogni mezzo le iniziative di volontariato considerate scomode. Il presidente dell'associazione PU.RI dott. Giuseppe Raduano nel Gennaio 2009 si trovava a Maceiò in Brasile, dove qualche anno prima il figlio Stefano aveva avviato una piccola attività turistica (pousada-hotel) assieme a due amici d'infanzia. Andiamo al fatto. Si presentano in pousada due signori italiani di origine romagnola. Chiedono a Stefano se ha delle camere libere. Uno dei due gli chiede anche se è parente di quel Giuseppe Raduano responsabile di un'associazione che ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica di Forlì per denunciare la pubblicità selvaggia ed illegale presente sulle strade della vallata del Rubicone. Stefano risponde che il padre presiede un'associazione di familiari vittime della strada ma di non essere a conoscenza in dettaglio dell'attività svolta in ambito associativo. A quel punto il fantomatico personaggio gira le spalle e se ne va adducendo a motivo l'attività di volontariato svolta dal padre Raduano Giuseppe. Si è trattato di un episodio veramente aberrante e di una meschinità inaudita. Appena venuto a conoscenza dell'accaduto Giuseppe ha voluto avviare qualche indagine per individuare il responsabile di tanta vigliacca cattiveria. Non potevano essere tantissimi i romagnoli presenti in quel momento a Maceiò, così dialogando amichevolmente con il cantautore Pazzaglia di San Mauro Mare detto Beto Bahia (anche lui soggiornante a Maceiò in quel periodo) è venuto fuori che conosceva quei due romagnoli che erano andati a chiedere di pernottare nella Pousada Pura Vida, ma che poi avevano preferito una diversa struttura ricettiva. Grande è stata la sorpresa nell'apprendere che quella inqualificabile persona che aveva oltraggiato l'attività di volontariato svolta dall'associazione PU.RI, sputandole addosso il proprio veleno a più di 8000 chilometri di distanza dalla Romagna, aveva anche svolto incombenze riguardanti la sicurezza stradale ...

Verosimilmente si è trattato più di ignoranza che di cattiveria, perciò quell'individuo secondo il vocabolario Sgarbiano ha dimostrato di essere una CAPRA .. http://www.youtube.com/watch?v=cn7UGuDTh48

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L'associazione PU.RI. va emarginata e resa inoffensiva, magari inducendola a chiudere i battenti? Non soffriamo di complessi di persecuzione, ma gli indizi ed i fatti che convalidano questa tesi sono numerosi, precisi e concordanti. Le pagine del nostro sito web descrivono solo in parte le ipocrisie e le umiliazioni che l'associazione ha dovuto subire. Per i più scettici eccone un campionario:

  • Educazione stradale nelle scuole: Il Ministero dei Trasporti e LL. PP (nonostante la copiosa documentazione prodotta ed i ripetuti solleciti) non ha ancora riscontrato la richiesta d'inserimento nell'elenco della nostra onlus tra le associazioni con comprovata esperienza. Tale riconoscimento è ora indispensabile per l'abilitazione all'insegnamento dell'educazione stradale (prevalentemente affidato alle forze dell'ordine ed agli insegnanti interni alla scuola), perciò la onlus PU.RI svolge ormai questo genere di attività in modo saltuario e marginale, pur essendo molto diffusa la violazione dell'obbligo d'insegnamento nelle scuole Italiane. Nel corso delle nostre lezioni, abbiamo sempre cercato di coinvolgere i ragazzi e le loro famiglie in modo diretto, promuovendo, ad esempio, un lavoro collegiale (studenti, genitori ed insegnanti) di mappatura dei punti più pericolosi della viabilità locale o mettendo in risalto anche quelle responsabilità non strettamente riconducibili alla condotta di guida. Forse certi argomenti dovrebbero rimanere nella sfera dei tabù?
  • Emarginazione da parte delle Istituzioni locali più rappresentative: In quasi tutti i settori d'intervento delle Istituzioni Pubbliche il mondo del volontariato più direttamente interessato viene coinvolto, sia a livello propositivo che organizzativo. Ebbene, nel territorio in cui più assiduamente opera l'associazione PU.RI, da diversi anni i Comuni, le Province, le ASL, le forze dell'ordine, le scuole, le forze politiche e sindacali ed ogni altro soggetto pubblico e/o privato ignorano l'esistenza della nostra associazione, anche quando si devono affrontare problemi legati alla sicurezza stradale ed al dopo incidente. Ma non è tutto, perchè quegli stessi soggetti che emarginano la nostra associazione, si attivano poi per promuovere e sostenere altri organismi di volontariato "concorrenti", snobbando però le nostre disinteressate offerte di collaborazione in favore del nuovo sodalizio e/o facendo opera di proselitismo tra gli associati della PU.RI. Ma siamo proprio così fetentoni ed inutili?
  • Attività di sensibilizzazione attraverso gli organi d'informazione: Consultando il link "Bavaglio" di questo sito ci si potrà rendere conto della pesante censura esercitata da alcuni organi d'informazione nei confronti della nostra attività. Ma anche in questo caso non è tutto, perchè siamo stati protagonisti di un'esperienza incredibile, normalmente riservata a chi istiga alla violenza, alla prostituzione od ad altri comportamenti illeciti. Abbiamo richiesto ad un periodico intercomunale ed ai Sindaci della vallata del Rubicone di divulgare un messaggio di sensibilizzazione condiviso da numerose altre associazioni per fare inserire nella rubrica dei telefonini (con la sigla ICE) i numeri da chiamare in caso di grave incidente. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Abbiamo allora richiesto di inserire a pagamento il predetto messaggio, come previsto per la pubblicità commerciale. Anche in questo caso scena muta. Sulla base di quali considerazioni etiche o normative è stata ignorata la richiesta di inserimento pubblicitario?
  • Prevenzione e sostegno dei familiari delle vittime della strada da parte dei Vescovi dell'Emilia Romagna: Con nota del Maggio 2007 la Conferenza Episcopale Regionale dei Vescovi dell'Emilia Romagna ha diffuso un messaggio particolarmente forte e concreto sulla strage di giovani sulle nostre strade. Auspichiamo che finalmente siano da considerarsi definitivamente superate certe incomprensioni e situazioni di imbarazzo.

