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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
COMUNICATO STAMPA
Legambiente
CRISI DELLA FIAT
UNICA SOLUZIONE LA RICONVERSIONE ECOLOGICA
La Legambiente si trova a lottare insieme ai lavoratori
per scongiurare la chiusura dello stabilimento FIAT di Termini Imerese che
avrebbe conseguenze devastanti nell’economia di un intero territorio.
La collettività termitana ha pagato in questi anni un prezzo altissimo:
sono stati sottratti terreni agricoli molto produttivi, una delle più
belle spiagge della regione, ha subito una devastazione ambientale del
territorio senza precedenti, che continua con l’inquinamento atmosferico
prodotto dalle fabbriche della zona industriale.
I cittadini termitani non possono sopportare oltre al danno la beffa di
vedersi sottrarre migliaia di posti di lavoro.
La FIAT vuole far pagare ai lavoratori il mancato investimento
nell’innovazione tecnologica vera causa della crisi dell’automobile della
casa italiana.
Non possiamo tollerare che l’apertura dello stabilimento è condizionata
“alla crescita dei volumi della Punto”, così come è stato dichiarato dalla
Fiat, cioè di un modello ormai vecchio e che alla fine della cassa
integrazione non sarà più in produzione.
Nel piano presentato dalla Fiat non si evince un progetto in più o un
nuovo progetto, non un modello nuovo di auto, non una lira di
investimento. La scelta è evidente, vogliono chiudere gli stabilimenti di
Arese e di Termini Imerese e si prepara lo svuotamento di Mirafiori,
insomma si fanno le gradni pulizie per consegnare le chiavi alla General
Motors.
Non riusciamo ancora a capire come la posizione monopolistica nazionale da
sempre assistita con forti contributi da parte dello Stato, non sia stata
sufficiente a salvare la Fiat. L’austerità imposta alla spesa pubblica dal
trattato di Maastricht ha notevolmente ridotto il flusso di aiuti
pubblici, mettendo in discussione le capacità imprenditoriali di una casta
industriale che ha basato le proprie fortune su un rapporto sistematico di
scambio con i vertici della politica.
Un apparato produttivo da sempre assistito e ormai vecchio e impreparato
alla sfida innovativa della riconversione ecologica della produzione punto
quanto mai importante e del quale dipende il futuro della nostra economia.
Ormai bisogna essere determinati, la riconversione ecologica della
produzione dell’auto è l’unica soluzione possibile per entrare in un
mercato dell’automobile in profonda crisi. Produrre auto ecologiche
consentirebbe, in vista del libero mercato del bacino del Mediterraneo nel
2010, non solo immettere nel mercato un prodotto veramente innovativo, ma
andrebbe verso la giusta direzione di diminuzione degli scarichi
inquinanti la maggior parte dei quali provenienti proprio dalle automobili
anche con marmitte catalitiche.
Non si capisce perché invece di esserci grande richiesta di investimento
nella nostra Regione, proprio in vista del 2010 in cui più di un miliardo
di persone entrano nell’area di libero scambio, c’è una fuga inspiegabile
della grande industria.
Attraverso l’innovazione tecnologica è possibile l’intervento dello Stato
senza che l’Unione Europea possa porre dei veti in merito in quanto è
consentito usufruire di aiuti economici dei governi per la produzione di
un prodotto veramente innovativo e ambientalmente sostenibile.
Accelerare il processo di vendita alla General Motors che già è nelle
condizioni di produrre un’automobile ad alto contenuto ecologico e questa
produzione è possibile effettuarla nello stabilimento di Termini Imerese.
In questo contesto anche la Regione Siciliana può fare la sua parte, il
territorio di Termini Imerese è stato considerato ad alta suscettibilità
ambientale, quindi la produzione di un’automobile, per esempio ad
idrogeno, consente un intervento diretto da parte del Governo Regionale.
Tutto ciò consentirebbe allo stabilimento di Termini Imerese di essere
all’avanguardia dal punto di vista tecnologico producendo un’automobile
che garantirebbe non soltanto gli attuali livelli occupazionali ma
potrebbe addirittura incrementarli in proiezione di un ricambio del parco
macchine in tutto il territorio nazionale.
Poniamo la Sicilia all’avanguardia nel settore dell’automobile ecologica
facendone una regione che punti ad uno sviluppo dell’economia basato
sull’innovazione tecnologica, un grande parco tecnologico e scientifico in
cui la ricerca per il miglioramento della qualità della vita ne sia il
motore principale.