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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
Comunicato Stampa
05/12/2002
Ieri, quattro
dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del
Ministero della Comunicazione ha chiuso Telefabbrica, una telestreet
nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat
minacciati di licenziamento. Telefabbrica trasmetteva da sabato sera
in un raggio di centocinquanta metri.
Il Ministero della Comunicazione ha dato ordine di chiuderla.
Centocinquanta metri. Più o meno è come impedire a due sorrdomuti di
farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che
arriva dal governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di
comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti). Telefabbrica non aveva la
concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque
l'articolo 195 del Codice Postale e la Legge Mammì. Anche Rete4 non
dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è
di centocinquanta metri. Ma Rete4 può trasmettere, il Ministero della
Comunicazione non la chiude.
Telestreet è nata per diffondere la coscienza che è possibile rompere
il monopolio della comunicazione prendendosi semplicemente la
responsabilità di comunicare, con tutti gli strumenti, anche quello
televisivo. E' possibile farlo, costa poco, e mette in moto energie
creative e politiche.
Telestreet è nata per portare democrazia nella comunicazione, proprio
ciò che in questo paese si cerca di distruggere.
Perciò Telestreet chiama tutte le persone sensibili a provare lo
stesso disprezzo che noi proviamo per questa comica repressione che
impedisce alla gente di trasmettere parole ed immagini nel raggio di
centocinquanta metri.