Umiliazioni a go-go per le vittime della strada, per i loro familiari e per le associazioni che li rappresentano. A tutti coloro che, con lacrime da coccodrillo, vorrebbero commemorarci con la canzone dedicata al compianto MARAMAO (.. Maramao perchè sei morto .. pane e vin non ti mancava .... ) mandiamo un beffardo MARAMEO.

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 Ecco il testo di una email che abbiamo fatto circolare il 10/11/2004:

"...Mi ha colpito lo stand della regione Emilia Romagna, all'interno del convegno internazionale sulla sicurezza stradale SISS, che è tappezzato con poster su cui è scritto: da 0 a 100 in 8 secondi...poi c'è la figura di un'auto incidentata...poi il commento... modello 4 pirla in meno. Già conoscevo questo infelice slogan, ma non pensavo che fosse inserito come perno del messaggio di un'istituzione pubblica. C'era un incaricato della regione Emilia Romagna e mi sono permesso di esprimere qualche osservazione... Non l'avessi mai fatto, perchè sono stato aggredito verbalmente e non ho potuto nemmeno finire il discorso, anche dopo avere fatto rilevare che mio figlio ha perso la vita come trasportato e che mi offendeva sentirlo definire "pirla". Ho pazientemente aspettato che il mio scortese interlocutore finisse di decantare una serie di grossolane idiozie (anche se ha tirato in ballo la genialità di Oliviero Toscani) e gli ho spiegato il significato letterale di quanto stavo leggendo (unico incidente con quattro vittime), visto che più della metà delle vittime della strada perde la vita per colpa di altri. Ergo, oltre al conducente sono dei pirla anche i trasportati che senza colpa hanno perso la vita. Domani farò un breve cenno su tale esperienza durante il mio intervento nel parallelo controvegno S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza)...". A seguito di quanto poi comunicato durante i lavori del convegno SOS, nella tarda mattinata del 12/11/2004, alcuni genitori di vittime della strada hanno energicamente contestato all'interno del padiglione fieristico di Rimini il poster incriminato, ottenendone la rimozione. Ecco il commento fotografico:

 a cui rispondiamo:

Con esposto del 4/2/2005 abbiamo sollecitato l'avvio di procedimenti conoscitivi per indurre certi soggetti ad una più attenta valutazione delle proprie azioni e degli effetti che le stesse esplicano sulla collettività, soprattutto quando tali azioni investono la sfera personale di "soggetti svantaggiati". Il PM ha presentato istanza di archiviazione.

