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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
Articoli
FIAT-PSA Furgoni al buio Si temono esuberi alla Sevel in Val di
Sangro Messi fuori tutti i giovani con contratti «atipici» SERENA GIANNICO
CHIETI I venti di crisi che hanno travolto la Fiat si
insinuano anche nello stabilimento Sevel di Atessa (Chieti), ritenuto, da
sempre, uno dei «gioielli» della famiglia Agnelli e del gruppo
automobilistico torinese che ne tiene le redini assieme all'altro grande
costruttore europeo Psa (Peugeot-Citroen). L'altro stabilimento della
joint-venture italo-francese è a Valenciennes e produce i monovolumi per
Fiat, Lancia, Citroen e Peugeot. L'azienda metalmeccanica, che conta poco
meno di 5 mila dipendenti, ha a mano a mano ridotto la produzione dei
furgoni Ducato. Un anno fa, dallo stabilimento della Val di Sangro
uscivano quotidianamente mille veicoli. Adesso ne vengono realizzati circa
840. «Ma la situazione - spiega Nicola Di Matteo, segretario regionale
della Fiom-Cgil - è destinata a peggiorare, perché nei prossimi mesi si
dovrebbe scendere intorno ai 700 furgoni al giorno». I tagli, quindi, sono
stati graduali, ma in ogni caso hanno avuto una negativa ripercussione sui
lavoratori, dato che anche nei loro confronti è scattata l'operazione di
«sfoltimento». «Non sono stati rinnovati - riprende il sindacalista - 120
contratti cosiddetti `atipici', tra quelli interinali, di
formazione-lavoro e a tempo determinato. Eppure si trattava di operai che
erano ormai inseriti da lunghissimo tempo nel ciclo produttivo. Nonostante
le rassicurazioni del passato, sono stati mandati via». Colpa del mercato
- dicono - che, anche in questo caso non è più dorato e non è più quello
di una volta, pur «se continua a tirare», ma l'andamento volge al
negativo. Nei giorni scorsi, tra l'altro, la dirigenza dell'azienda ha
comunicato alle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) che, se non ci
saranno evidenti segnali di ripresa, 320 contratti saranno messi in
discussione e, di conseguenza, altrettanti posti saranno a rischio.
«Questa non è flessibilità - attacca Di Matteo -ma è precarietà. Le
difficoltà sono evidenti e ne discuteremo domani, 24 ottobre, in un
incontro che si svolgerà nella sede dell'Assindustria di Vasto». E a cui
parteciperanno anche Fim e Uilm. «Un confronto che sollecitavamo da almeno
due anni. In quest'occasione i vertici Sevel dovranno spiegare chiaramente
le proprie intenzioni».
In molti intanto sono col fiato sospeso, aspettando che ne venga decisa la
sorte. «Inoltre - sottolinea il sindacalista - in questa storia di
dissesti e riassetti finanziari vorremmo sapere quale sarà il futuro della
Sevel, che non si capisce se verrà venduta per cercare di ripianare una
parte dei debiti del gruppo». Si vocifera di una possibile cessione alla
Iveco, il cui management, nelle scorse settimane, avrebbe già visitato lo
stabilimento abruzzese. «I problemi di quest'azienda - fa presente la Fiom
- sono destinati a ripercuotersi anche sulla miriade di fabbrichette
dell'indotto che le ruotano intorno». Una realtà «satellite» che spazia un
po' in tutta la regione, con migliaia di occupati. Preoccupazione, dunque,
per l'indotto. Per le minuscole e medie imprese che prendono commesse
dalla Sevel e che ora sono a rischio. «Si va dalle Sospensioni Marelli di
Sulmona, nell'Aquilano, alla Denso di San Salvo». Per inciso, allo
stabilimento Denso che opera nell'area torinese si è verificato, due
settimane fa, un tentativo di suicidio da parte di un operaio che aveva
ricevuto dal capo del personale una lettera con cui veniva messo in cassa
integrazione a zero ore.
L'80% della produzione Sevel è destinata alle esportazioni. Il boom delle
vendite del Ducato risale alperiodo tra il `91 e il `92. A febbraio, anche
a seguito di una sensibile caduta della domanda, è stata lanciata una
nuova generazione di veicoli commerciali. Ma le cose non sono andate come
si era pensato e sperato. «Non è il caso di drammatizzare - rimarca Di
Matteo - ma neppure di nascondere circostanze incerte e un cammino che si
fa sempre più faticoso e irto di ostacoli».