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Ultima modifica: giovedì 24 febbraio 2005 23.25

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Puntotreporte è il sito che parla della possibile chiusura degli stabilimenti FIAT di Termini Imerese ed Arese. Il sito dalla parte dei lavoratori. Tutte le notizie che vi trovate sono raccolte in rete o comunicate dagli stessi autori. Per qualunque segnalazione o per inviare un documento, scrivete al webmaster (autorizzando alla pubblicazione e al trattamento dei dati personali forniti) all'indirizzo
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.:[Pensiero]:.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
 

.:[Ringraziamenti]:.

Grazie a tutti coloro che si stanno adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto e documenti.

 

Documenti

Intervento dell’on. Giuseppe Lumia alla Camera dei Deputati sulla FIAT
la Mozione sarà votata mercoledì 27 novembre ore 16-18

Stenografico Aula in corso di seduta Seduta n. 229 del 26/11/2002 (Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Lumia, sulla mozione Violante n. 1-00120, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LUMIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo ad un passaggio delicato per la vita industriale del nostro paese. Da come sapremo affrontare la grave crisi della FIAT emergerà un’Italia forte, innovativa, coesa e solidale, oppure verrà fuori l’antica Italietta, piccola, divisa, pasticciona, furbetta e marginale nel sistema produttivo europeo e mondiale. I lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno mostrato di avere la cultura giusta e l’approccio giusto alla crisi. Hanno avanzato proposte unitarie, capaci di non dividere il paese, in grado di rilanciare il settore auto a Termini Imerese, come a Melfì, a Torino, come a Cassino e in tutti gli altri stabilimenti presenti nel nostro paese. Hanno rifiutato il tranello degli ammortizzatori sociali, in altre parole, del contrattare la sconfitta: in particolare, la chiusura di Arese e di Termini Imerese ed il ridimensionamento della presenza della FIAT nel settore auto e della presenza complessiva del nostro paese nel settore industriale della produzione dell’auto. I lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno chiesto da subito il tavolo industriale perché la crisi è industriale e perché su tale settore bisogna trovare le soluzioni adeguate e giuste. Con il loro impegno sono riusciti a aprire uno spiraglio, risultato di ieri sera. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori hanno bloccato la trappola della cassa integrazione guadagni ed hanno costretto la FIAT ed il Governo a stare seduti attorno ad un tavolo. Quindi, sono riusciti a mettere in discussione il piano industriale della FIAT, a svelare la vacuità della presenza del Governo, l’assenza di proposte serie e della capacità tempestiva di intervenire con autorevolezza ‘e con argomenti.
A questo proposito, vorrei segnalare in modo particolare le straordinarie capacità che hanno dimostrato i lavoratori e le organizzazioni sindacali di Termini Imerese. Non penso di esagerare o di fare campanilismo sottolineandone le virtù. Hanno capito subito la portata della questione ed hanno protestato in modo davvero severo, ma civile. Hanno coinvolto tutti gli strati sociali presenti in Sicilia e a Termini Imerese ed hanno saputo creare un rapporto positivo con tutte le aziende dell’indotto. Inoltre, sono riusciti anche ad interloquire con altri stati sociali: pensiamo le donne che con intelligenza, dignità e progettualità hanno avanzato proposte buone per tutti gli stabilimenti, dando così lezioni anche a chi voleva dividere e contrapporre fra di loro gli stabilimenti.
Invece, nello stesso tempo è stato evidenziato un atteggiamento sbagliato della FIAT, che in questi anni è stata ingannevole e non ha saputo investire adeguatamente nel settore auto: ha diversificato dove sono più facili i guadagni finanziari ed è stata incapace di produrre un piano industriale robusto, credibile, innovativo di rilancio per produrre e non di rilancio per vendere al miglior prezzo alla Generai Motors. Ieri la FIAT ha subito un primo stop e ha dovuto prendere atto che il piano industriale non è adatto al rilancio produttivo: adesso dovrà fare altro.