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   Spesso nelle aule di giustizia le vittime della strada ed i loro familiari vengono raffigurati come persone che vogliono conseguire ingiustificati benefici economici approfittando del trauma che hanno sofferto. In un procedimento giudiziario i legali di un'assicurazione si sono opposti alla richiesta di pagamento del danno patrimoniale sofferto dai genitori per la morte del figlio, poichè il danno patrimoniale sarebbe stato più che compensato da quanto si sarebbe risparmiato per non dovere più sostenere i costi di mantenimento (vitto, vestiario, scuola...). Quel che più sconcerta è l'inserimento delle parole "più che compensato", quasi a volere significare che i genitori hanno ricevuto un beneficio patrimoniale (da rimborsare al responsabile del decesso?). Perchè vengono tollerate simili condotte processuali? Nello stesso procedimento è stato negato qualsiasi tipo di danno morale in favore dei nonni, poichè non c'era convivenza nel momento del decesso (per un diverso procedimento è significativa la sentenza 15019 del 15/07/2005 emessa dalla Corte di Cassazione, poichè riconosce il danno non patrimoniale in favore dei nipoti che avevano perso il nonno in un incidente stradale, non essendo il grado di parentela o la convivenza a delimitare il dolore ed il danno sofferto). Ritornando al caso trattato, la decisione del Tribunale è stata appellata, ma la sentenza N. 637 del 26/5/1998 emessa dalla Corte d'Appello di Bologna, presieduta dal Dr. Giorgio Mirone, oltre a negare la richiesta di nomina di un Consulente Tecnico d'Ufficio per verificare l'esistenza del danno biologico sofferto dai genitori della vittima (istanza rigettata perchè avrebbe assunto un valore meramente esplorativo), dichiara: ".. il pur immenso dolore dei genitori per la morte di un figlio risulta contemperato dalla presenza di un altro figlio e del coniuge, sicchè ben diversa si presenta la situazione a fronte di quella analoga che venga a colpire l'unico genitore privo di altra prole. Ne consegue il riconoscimento del danno morale di ciascun appellante nella misura minima indicata dalla suddetta tabella...". Una domanda sorge spontanea: se i genitori avessero avuto una prole più numerosa il danno morale sarebbe stato inferiore al minimo tabellare? La sentenza ha poi rigettato le altre richieste avanzate dai familiari della vittima, riguardanti il danno patrimoniale e la cancellazione di espressioni e concetti lesivi dell'onore del defunto e dei suoi familiari. La Corte d'Appello ha infine disposto che, in considerazione della parziale soccombenza e della novità dei parametri risarcitori adottati, sussistevano giusti motivi per una integrale compensazione delle spese processuali. Sentenza confermata dalla Corte di Cassazione.

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Tamara, Valentina, Francesca ed Alessandro nel Luglio 2001 hanno perso la vita sulla SS 16 Adriatica, all'uscita di Valverde di Cesenatico, schiantandosi contro un palo segnaletico esagerato e privo di protezione. Durante i lavori del nostro 5° convegno "Primaepoi" è stato organizzato un incontro per la messa in sicurezza della strada, a cui erano stati invitati numerosissimi rappresentanti istituzionali ed i principali organi d'informazione locale. Il Sindaco di Cesenatico Sig. Zoffoli Damiano ed un responsabile dell'ANAS confermarono con anticipo la loro presenza. L'incontro ha prodotto risultati di assoluto rilievo per la messa in sicurezza degli svincoli della SS 16 Adriatica, anche se in rappresentanza delle istituzioni interessate c'erano solo un incaricato dell'AUSL di Cesena, il Sindaco di Savignano sul Rubicone Sergio Gridelli ed un rappresentante dell'ANAS. Si è inutilmente atteso il Sindaco di Cesenatico ed i vari altri invitati. Il giorno successivo il presidente dell'associazione PU.RI. Dott. Giuseppe Raduano ha aperto la seconda giornata dei lavori del convegno "Primaepoi" con il seguente messaggio: "... spero che questo convegno possa servire anche come terapia e che ...(sono stati elencati una cinquantina di rappresentanti di istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali..) si accorgano che Tamara, Valentina, Francesca ed Alessandro ieri sono stati in un certo senso uccisi una seconda volta dall'indifferenza. ... al dibattito di ieri erano assenti anche gli organi d' informazione. Da una parte c'erano i genitori e gli amici delle giovani quattro vittime, assieme ai responsabili di alcune associazioni per la sicurezza stradale, e dall'altra ... la dimostrazione pratica di una vergognosa e colpevole indifferenza...".

Gli amici di Tamara, Valentina, Francesca ed Alessandro dopo l'incidente si sono adoperati, con successo, per fare inserire nei giardinetti in cui normalmente si davano appuntamento una piccola lapide in ricordo. In posizione attigua alla lapide hanno però stazionato per diverso tempo alcuni contenitori per la raccolta dei rifiuti. Quella lapide, tra l'immondizia dei contenitori rifiuti, rappresentava uno spettacolo indecoroso e per questo motivo i ragazzi ed i familiari delle giovani vittime hanno ripetutamente richiesto lo spostamento dei cassonetti. Si rileva, con un pizzico di spirito polemico e come segnalazione di fenomeno di costume, che l'attenzione e la considerazione riservata dal Comune di Cesenatico e dai principali organi d'informazione alla morte del "pirata" Marco Pantani è stata ben diversa da quella riservata a Tamara, Valentina, Francesca ed Alessandro. Da una parte si poteva e si può contare su un ritorno d'immagine positivo, mentre dall'altra è l'esatto contrario. Da una parte si alimenta il ricordo, mentre dall'altra si sparge la polvere dell'oblio.

