Punto_tre_porte è il sito che parla
della possibile chiusura dello stabilimento fiat di Termini Imerese. Tutte le
notizie che vi trovate sono raccolte in rete. Quelli che trovate qui sono
solo dei link. Per qualunque segnalazione scrivete al webmaster (autorizzando alla pubblicazione e al trattamento dei dati personali forniti)
puntotreporte@libero.it |
Questo sito è mantenuto da Salvatore Vitale cittadino amareggiato e non rassegnato di Termini Imerese. Chiunque volesse aiutare nella redazione scrivaa
salvatore.vitale@inwind.it |
Dicci la tua; scrivi sulla lavagna
quello che pensi di questa vicenda!
Clicca sul pulsante
|
Sondaggio: Clica sul pulsante per
vedere il quesito.
|
Scrivi al webmaster
Usa il modulo
|
Il
sito dell'AVIS
Associazione Volontari Italiani Sangue. Chi dona sangue dona la vita! |
|
I vostri contributi
From: Barbara B. [mailto:lillax3@yahoo.com]
Sent: Monday, October 14, 2002 11:57 AM
To: puntotreporte@libero.it
Subject: Leggetelo tutti: e' davvero IMPORTANTE!
Cari amici,
vi invio un'intervista di un lavoratore della fabbrica
Zanon in Argentina. Leggetelo, diffondetelo,
pensateci! Non vi fate infinocchiare dai sindacati,
QUESTA E' L'UNICA VIA D'USCITA PER TUTTI VOI!
Un bacio
Barbara
PS Se volete contattare i lavoratori della Zanon, la
loro email e' questa: acunac2@hotmail.com
------------------
INTERVISTA A CARLOS, COORDINATORE DELLA PRODUZIONE DI
CERAMICA DELLA ZANON.
CHE LAVORO SVOLGI NELLA FABBRICA?
Il mio lavoro e' di coordinare le singole attivita'
che si svolgono nell'impianto. Fui proposto e votato
in assemblea. Coordino i vari responsabili
della produzione, per ogni distinto settore:
atomizzazione, linea di
colore , forno, vendita, acquisti e selezione.
COME VA LA PRODUZIONE?
La produzione e' assolutamente migliorata: cominciammo
con niente, senza
denaro, utilizzando una parte del denaro che avevamo
ricavato dalla vendita
degli stock vinti nella causa a Zanon per pagare i due
mesi di stipendio
arretrato. Incrementammo la produzione mese per mese.
Oggi funzioniamo per
il 12 per cento della possibilita' dell'impianto.
COME E' LA GESTIONE DELLA PRODUZIONE ORA?
La differenza che abbiamo rispetto al lavoro di prima,
e' che lavoriamo senza
pressioni, con molta piu' tranquillita', e il fatto di
produrre gestendo
tutto da soli, ci permette di vivere e di continuare a
lottare per difendere
la nostra fonte di lavoro. Non come prima che
lavoravamo sotto pressione, con
un 60-80 per cento degli incidenti durante l'anno, da
otto mesi che gestiamo
la fabbrica non c'e' stato nessun incidente.
E' il risultato di un lavoro fatto senza pressioni e
con consenso, il
consenso dovuto al fatto di lavorare per noi stessi,
non per un padrone.
Stiamo difendendo cosi' il nostro posto di lavoro alla
Zanon e ci sembra sia
l'unico modo.
La differenza a me sembra evidente: lavorare per un
padrone o lavorare per
noi stessi.
Il padrone non esiste, percepiamo tutti la stessa
somma di denaro mensile,
per qualsiasi lavoro si svolga all'interno
dell'impianto, con l'idea che la
produzione vada crescendo e con essa la possibilita'
di aumentare i posti di
lavoro per altri compagni. Oggi siamo 270 e un domani
possiamo arrivare ad
essere 650.
Tantissimi altri lavoratori,quindi e tante famiglie
che potrebbero
sostentarsi.
Andiamo avanti lentamente,se il Governo fosse davvero
al servizio
del "benessere del cittadino" sarebbe piu'facile,
pero' con i fatti stiamo
dimostrando che una fabbrica gestita dagli stessi
operai e' una fabbrica del
popolo e di fronte a un Governo che non fa niente per
uscire dalla crisi,
stiamo dimostrando praticamente che esiste un'
alternativa.
