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Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
.:[Ringraziamenti]:.
Grazie a tutti coloro che si stanno
adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto
e documenti.
Articolo
Gli operai in piazza: contratti di solidarietà Rinaldini (Fiom): no alla cassa
integrazione. Epifani: il governo non può fare soltanto il notaio
ROMA - I sindacati chiederanno che per i lavoratori colpiti dalla crisi
della Fiat non ci siano la cassa integrazione a zero ore e la messa in
mobilità, ma «i contratti di solidarietà». Lo ha detto il segretario della
Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, ieri sera dopo la riunione tra i sindacati
dei metalmeccanici e i leader di Cgil, Cisl e Uil. Parlando anche a nome
di Fim-Cisl e Uilm-Uil, Rinaldini ha ribadito che «il piano industriale
presentato dalla Fiat è inaccettabile», aggiungendo che «la trattativa
deve servire a costruire un nuovo piano e a ipotizzare un nuovo assetto
proprietario che comprenda anche l’ipotesi di un intervento pubblico». Il
vertice di lunedì sera a Palazzo Chigi, dove la Fiat ha accettato di
sospendere fino al 5 dicembre le procedure per la cassa integrazione, non
ha prodotto altre novità, secondo i sindacati. Ora, aggiungono, «bisogna
passare alle proposte concrete» per evitare il rischio di chiusura per gli
stabilimenti di Termini Imerese e Arese. «Gli strumenti per superare
questa fase difficile - ha detto Rinaldini - devono essere fondati sul
massimo della solidarietà. Per questo chiederemo che si ricorra a
strumenti come i contratti di solidarietà e non alla cassa integrazione o
alla mobilità lunga». In pratica, il sacrificio verrebbe distribuito fra
tutti i dipendenti (che lavorerebbero meno) anziché concentrato solo su
una parte (che dovrebbe stare a casa).
«In questa nuova fase della vertenza Fiat il governo non può più limitarsi
a fare da notaio, ma deve esercitare un ruolo attivo per cambiare il piano
industriale della Fiat», ha detto ieri mattina il segretario della Cgil,
Guglielmo Epifani, dal palco della manifestazione dei metalmeccanici a
piazza Navona. Epifani ha parlato a nome di Cgil, Cisl e Uil, ma in un
clima avvelenato dalle contestazioni di una parte dei lavoratori verso la
Cisl. E non a caso Epifani ha chiuso il comizio a braccio con questo
ammonimento: «In questa vicenda o vinciamo uniti o perdiamo disuniti».
A Cassino, gli operai aderenti ai Cobas hanno bloccato la statale Casilina
fino a ieri sera. Secondo i sindacati lo sciopero, nello stesso
stabilimento, ha avuto un’adesione del 100%. Domani la protesta si
sposterà ad Arese, dove gli operai bloccheranno i cancelli a partire dalle
6. Fuori si svolgeranno assemblee e spettacoli di solidarietà.
Per ora, le procedure per la cassa integrazione e la mobilità che dovevano
partire in questi giorni, in modo da lasciare a casa 6.100 lavoratori a
partire dal 2 dicembre, sono congelate perché la Fiat ha accolto l’appello
a una rapida trattativa lanciato dal vicepresidente del Consiglio,
Gianfranco Fini, nel vertice di lunedì sera. Ci sono meno di dieci giorni
per arrivare a un accordo. Il presidente della Confindustria, Antonio
D’Amato, è ottimista: «Credo che si stia andando nella direzione giusta.
Occorre avere attenzione agli equilibri sociali e andare avanti nel piano
industriale». Il negoziato tra sindacati e azienda parte oggi al ministero
delle Attività produttive. Tutti i sindacati dicono di volere l’intesa, ma
non è detto ci si arriverà e non è scontato che Cgil, Cisl e Uil rimangano
unite fino alla fine.
La giornata di ieri ha avuto una coda alla stazione Termini di Roma,
quando 1.200 operai della Fiat di Termini Imerese hanno bloccato i due
treni che avrebbero dovuto riportarli in Sicilia perché «sporchi e
senz’acqua».