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Ecco l'amaro commento che abbiamo indirizzato ad un'amica dopo la giornata Europea delle Vittime della Strada: ....avete fatto un ottimo lavoro di sensibilizzazione, ottenendo una preziosa collaborazione da parte degli organi d'informazione della vostra zona. Dalle nostre parti invece non è stato così. La ricorrenza era stata comunicata a tutte le redazioni provinciali dei quotidiani della Romagna, ma nessuna di loro ha dedicato un solo rigo alla commemorazione. Evidentemente in questa Regione, che è ai vertici della classifica nazionale dell'incidentalità stradale, le vittime della strada sono considerate vittime di serie "C". Lo hanno notato anche le molte persone che hanno visionato il nostro materiale divulgativo all'interno delle Chiese e dei cimiteri. Un fatto positivo però c'è stato. Dopo aver diffuso il comunicato "Non ci hanno tolto la voce" (il testo integrale è riportato su questo sito al link "bavaglio 2006") nessun personaggio politico ha strumentalizzato la ricorrenza per celebrare i propri "meriti", come invece si è spesso verificato in passato...

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  Si riporta un estratto dell'intervento dal titolo "Sicurezza stradale tra slogans, volontariato ed umiliazioni", con il quale il presidente della onlus PU.RI. ha aperto i lavori del convegno S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza), tenutosi a Rimini l'11/11/2004:

"... L'esperienza che mi appresto a descrivere racchiude tutti i passaggi a cui fa riferimento il titolo della relazione. Lo slogan a cui si fa riferimento è "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna", poichè questa emblematica esperienza si è verificata in Romagna; L'attività di volontariato riguarda l'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole, gratificata con delle umiliazioni, anzichè con un grazie.

Da diversi anni l'Associazione PU.RI. svolge lezioni di educazione stradale nelle scuole, avvalendosi della collaborazione di giovani disabili, genitori ed amici di vittime della strada. Nell'Ottobre 2004, dopo diversi incontri preliminari avuti con la locale amministrazione comunale e con una rappresentanza del mondo del volontariato locale, eravamo in procinto di realizzare un incontro nelle scuole medie superiori del posto, che doveva essere preceduto da un capillare opera di divulgazione. Da parte nostra, per accrescere l'incisività dell'intervento, avevamo proposto di coinvolgere anche il giovane disabile Alessio Tavecchio di Monza. Quando ormai tutto sembrava procedere per il meglio, si sono però verificati alcuni fatti spiacevoli, della serie umiliazioni o insulti. Eccone una sintesi:

- Pochi giorni prima dell'incontro, un'insegnante contatta il "nostro" giovane docente disabile Nicola Gazza, chiedendogli di intervenire in solitario, poichè l'associazione non interessava. Con imbarazzo Nicola ci informa dell'accaduto, ma, dopo un colloquio telefonico col preside, si ritorna al progetto iniziale. Perciò nei giorni successivi inoltriamo alla scuola uno specifico questionario didattico, prenotiamo l'hotel per Alessio e definiamo ogni dettaglio, affinchè tutto vada per il meglio.

- Finalmente arriva alla chetichella il giorno fatidico. L'iniziativa non ha avuto alcun sostegno divulgativo. Accediamo nell'aula magna della scuola facendo superare ai nostri docenti disabili una infelice barriera architettonica. L'incontro è coinvolgente ed incisivo. Solo una esigua minoranza di studenti si distrae con alcuni giochini demenziali. Per questo motivo al termine dell'incontro i genitori di vittime della strada presenti ed i cinque nostri docenti manifestano una certa amarezza.

- Due giorni dopo diffondiamo un comunicato stampa nel quale esprimiamo soddisfazione per il coinvolgimento degli studenti, ma facciamo anche un accorato appello, affinchè venga fatta opera di sensibilizzazione nei confronti di quei pochi studenti che durante la lezione di educazione stradale si erano trastullati con giochini demenziali. Era nostro compito farlo, poichè, in accordo con la scuola, si doveva organizzare un successivo percorso didattico legato all'incontro, come poi effettivamente è avvenuto.

- Pochi giorni dopo ci perviene una lettera del dirigente scolastico che esprime rammarico. Ma per cosa? Per avere diramato un comunicato stampa in cui si parlava dell'amarezza provata dai genitori delle vittime della strada presenti all'incontro, per non avere previsto che i giornali avrebbero trattato in "negativo" la vicenda, per non avere inserito nel comunicato alcun ringraziamento nei confronti di scuola ed organizzatori, per non avere dimostrato rispetto per scuola, insegnanti e studenti.

- Non volendo alimentare sterili polemiche, dopo qualche incertezza decidiamo di fare conoscere al dirigente scolastico la nostra versione dei fatti e per farlo richiamiamo gli stessi concetti di base utilizzati nella lezione di educazione stradale: 1) consapevolezza 2) passaggio di un ideale testimone per dare un senso alla nostra opera di sensibilizzazione. Precisammo che, se da una parte pochi studenti avevano inconsapevolmente offeso i docenti disabili ed i genitori di vittime della strada presenti all'incontro, dall'altra invece si era deciso, più o meno consapevolmente, di creare scompiglio all'interno dell'associazione PU.RI, di distorcere il messaggio di sensibilizzazione diffuso col comunicato stampa (imbrattandone le finalità), di procurare sensi di colpa in chi volontariamente stava svolgendo un'attività di solidarietà sociale.

