L'ultima clamorosa disfatta della sicurezza
Gli hacker penetrano i computer della Microsoft
 
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Hacker in Microsoft (accaduto il 28/10/2000)
Gli hacker scassinano le finestre di Microsoft.
Battuta che suona molto meglio in inglese (finestre = windows) ma che rende bene l'importanza della notizia. Ma andiamo con ordine.
Dieci pirati al giorno (mediamente) cercano di entrare nei computer della Microsoft. Perché? La Microsoft oltre ad essere un simbolo tra le potenze tecnologiche produce programmi che sono diffusi a macchia d'olio sui computer del pianeta. Per questo l'obiettivo di moltissimi hacker è di perforare le sue difese. Vi raccontiamo come un gruppo di hacker ci è riuscito. 
Un piccolo programmino chiamato Trojan (cavallo di Troia) è riuscito ad intrufolarsi nel computer di uno degli impiegati Microsoft. Da tempo questi lavorano a casa comunicando con la sede centrale e con gli altri programmatori tramite via telematica. Il Trojan, come il nome lascia intuire, non distrugge ne sovrascrive file. Non fa altro che aprire una porta virtuale nel computer infettato. Da questo spioncino gli hacker hanno monitorato il lavoro dell'impiegato registrando le password usate. 
Ora le informazioni in nostro possesso diventano meno precise ma sembra che gli hacker abbiano raggiunto il codice sorgente di molti programmi (la Microsoft non ha specificato quali) e per non destare sospetti avrebbero cominciato a spedirseli tramite e-mail un pezzettino per volta, destinazione San Pietroburgo e da lì automaticamente verso chissà dove. Il tutto sarebbe durato ben novanta giorni un tempo sufficiente a prelevare una quantità impressionante di dati.
E' importante capire cos'è il codice sorgente prelevato dagli hacker. Come potete vedere anche nella nostra sezione licenze quando acquistate un programma  voi non acquistate il codice sorgente del programma ma solo l'eseguibile. E' come quando avete una bottiglia di Coca Cola ma non conoscete la ricetta segreta di produzione. 
Le ricette prese dagli hacker faranno gola ai numerosi concorrenti di Microsoft ma non solo: possono anche essere usate per produrre programmi che funzionino sotto Windows (per esempio) senza pagare nulla alla società di Bill Gates. Dopo il fatto Microsoft ha dichiarato che i danni ci sono ma limitati, mentre per gli esperti esterni la loro entità è gravissima.
Nonostante l'infezione del Trojan sia avvenuta durante un attacco (forse di copertura) di e-mail, chiamato in gergo e-mail bombing, la notizia sconvolge perché Microsoft produce i programmi "sicuri" che noi utenti usiamo. La semplicità usata per scassinare i database della società è disarmante: quella che sarebbe dovuta essere una rapina impossibile si è rivelata un'impresa fattibile anche con un piccolo piede di porco. E pensare che sono anni che il web viene descritto come un luogo ormai sicuro per il commercio.

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