Innanzitutto dovrà dare un segnale di rilancio finanziario del settore auto, ciò attraverso la dismissione dei gioielli di famiglia per abbattere i debiti ed avere più forza nel rapporto con le banche e la Generai Motors e diventare così, nello stesso tempo, più credibile nei confronti del mercato, più capace di rapportarsi con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, più forte nell’intraprendere strade nuove per il settore auto che produce e sta in Europa con l’innovazione, con la testa, con il cuore e con le strategie. La FIAT dovrà rivedere il piano industriale e dire chiaramente quali innovazioni di prodotto e di processo dovrà realizzare, come creare nuovi modelli, come prepararsi alle energie alternative e come allocare i nuovi modelli e le quote di produzione stabilimento per stabilimento. In particolare, dovrà saper indicare, in modo molto concreto e meno generico di ieri sera, qual è il futuro dello stabilimento di Arese e di Termini Imerese. Riguardo a Termini Imerese dovrà contrattare
con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, non solo la riorganizzazione di una linea produttiva con il rilancio della Punto, ma, sin da adesso, dovrà riuscire a localizzare un nuovo modello su cui impegnare la seconda linea e dare, quindi, una soluzione stabile, lunga, solida e non solo congiunturale e legata semplicemente allo sprazzo di qualche mese.
Anche il Governo non è stato all’altezza dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, si è trattato di un esecutivo scorretto in molti passaggi. Pensiamo agli incontri ad Arcore: come può un grande paese affrontare un tema così delicato e decisivo del suo passato, del suo presente e del suo futuro nell’ambito di un incontro personale tenuto in una casa privata? Si è trattato di un Governo pasticcione che ha avanzato proposte contraddittorie, spesso incredibili: dalla partecipazione al capitale pubblico alla esaltazione del libero mercato, sino alla proposta ridicola ed irrealizzabile di trasferire i lavoratori in esubero verso nuove professioni, come ad esempio quella di infermiere professionale. Il governo ha lasciato molto spazio al tema della cassa integrazione, delle riconversioni produttive arrivando in ritardo ed impreparato al tavolo della contrattazione. Un Governo serio deve intervenire con proposte e risorse, così come è avvenuto in Francia ed in Germania e ciò, senza che questo abbia creato scandalo o interventi censori della Commissione europea. Noi Democratici di sinistra abbiamo subito chiesto la costituzione di un tavolo, non presso il Ministero del lavoro, ma presso la struttura delle attività produttive. Abbiamo dato la nostra piena disponibilità a lavorare insieme con la maggioranza per affrontare con molto rigore la questione della crisi e trovare le soluzioni più adeguate. Non ci siamo limitati a questo: siamo stati sempre accanto ai lavoratori ed abbiamo anche avanzato delle proposte realizzabili. Abbiamo chiesto l’immediato blocco dell’attuazione del piano industriale della FIAT per la chiusura, in particolare, degli stabilimenti. Abbiamo anche chiesto di subordinare, come è scritto nella mozione, l’eventuale attivazione degli ammortizzatori sociali ad un piano industriale nuovo e credibile. Abbiamo anche chiesto al Governo di adoperarsi per evitare la chiusura degli stabilimenti di Arese e di Termini Imerese, opponendo un netto rifiuto alle proposte della cassa integrazione guadagni a zero ore e, nello stesso
tempo, abbiamo avanzato delle proposte concrete per contribuire alla ricerca di una soluzione che assicuri la presenza industriale automobilistica in tali realtà, attraverso il mantenimento della produzione e con l’assegnazione immediata di nuovi modelli produttivi, da incentivare con adeguati strumenti della programmazione negoziata e con il coinvolgimento delle regioni interessate. Queste proposte le abbiamo fatte valere chiedendo che il Parlamento sia coinvolto; quest’ultimo - ahimè è arrivato un po’ in ritardo, adesso deve senz’altro recuperare, discutere e confrontarsi e, domani, votare. Infatti, abbiamo bisogno di un voto per far recuperare al Governo una funzione più forte e più credibile per fare in modo che quel tavolo sia risolutivo ed ìn grado, realmente, di rilanciare la FIAT, di collocarla bene nel mercato europeo ed internazionale, affinché tutti gli stabilimenti, a partire da quello di Termini Imerese, abbiano un futuro produttivo e certo.