- Come chicca finale di sapore punitivo, l'associazione PU.RI., ad onta delle assicurazioni ricevute, ha dovuto farsi carico di tutte le spese incontrate (comprese le spese per la trasferta ed il soggiorno di Alessio) e nel notiziario comunale non è stato fatto alcun cenno all'incontro avvenuto nelle scuole locali. Non per essere venali, ma per l'insegnamento obbligatorio dell'educazione stradale nelle scuole è immorale che, anzichè utilizzare i fondi derivanti da sanzioni per violazioni al codice della strada o attingere ad altri specifici titoli di entrata, si faccia gravare l'onere sulle striminzite casse delle associazioni di volontariato costituite da disabili o familiari di vittime della strada. Ma chi deve vigilare sulla regolarità contabile/civile di certi Enti e sulla destinazione delle entrate con vincolo di destinazione (sanzioni), dove guarda?.."

Probabilmente certi comportamenti vengono assunti in modo inconsapevole, senza considerare gli effetti che possono provocare su chi ha delle ferite che rimarranno sempre aperte... Non proviamo astio nè ci sentiamo feriti nell'orgoglio, ma intendiamo rivendicare dignità per la nostra attività di volontariato, per le vittime ed i disabili della strada, per i loro familiari, per chi soffre, per gli utenti della strada... per la vita. Continueremo a rivendicare dignità e rispetto senza compromessi, anche se saremo sempre disponibili al dialogo ed alla collaborazione.. Certe esperienze pregiudicano la nostra attività, perciò altri dovrebbero provare sensi di colpa.

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 Il 01/11/2005 è stato diffuso il seguente comunicato per stigmatizzare l'oltraggio (presumibilmente involontario) arrecato all'associazione da parte di alcuni giovani teppisti: in qualità di semplice cittadino, nonchè di Presidente dell'Associazione "PU.RI." Onlus (Punto di Riferimento familiari vittime) e di responsabile per la provincia di Rimini dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada, desidero denunciare gli impuniti atti di teppismo che si consumano nella notte di Halloween. In particolare segnalo l'oltraggio (verosimilmente involontario) arrecato alle associazioni familiari vittime della strada che rappresento, proprio alla vigilia delle festività dei morti.

Ieri sera, alle ore 21,00 circa, un gruppo di ragazzi adolescenti, mascherati in stile Hallowen, ha suonato il campanello. Sono uscito ed ho riferito gentilmente ai ragazzi di non volere partecipare ai "festeggiamenti", ricevendo in risposta frasi di irrisione ed una serie di atti vandalici. Alle ore 22,30 circa sono stati lanciati petardi e cocci all'interno della mia proprietà. Il campanello è stato bloccato con del nastro adesivo. Evidentemente permessivismo ed assenza di vigilanza sono interpretati da questi giovani teppisti come licenza per dare libero sfogo a comportamenti incivili.

Nella mattinata del 1/11/2005 ho fatto l'inventario dei danni ed ho preso atto dello scempio avvenuto, provando sdegno e disgusto nel constatare che le targhette riportanti le denominazioni delle associazioni familiari vittime da me rappresentate erano state imbrattate.

Purtroppo molte ricorrenze che dovrebbero farci riflettere sui più autentici valori della vita si sono trasformate in occasioni per praticare del consumismo sfrenato e per mettere in atto forme di delinquenza che altrimenti non sarebbero tollerate. In ballo ci sono forti interessi economici e le famiglie vengono indotte a rimanere succubi della pubblicità o delle mode del momento. Basta accendere la televisione e sintonizzarsi su un qualsiasi canale per essere letteralmente bombardati da messaggi illusori che stanno profondamente cambiando il nostro modo di vivere e le nostre prospettive. Si pensi alla conseguenze che tutto ciò comporta sulla mente di un innocente bambino e soprattutto su quella dell'adolescente e dell'adulto che è destinato a diventare.

Non ci si può mettere a posto la coscienza sostenendo che si tratta di un fenomeno generale collegato al cosiddetto "progresso". E' demenziale mettere in relazione il progresso con la degenerazione culturale in atto. Spesso ci si accorge di quanto preziosi siano certi valori solo dopo averli perduti. Si danno per scontati, ritenendo che possano perderli solo gli altri. E questa è una terribile illusione.

Il 02/11/2005 è stata presentata formale denuncia contro ignoti presso il locale comando dei Carabinieri.

