Fotografia a Roma
 
Sei qui: Home > Cultura > Schegge d'arte > Fotografia a Roma
Contenuti extra
Se vuoi puoi vedere anche una foto del Campidoglio.
La nascita e lo sviluppo della fotografia a Roma
tra il 1850 e il 1870
Fotografo ignoto  -  Arco di Druso, 1859-1860La diffusione della fotografia avviene a Roma con grande velocità: la città è ricca di attrattive storiche ed è abituata ad una grande circolazione di immagini prodotte da pittori, incisori e disegnatori. Sono immagini-ricordo molto richieste dai viaggiatori di passaggio nella città eterna che amano portare con sé un ricordo dei luoghi visitati.
La tecnica fotografica ai suoi esordi è molto complessa, ma anche negli anni successivi alla fase di sperimentazione richiede lunghe procedure di realizzazione. La ripresa fotografica inanimata di vedute ha due vantaggi: permette lunghi tempi di posa con l’utilizzo della luce solare ed è anche la più richiesta. I soggetti più frequenti sono le vedute della città, i monumenti, le rovine antiche, i ritrovamenti da scavo, le riproduzioni di opere d’arte. La scelta delle inquadrature resta legata alla tradizione incisoria e vedutistica.
La nuova tecnica ha subito grande risonanza e si impone per immediatezza e veridicità e, quando nella seconda metà dell’Ottocento la polemica sul verismo si fa più accesa, la fotografia riuscirà a modificare il concetto di arte: verrà considerata “l’arte […] che si giova della verità per manifestare un’idea grande”.
La tradizione ottocentesca della riproduzione in serie di vedute e stampe, risulterà presto superata dalla fedeltà della ripresa fotografica. Infatti tra gli anni 1850 e ’60 molti pittori adottano la nuova tecnica cogliendone le enormi possibilità di sviluppo.
Altobelli  -  Foro romano,1866Fra questi James Anderson che in un primo periodo coltiva contemporaneamente le due attività per poi dedicarsi interamente alla professione di fotografo. Oggetto delle sue riprese sono le vedute, i monumenti di Roma e le sue opere d’arte.
Anche Tommaso Cuccioni, conosciuto come incisore di vedute e commerciante di opere d’arte, passò all’attività di fotografo. Con la sua bottega ben avviata favorì la conoscenza e la diffusione della nuova tecnica. Partecipò alle molte manifestazioni espositive dell’epoca realizzando fotografie di grande formato che lo resero noto.
Nei primi anni del professionismo fotografico a Roma, si possono ricordare Antonio Canova, Mac Pherson, Moscioni, Dovizielli, Altobelli e Molins. Questi ultimi, già accademici di San Luca e vedutisti, diventano fotografi ufficiali del papato immortalando gli avvenimenti più importanti dell’epoca, ma sono ricordati soprattutto per le loro vedute animate: le riprese dei monumenti, senza personaggi, riprendono vita con scene di vita cittadina e popolare. In realtà le persone che sembrano sostare in modo naturale, sono costrette a lunghi tempi di posa per consentire le fotografie.
Anche il fotografo Sommer ricostruisce scene pittoresche che hanno per protagonisti dell’immagine il lustrascarpe e lo scrivano pubblico.
La vita quotidiana a Roma ricompare e si riappropria degli spazi storici con i quali ha sempre convissuto.

Altobelli, Molins  -  Chiesa di San Giorgio al Velabro con personaggi in posa, 1860

Segnala questo articolo ad un amico: inserisci la sua email e