Abbiamo assunto 16 compagni nuovi dei movimenti dei disoccupati,
dimostrando
che si puo'aumentare il numero di posti di lavoro. E
anche con un piano di
opere pubbliche che stiamo portando avanti, si
potrebbero creare ancora
posti di lavoro genuino, con salari degni. Pero'
questo sistema capitalista
cerca di rendere questa possibita' un sogno. Ed e' per
questo che noi stiamo
lottando,uniti.
Per ottenere una societa' piu' giusta,un cambio
sociale reale.
D
E' FORTE L'APPOGGIO DEL MOVIMENTO DEI DISOCCUPATI?
R
Cerchiamo e Dimostriamo che si puo' creare nuovo
lavoro, pero'dobbiamo
lottare uniti e trovare l'appoggio di altri settori in
lotta importanti nel
territorio.
E questo fa si' che il nostro lavoro sia chiaro,che la
nostra lotta sia
concreta: amministrare noi operai la fabbrica con la solidarieta' e
l'appoggio dei compagni e' fondamentale. Dimostrando
ancora una volta che
questo progetto e' realmente realizzabile, che e' il
Governo che impedisce ai
cittadini di trovare una via di uscita a questa crisi.
Per questo stiamo
procedendo uniti con la Coordinadora Regional che
tiene al suo interno varie
realta',come l'MTD di Neuquen. Sono lavoratori che non lavorano,perche'
gli
e'stata negata la possibilita'di lavorare. Ricevono un
sussidio statale
miserabile,che non basta per vivere una settimana.
L'idea e' quindi questa:continuare a produrre e
impiegare nuovi compagni
nella fabbrica: e' questa la lotta.
D
COME INIZIO' IL CONFLITTO?
R
I compagni che lavorano qui da piu' tempo ,che avevano
maturato una coscienza
politica piu'forte, che chiedevano cose giuste, furono licenziati . La
politica di Zanon e'stata sempre questa:cacciare
ottimi lavoratori perche'
piu'radicali. Il sindacato burocrate che avevamo, in
nessuna occasione ha
difeso questi compagni.
Quando comincio' a crearsi una commissione nuova nel sindacato,che prima
era
solo una commissione, le cose cominciarono a
cambiare,anzi cambiarono
radicalmente.
Le decisioni cominciarono a essere prese in
assemblea,cosa che prima non era
mai successa, si comincio' a domandarsi cosa fare e
come,e a dare valore
centrale alle scelte dell'assemblea.Non c'e' nessuna
autorita' che si pone al
di sopra dell'assemblea,chi decide, chi fa' o disfa'
e' l'assemblea e grazie
a questo nuovo modo di organizzare la lotta,abbiamo
cominciato ad avanzare,a
prendere forza.
In un paese dove c'e' il 60%della popolazione che vive
sotto il livello di
poverta' questa lotta e' fondamentale,in un momento in
cui lo Stato dice che
non c'e' nessuna possibilita'di aumentare i posti di
lavoro noi stiamo
dimostrando il contrario.
Ancora una volta la dimostrazione che l'unico modo per
uscire dalla crisi
azionata dal capitalismo e' che siano i lavoratori a
gestire il lavoro. Il
sistema capitalista e la sua corruzione continueranno
sempre a generare fame
e disoccupazione.Il controllo operaio,invece,e'
l'unico che puo'distribuire
giustamente la retribuzione per il lavoro e generare
lavoro genuino.
D
CI SONO DEI PROBLEMI NELLA PRODUZIONE A CAUSA DELLA
SITUAZIONE LEGALE?
R
Primo per andare avanti nella produzione abbiamo avuto
un sacco di problemi,
principalmente per la situazione giuridica in cui
stiamo che non ci permette
di fare fatture facendo molta fatica per ottenere
materie prime o perche' non
si fidavano a vendere a questo tipo di fabbrica o
perche'il proprietario,
Zanon stesso, aveva intimato di non vendere.
