"Il diritto di guerra esiste".
E' partendo da qui, dal presupposto che anche le guerre sono formalmente regolate dal diritto, che gli autori di questo libro hanno sviluppato l'idea di analizzare gli eventi bellici che hanno caratterizzato il secolo passato. Il quadro generale che si ottiene è devastante. Poco importa se questo ramo del diritto è ufficialmente noto come "diritto internazionale umanitario", la sostanza rimane sempre la stessa.
Le 400 pagine, 150 illustrazioni e decine di testimonianze dirette ci offrono una chiave di lettura della guerra troppo spesso assente dall'informazione moderna, quest'ultima deficitaria di un contesto interpretativo nel quale posizionare i conflitti in corso. Che cosa costituisce reato in guerra? Che cosa è condannabile? Chi può eseguire queste condanne? Un gran numero di giornalisti, esperti, scrittori e fotografi, ha contribuito a dare una risposta a queste e tante altre domande relative alla guerra. Così, il titolo stesso, "Crimini di guerra - Quello che tutti dovrebbero sapere" ci aiuta a capire che tipo di pubblicazione abbiamo di fronte. Ordinate seguendo l'alfabeto, troviamo elencate tutte quelle pratiche più o meno illegali che vengono perpetrate ai danni di civili e innocenti. Alla lettera B, leggiamo "Belligeranza: riconoscimento", "Blocco come atto di guerra", "Blocco degli aiuti umanitari", "Bombardamento a tappeto", "Bosnia"… Sono soltanto 5 delle 145 voci citate nel volume. Pubblicato nel 1999, "Crimini di guerra" può essere annoverato tra quei libri che non muoiono mai. Se pensiamo alla parola "Assedio", per esempio, la nostra mente si immagina un paesaggio medioevale, cavalieri in armatura a cavallo, castelli in pietra sottoposti a continui attacchi. Ma ci ricorda anche Stalingrado nel 1942 o Sarajevo 50 anni dopo.
E' un libro di difficile lettura, ci pone di fronte a tante realtà storiche spesso ignorate, sottovalute o fraintese. E' una silenziosa denuncia di coloro che hanno operato in totale ignoranza, volontariamente o meno, delle numerose Convenzioni mondiali, una su tutte la Convenzione di Ginevra del 1949, stipulate per garantire la protezione dei civili durante i conflitti armati. Le illustrazioni stesse, spesso inedite o mai pubblicate per il loro fortissimo impatto visivo, colpiscono forte la coscienza di tutti noi, rendendo apparentemente inutile ogni didascalia sull'evento documentato nell'immagine,
Mai come oggi risulta necessario informarsi, capire e valutare correttamente gli eventi, molti dei quali del recente passato o di attualità, che affliggono il mondo. Nel momento in cui scrivo questo articolo, sono 130 i conflitti in corso, distribuiti in quantità diseguale tra i vari continenti, Europa compresa, ma soprattutto tra nord e sud del pianeta. Alcuni (pochi) di questi hanno la fortuna di essere documentati, fotografati e ripresi. Altri (la maggior parte) proseguono silenziosi, mietendo migliaia di vittime. Il numero 130, può sembrare molto alto, ma esso comprende le guerre civili, vera piaga del continente africano e sudamericano, le guerre terroristiche, vedi Irlanda del Nord, le presunte guerre per la democrazia in corso in Cecenia e Afghanistan, e tutti quei conflitti non dichiarati, minimizzati od occultati dai governi dei paesi coinvolti.
"Crimini di guerra" fa riflettere. Nonostante la non felice situazione politica in cui versano le maggiori democrazie del mondo, questo libro è una presa di coscienza del fatto che il microcosmo in cui viviamo, anche se lontano anni luce dalla perfezione, è protetto e sicuro.
"Laggiù si combatte…" Sì, laggiù si combatte,
si soffre e si muore.
Purtroppo, per molte persone, quei conflitti si interrompono con i titoli finali di un telegiornale, ma non per questo dobbiamo smettere di informarci. "Crimini di guerra" ci accompagna dove l'uomo aggira le convenzioni e rende la guerra più aberrante di quanto non sia già.
"I corrispondenti di guerra spesso sono tra i primi testimoni esterni di un crimine di guerra. Dovranno continuare ad essere testimoni informati, e anche tutti noi dovremo diventare un pubblico molto più informato e impegnato. Ecco il perché di questo
libro"
Lorenzo
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