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  Per ben cinque anni abbiamo promosso in provincia di Rimini il convegno "Primaepoi" sulla sicurezza stradale e su vari "delicati" aspetti del dopo incidente. Il Comune e la Provincia di Rimini non hanno mai voluto accordarci nè il loro patrocinio nè un qualsiasi altro tipo di sostegno od incoraggiamento. Dopo aver inutilmente richiesto un loro coinvolgimento per realizzare la sesta edizione della manifestazione, abbiamo deciso di ricercare una più appropriata sede altrove. Se ciò non sarà possibile, interromperemo la manifestazione. Il mancato sostegno delle istituzioni Riminesi e delle altre istituzioni interpellate ci ha fatto spesso sentire come degli "appestati". Per tale motivo stiamo attribuendo a questi comportamenti un significato molto preciso. Non si tratta di orgoglio ferito, ma di diritto/dovere a rivendicare dignità per tutto ciò che facciamo e rappresentiamo. Dignità e rispetto. Anzichè chiederli, li pretenderemo.

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 A Mirandola un quindicenne che procedeva in bicicletta è stato ucciso da un rimorchio che si era staccato da un camion proveniente dalla corsia di marcia opposta. I successivi accertamenti verificarono che il rimorchio non era stato sottoposto alla revisione nei termini prescritti, che nel momento dell'incidente la velocità del mezzo sarebbe stata superiore a quella prevista in quel tratto di strada, che lo sganciamento del rimorchio era stato provocato dalla rottura o dalla sfilettatura di un dado metallico. Il sostituto procuratore Dr. Enrico Cieri della Procura della Repubblica presso la Pretura Circondariale di Modena richiese in data 6/12/1993 l'archiviazione per insussistenza del fatto, dovendo ascriversi l'evento a fatto fortuito. Dopo l'ordinanza di rigetto della richiesta di archiviazione del GIP, il Pretore dott. Enrico Saracini presso la Pretura Circondariale di Modena ha assolto il conducente dell'autocarro dal reato a lui ascritto con sentenza N. 45 del 28/6/1995, perché il fatto non sussiste. La sentenza è stata appellata dal Vice Procuratore onorario presso la Procura della Repubblica presso la Pretura di Modena. Il padre del ragazzo ci comunicò che a seguito dell'imminenza del termine di prescrizione ed in funzione di tale quasi certa eventualità, la compagnia di assicurazione, dopo sei anni dall'incidente, ha fatto una offerta telefonica scandalosa per risarcire il danno. Non siamo a conoscenza dell'esito finale del contenzioso.

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  Un giovane amico ci ha fatto pervenire il seguente messaggio:
Scrivo purtroppo a causa di una grossa delusione che mi ha fatto capire quanto sia totale il disinteresse per l'argomento incidenti stradali e tutela della vita dei giovani. Lavoro in discoteca la domenica pomeriggio a Torino, ho 24 anni e domenica scorsa ho deciso di distribuire un centinaio di fotocopie in cui era scritta la storia che un mio amico raccontava di una sua cugina che a 14 anni è morta in incidente causato dall'alta velocità e dalla presunzione del guidatore che, come tanti giovani, pensava di poter guidare ad altissima velocità, in quanto dichiarava le sue doti di pilota. Il risultato purtroppo e' stato questo. So che per il mio amico è stato uno sforzo non indifferente ricordare in una lettera quella sera della tragedia, ma abbiamo deciso che era utile per colpire i ragazzi. Sul retro dei fogli erano stampate delle foto di incidenti gravi che potessero colpire il lettore. Ho distribuito questi fogli all'interno della discoteca, con l'invito a metterseli in tasca e leggerli a casa. Quasi nessuno l'ha buttato, dimostrazione che anche i giovani hanno una sensibilità di fronte a certe cose e magari questo può un giorno salvare la vita.
Questa domenica l'organizzatore della discoteca mi comunica SCOCCIATO E INNERVOSITO di non fare MAI PIU' volantinaggio di questo tipo all'interno del locale PERCHE' LA GENTE VIENE QUA PER DIVERTIRSI E CERTE COSE NON E' OPPORTUNO LEGGERLE. !!!!! Sono rimasto senza parole pensando alla povera cugina e al mio amico, un insulto a tutti quelli che si adoperano per fermare la strage dei giovani. Premetto che continuerò a distribuire quei fogli fuori dal locale ma la delusione è' stata forte. Che persone schifose!!! E dire che la domenica che ho dato i fogli tutti si sono divertiti me compreso, la riflessione era orientata al momento in cui una arriva a casa tranquillo e si legge quel foglio per riflettere, non ho chiesto a nessuno in discoteca di uscire per leggerlo!!! Non ho rovinato a nessuno la domenica pomeriggio di musica!! Non aggiungo altro, se non la preghiera per tutti di continuare nonostante certe persone ci disprezzano per quello che facciamo....che vergogna!! Ciao..
  Per vocazione, per statuto e per Legge la nostra associazione svolge un'attività di solidarietà sociale, sia in materia di prevenzione che di dopo trauma. Purtroppo moltissime istituzioni non sono ancora in grado di intervenire direttamente ed adeguatamente al riguardo. Nel Gennaio 2004 abbiamo perciò richiesto di inserire nei loro siti WEB un richiamo al nostro sito associativo, con lo scopo di essere di qualche utilità a chi vorrà contattarci. Su 34 istituzioni interpellate, solo due ci hanno comunicato di avere inserito il link della nostra associazione sui propri siti. Le altre ritengono evidentemente che la nostra attività sia poco utile oppure non gradiscono i contenuti delle nostre pagine web.