Da poco stiamo riuscendo a risolvere questa situazione
pagando sempre subito
quello che compriamo, non come faceva Zanon che
accumulo' anche in questa
maniera tutti i debiti che ha. Abbiamo cominciato a
comprare argilla a
organizzare la produzione e a comprare tutto quello
che ci serve:
abbiamo iniziato con 20.000 m quadrati di produzione e
ora siamo a 120.000, e
questa produzione va aumentando mese per mese e la disponibilita' e
conomica
che abbiamo e' sempre dipendente da quello che
produciamo in concreto, il
processo e' buono c'e' maggiore controllo dei
materiali e sempre con il
sacrificio dei compagni. E' chiaro per tutti noi che
questo e' il modo
migliore di produrre.
D
SI PRODUCE QUELLO CHE SI PRODUCEVA PRIMA?
R
Di fatto si' si fanno gli stessi modelli che venivano
fatti prima, abbiamo nel
laboratorio un gruppo di compagni che sviluppano
modelli nuovi e uno di
questi e' la serie Mapuche che riguardano direttamente
la produzione di
questo popolo e di questa terra,perche' i Mapuche sono
una delle comunita' che
piu' furono martoriate dalla Zanon perche' di anno in
anno gli rubo' tutta
l'argilla senza pagare niente. E questa linea viene
dal lavoro degli operai e
della comunita' Mapuche, il risultato e' questa seria
che sta portando dei
buoni proventi. Fu una buona idea dei compagni che
lavorano nel settore del
laboratorio e che per noi e' una soddisfazione dal
punto di vista personale
che di produzione.
Addirittura le vendite vanno cosi' bene che la
produciamo e gia' e' tutto
venduto.
D
QUALCUNO VI HA AIUTATO NELLA GESTIONE DEL LAVORO?
R
Nessuno e' dovuto venire ad insegnarci niente perche'
ognuno di noi sapeva
quale era il suo lavoro,perche' da sempre la
produzione la portiamo avanti
noi, ognuno nel suo settore sa cosa fare e la
produzione va avanti.
D
CHE LAVORO FACEVI PRIMA?
R
Io era un incarato, un supervisore, prima. Mai nella
fabbrica ci fu una buona
relazione tra supevisori e gli altri compagni, ci fu
sempre molta distanza
chiaramente per l'idea che si ha del supervisore, come
in ogni fabbrica.
Cosi' era anche nei rapporti con il sindacato. Gli
operai partecipavano ed
erano rappresentati dal sindacato, i supervisori
stavano fuori. Che succedeva
pero', che quando l'impresa comincio' a svuotare la
fabbrica per noi fummo i
primi i cui stipendi furono razionati non pagati e in
me personalmente questo
genero' una rabbia incredibili perche' mi trovavo solo
senza poter
condividere questa lotta con nessuno. Perche' chi
parlava lo liocenziavano
immediatamente e lo buttavano in mezzo ad una strada.
Il 28 di giugno
dell'anno scorso furono licenziati 22 compagni, e
cosi' stanco di questo
insieme ad un altro compagno supervisore, siamo andati
a una assemblea che
c'era nel comeador qua nella mensa, ci siamo
presentati e abbiamo detto ai
compagni che volevamo lottare con loro che non eravamo
due supervisori ma due
compagni in piu' in questa lotta e dopo una certa
incertezza iniziale ci
accettarono bene, per me personalmente fu una cosa
emozionante perche' mi
accolsero con un applauso. Cosi' ci sommammo alla
lotta e bisogna dire che
solamente due degli ottanta supervisori si sono uniti
alla lotta, e non sono
pentito per niente, anzi sono orgoglioso di
partecipare a questa lotta.
Poi sono stato letto incaricato della produzione e il
mio oggi e' un lavoro
come gli altri anche se sono un responsabile.
Questo successe nei primi trenta giorni del conflitto
quando ho cominciato a
vivere questa esperienza nuova con i compagni, di
uscire a chiedere cibo, di
andare a volantinare ad attacchinare, scrivere sui
muri, tutte cose nuove,
un'esperienza nuova e ancora oggi continuamo a lottare
e a produrre.,
difendendo il mio posto di lavoro come tutti i miei
comapgni e questo grazie a
questa lotta perche' altrimenti non avremmo niente.
Essere incaricato non mi crea nessun tipo di
aspettativa, sono un semplice
lavoratore.
|
|