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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
come lei ben saprà, la crisi della Fiat in Italia è lo specchio di un
malessere che attraversa l’intera Industria automobilistica in Europa.
La minacciata chiusura in Italia di interi stabilimenti di produzione,
com’è il caso di Termini Imerese, e il probabile licenziamento dl migliaia
di operai sono le conseguenze del fallimento d’una strategia industriale
che si è rivelata incapace di far fronte alle recessioni del mercato e
alle opportunità della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Il timore è
che il caso della Fiat non resti in Europa solo un episodio isolato.
Ci rivolgiamo a lei, signor Presidente, chiedendole di adoperarsi per
un’iniziativa di riflessione e di ascolto che sappia proporre in Europa
strumenti di prevenzione e soluzioni non punitive nei confronti della
forza lavoro. Pensiamo ad un'audizione pubblica che potrebbe essere
organizzata a Bruxelles, anche congiuntamente dalle Commissioni per gli
Affari Sociali, per l’Industria e Regionale. Un incontro al quale invitare
i rappresentanti delle aziende automobilistiche europee, dei lavoratori,
dei consumatori e delle Istituzioni europee.
Potrebbe essere l’occasione, signor Presidente, per avviare un'analisi
approfondita e urgente sullo stato di salute dell’industria
automobilistica in Europa e sulla praticabilità di una iniziativa politica
da parte dell'Unione Europea.
In attesa d’un suo riscontro, gradisca signor Presidente i sensi della
nostra stima