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  Prima dell'inizio del 1° convegno "primaepoi", alcune mamme hanno richiesto alla Curia Vescovile di poter celebrare una Santa Messa commemorativa presso la sede del convegno, in memoria dei tanti ragazzi prematuramente volati in cielo. La richiesta è stata respinta con questa motivazione: le funzioni religiose possono essere celebrate solo nei luoghi di culto. Sono previste deroghe in casi particolari, ma solo per manifestazioni nelle quali c'è larghissima partecipazione di pubblico. Si è invece accertato con rammarico che non è sempre così. Negli anni successivi l'atteggiamento non è cambiato. In occasione della giornata Europea dedicata alle vittime della strada del 16/11/2003 fu fornita la seguente risposta alla richiesta di commemorazione nelle parrocchie della diocesi di Rimini : "... E' probabile che la Giornata da Lei proposta sia già stata inserita; in tal caso la segnalazione, con l'intenzione di preghiera, è già stampata sul foglietto "La Domenica" in distribuzione nelle chiese. Il Vescovo segnala di non potere accogliere la proposta di celebrare in Cattedrale per l'intenzione suggerita perchè tale celerazione non viene mai fatta in occasione di simili "Giornate". Lei sa che quasi ogni domenica ricorre un invito analogo: per le mdiverse malattie, per varie situazioni sociali, ecc...".

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  Le nostre offerte di collaborazione e le nostre richieste di patrocinio o di incontro rivolte alle istituzioni più direttamente interessate alla sicurezza stradale vengono quasi sempre ignorate o rifiutate. Pur provando profonda delusione per la scarsa considerazione nei confronti delle nostre attività di solidarietà sociale, continueremo ad esprimere ogni possibile sforzo per fermare la strage stradale e per dare sostegno alle vittime ed ai loro familiari. Giudichiamo però meschina ed intollerabile la divulgazione di notizie tendenziose il cui unico scopo sembra essere quello di arrecare discredito all'attività ed all'immagine della nostra associazione. Insomma c'è chi subdolamente inventa ed alimenta vergognose illazioni per contrastare la nostra attività di solidarietà sociale. Abbiamo raccolto voci (ne sospettiamo la provenienza) che raffigurano il nostro sodalizio come luogo di incontro nel quale si svolgono riprovevoli sedute spiritiche o che mettono in guardia i potenziali "adepti" dal rischio di essere spennati di ogni loro avere. Questi perversi ed irresponsabili moralisti non meriterebbero risposta, ma per mettere in luce l'ipocrisia di certe affermazioni si precisa che il costo iniziale di iscrizione alla nostra associazione ammonta a ben 25,00 Euro per gli adulti e 5,00 Euro per i ragazzi (una tantum). In tanti anni di attività l'associazione PU.RI. non ha mai richiesto ai propri associati alcun contributo annuale d'iscrizione ed è raro trovare sodalizi che riservano analogo trattamento ai propri "polli". A scanso di equivoci, precisiamo che non ci procuriamo fondi con attività criminali.

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  Da qualche anno i rapporti con il Comune di San Mauro Pascoli (in cui ha sede la nostra onlus) sono quasi inesistenti. Probabilmente tutto è successo perchè abbiamo osato criticare un modello di educazione stradale, da noi ritenuto troppo festaiolo. Per questo motivo l'assessore interessato, dopo avere definito "fazioso e non collaborativo" l'atteggiamento del Presidente della onlus PU.RI. in occasione dell'incontro "Sulle strade senza paura", ha dichiarato che ai preadolescenti deve essere data motivazione, coinvolgimento e responsabilità, ma senza patemi e visioni catastrofiche della vita. L'assessore ha definito le nostre critiche "note stonate" ed ha lamentato nostre carenze propositive (tra l'altro avevamo espresso molte perplessità sulla dimostrazione di guida sicura affidata ad un noto campione di rally con un'auto elaborata in chiave corsaiola). Nella nostra necessaria risposta ribadimmo la collegialità (anche decisionale) del sodalizio ed il buon senso di certe nostre osservazioni. Concludemmo la lettera in questo modo: "...nella veste di presidente di una associazione che affonda le proprie radici nelle tragedie che la strada produce, quali obiettivi faziosi da anteporre alla sicurezza stradale dovrei perseguire? Da parte mia rispetto la dedizione con la quale assolve alle incombenze del Suo mandato istituzionale, anche se non condivido alcune Sue scelte. Naturalmente tutti possono sbagliare, ma Le ribadisco che per alcuni aspetti della mia attuale attività di volontariato io rappresento (più o meno degnamente) le vittime della strada ed i loro familiari. Le offese arrecate direttamente o indirettamente alla loro dignità (omissis)... Riterrei stupido trasferire sul piano personale i contrasti ed i confronti che maturano in attività di solidarietà civile e sociale". Per una serie di strane coincidenze, da allora le scuole del luogo non hanno dimostrato alcun interesse per la nostra attività didattica in materia di educazione stradale, gli spazi comunali su un periodico locale ci sono stati preclusi, i nostri inviti e le nostre proposte di collaborazione non hanno più trovato risposte di segno positivo. A prescindere da ogni altra considerazione, vogliamo evidenziare che se in una comunità viene a mancare il rispetto e la solidarietà verso le vittime della strada ed i loro familiari, ciò significa che in quella comunità si sta sviluppando una inquietante e pericolosa degenerazione culturale.

