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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
Rassegna
FIAT L'auto in pentola
L'industriale Lagostina vola in Sicilia. Con una idea
Un ecoprogetto Poteva sembrare uno scherzo, ma l'imprenditore presenta le
carte di un nuovo modello di auto elettrica da 30Km/h
ALFREDO PECORARO
PALERMO
«Quando ho sentito che la Fiat era entrata in crisi non ci volevo credere,
poi ho visto le immagini degli operai in lotta assieme alle donne e ai
bambini. Mi sono detto: Adriano, devi fare qualcosa!». Nella sua agenda ha
cercato i numeri giusti. Un giro di telefonate a vecchi amici. Qualcuno
gli ha dato il cellulare di Roberto Mastrosimone, delegato della Fiom e
leader delle tute blu di Termini. «Buon giorno, sono Lagostina, quello
delle pentole a pressione. Vorrei venire giù in Sicilia, ho la soluzione
per salvare i suoi compagni di lavoro». «Sono rimasto senza parole»,
racconta Mastrismone. Sono seguite altre telefonate. «Mi ha chiamato
diverse volte, mi ha chiesto se potevo organizzargli un incontro con i
giornalisti davanti la fabbrica di Termini Imerese, era deciso, mi ha
detto che aveva un'idea». E così il re delle pentole, ha lasciato la sua
casa, a Gravallone Toce sul lago Maggiore, per prendere il primo volo in
partenza da Milano Malpensa e diretto in Sicilia. Con sé ha portato una
borsa piena di carte. Ha raggiunto alcuni amici a Palermo, giusto il tempo
di festeggiare gli 87 anni, e poi si è fatto accompagnare a Termini
Imerese.
Davanti alla fabbrica gli operai in presidio lo hanno ascoltato
attentamente e lui li ha rassicurati dicendo che «una soluzione si trova
sempre».
«Io in 40 anni di attività non ho mai licenziato un solo operaio», ha
detto, estraendo dalla borsa il malloppo di carte: «Grazie a questo
progetto la Fiat potrebbe salvare i vostri posti di lavoro». In testa, la
scritta «Mopedcar».
«E' una vettura leggera, lunga 1,5 metri e larga 90 centimetri - spiega
l'industriale - l'ho progettata nel `99 e ho mandato tutte le carte
all'avvocato Gianni Agnelli, che gentilmente mi ha richiamato e mi ha
detto di averlo apprezzato. Poco dopo ne fu pubblicata una sintesi su la
Stampa».
L'auto di Adriano Lagostina è una piccola vettura computerizzata, a metano
ed elettrica, studiata per muoversi agevolmente nel traffico delle grandi
città, con un'autonomia di dieci ore ed una velocità massima di 30 km
orari. Per azionarla, il vecchio ma lucido industriale, ha previsto un
meccanismo originale: una carta di credito che inserita nell'auto la fa
mettere in moto e segnala ad un call-center i dati di chi sta utilizzando
la vettura. Il costo è di appena 10 centesimi di euro ogni 30 Km.
«Ho fatto stampare il progetto in 6 mila copie e l'ho inviato al
presidente della Repubblica e ai sindaci di cento comuni, molti mi hanno
fatto i complimenti - racconta - dalla Fiat però non mi ha chiamato più
nessuno, oggi è più facile incontrare il Papa che gli attuali dirigenti
della casa torinese». Alcuni sindaci, invece, lo hanno contattato per
saperne di più. «Il mio progetto prevede che in ogni città venga segnato
un percorso, con delle strisce color corallo simili a quelle che si usano
per delimitare la sosta riservata ai portatori di handicap - spiega -
l'auto deve transitare entro questo perimetro, se si oltrepassa la vettura
si ferma automaticamente. Il cittadino ne ha a disposizione una ogni
centro metri».
L'industriale ha studiato tutto nei minimi dettagli. «L'auto potrebbe
essere prodotta da una casa automobilistica e poi venduta ad apposite
società che la mettono a disposizione delle città, che a loro volta, hanno
anche un ritorno economico - aggiunge - ognuno ha un vantaggio: il
produttore, il venditore, il comune e il cittadino. Si abbatte
l'inquinamento, si decongestiona il traffico e si recuperano i centri
storici».
Prima di tornarsene sul lago Maggiore, Lagostina ha consegnato una copia
del suo progetto al sacerdote di Termini Imerese, padre Francesco Anfuso,
e al sindaco Luigi Purpi. Poi ha lasciato lo stabilimento. E' andato in
aeroporto da dove è ripartito. «Ma se gli operai mi chiameranno - ha
promesso - io tornerò».