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 Nell'Ottobre 2001, pochi giorni prima dell'inizio del 3° convegno "primaepoi", il Dr. Giuseppe Raduano, presidente della nostra associazione, è stato convocato dalla Questura di Forlì per fornire urgenti informazioni e documentazione sull'attività svolta dalla onlus PU.RI. e sulla natura della manifestazione. Evidentemente "qualcuno" aveva sollecitato delle indagini sull'associazione e sulla natura del convegno, forse per impedirne l'imminente realizzazione. Con un certo disagio ed imbarazzo il presidente ha fornito i chiarimenti richiesti esibendo, tra l'altro, una comunicazione di apprezzamento da parte del Ministero degli Interni per l'attività svolta dal sodalizio. Tutto si è poi risolto per il meglio, ricevendo alla fine del colloquio le espressioni di stima e solidarietà da parte del funzionario incaricato.

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 Per l'omicidio stradale di un tredicenne, il responsabile ha patteggiato la pena di 4 mesi di reclusione, naturalmente col beneficio della sospensione condizionale. Lo stesso Tribunale nelle settimane successive ha inflitto la pena di otto mesi di reclusione ad un camionista svizzero, rinviato a giudizio per aver offerto 50mila lire agli agenti che gli stavano contestando una contravvenzione al Codice della strada ed ha condannato a quattro mesi di reclusione un sacerdote di 83 anni, reo di aver spostato un altare ritenuto di interesse artistico. Gli organi di stampa hanno totalmente ignorato la sentenza riguardante l'omicidio stradale del tredicenne, ma hanno dato ampio risalto alle sentenze che riguardavano il camionista ed il sacerdote. Il dopo incidente non interessa, ma la "giustizia" e "l'informazione" stanno assumendo orientamenti inquietanti.

 Un religioso ha assunto iniziative estremamente determinate e meritorie per la messa in sicurezza di una strada costellata di croci. Riprendendo la notizia dagli organi di stampa, l'avevamo inserita su una pagina del nostro sito associativo. Il religioso ci ha chiesto di rimuovere dal sito qualsiasi riferimento alla sua persona, come se l'accostamento del suo nome al nostro sodalizio potesse in qualche modo lederne la reputazione.

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  Nell'annuale SS. Messa di commemorazione, in memoria di una adolescente prematuramente scomparsa, la Chiesa era piena di giovani amici. Uno di questi, a nome di tutti gli altri, ha fatto una breve dedica nelle intenzioni di preghiera. Il sacerdote invece non ha mai richiamato nè il motivo di una così numerosa partecipazione alla funzione religiosa nè il nome della defunta. Appena terminata la SS. Messa e con comprensibile imbarazzo, la mamma ha chiesto al sacerdote perchè non avesse mai pronunciato il nome della figlia nel corso della funzione. Le è stato risposto che il nome era già stato citato una volta dall'amico e ciò doveva ritenersi sufficiente. Episodi simili si verificano con una certa frequenza.

  Dopo poche settimane dalla perdita del proprio figlio, una mamma era raccolta in preghiera nella celletta cimiteriale, riparata dagli sguardi di estranei. Non Le fu possibile evitare di ascoltare i commenti che facevano alcune "donnette" sulla morte del ragazzo. Una di esse diceva quasi compiaciuta: il Signore è veramente giusto poichè fa provare certi dolori anche alle famiglie economicamente più agiate, come nel caso di...(facendo il nome del ragazzo). In un altro caso una persona molto "curiosa" rivolse la seguente domanda ad una mamma che aveva perso il figlio da circa una settimana: Mi scusi, ma potrei sapere se l'assicurazione si è già messa in contatto con voi e quanto vi ha offerto per la morte del figlio?

Quante umiliazioni ingiustificate e quanti insulti continuano a consumarsi nella più totale indifferenza!!!

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