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LA MALINCONIA SUL VERSANTE DELL'ALIENUS



La malinconia è un'esperienza di perdita, di alienazione del sentimento di sè.
"Il termine depressione da perdita è un pleonasmo .... per noi depressione equivale già a perdita ed a perdere".(23-L.Binswanger)
E' perdita di un "appiglio" o di una "ancora", di un "contatto vitale" con le cose (24- L.Binswanger); "crisi della presenza nel mondo" ( 25- E.De Martino) ; "orrore del porre in dubbio l'esistenza stessa e il sè vero e proprio"
(26-M.Heidegger); nella sensazione tragica di solitudine, vuoto e tristezza.
Il contributo della psichiatria fenomenologica si è orientato in particolare sullo studio della temporalità. Il manifestarsi della ritmicità nell'uomo, il succedersi del tempo inerente al fluire e al divenire dell'esperienza vitale, subiscono spiccate variazioni nella malinconia, così come sono anche rilevate statisticamente nei casi clinici presentati da Tellenbach nella sua ricerca.
"Rallentamenti ed accelerazioni come stanchezza e freschezza, come rassegnazione e vivacità" (27- H.Tellenbach) sono presenti anche in condizioni di salute, ma la melanconia grave si distingue dalle oscillazioni medie della quotidianità, là dove "il ritmico sembra quasi eliminato, nella permanenza dell'insonnia, della tristezza, dell'angoscia, nella permanenza di un angoscioso eccitamento, in una corsa a vuoto che dura mesi". (28-H.Tellenbach)
Tellenbach, come accenna H. Ey, ha orientato la sua analisi sulla forma e sull'essenza dell'umore melanconico. Esso risiederebbe in un patrimonio endogeno inteso come un'esperienza originaria che sta alla radice dell'essere malinconico.
Sul carattere fondamentale della disposizione malinconica come una predisposizione, H. Ey aggiunge: " Il medico, ma specialmente lo psichiatra deve sapere che la malinconia, non è solamente la tristezza, il rimorso o la paura, ma è uno sconvolgimento molto più profondo, una catastrofe psichica che si produce nella profondità dell'essere. Anche se può apparire abusivo, vano e relativamente scoraggiante il ritornare così alle sorgenti della clinica, e anche se è bene non cedere alla necessità e alla semplicità della nozione di costituzione melanconica, la natura delle cose è tale che bisogna comprendere la malinconia per quello che essa è: uno sconvolgimento della struttura formale del campo della coscienza e non solamente una reazione alle condizioni infelici
dell'esistenza". (29-
H. Ey, P. Bernard, U. Brisset) Questa ultima considerazione, ci sembra presente anche nelle posizioni di Binswanger quando dice che l'antinomia maniaco depressiva si rivela non soltanto nella oscillazione
degli stati d'animo euforico e disforico, ma in una contrapposizione strutturale che abbraccia spazio e tempo, ritmo, consistenza, colorito; luminosità e movimento dell'esistenza.
Nelle forme di esistenza maniacale lo spazio diviene ampio e infinito, il tempo breve e il ritmo dell'esperienza rapido; il dasein diviene bellezza e gioia nell'esperienza estetica dell' aproblematica unità di io e mondo.

La malinconia, invece, soffoca nella problematicità dell'esserci: lo spazio è angusto, ristretto e chiuso, il tempo è lungo e il ritmo lento.(30-L.Binswanger)
Binswanger parla di una distorsione e compromissione della continuità dell'esperienza: "E' alterata l'integrazione tra passato, presente e futuro . . . . . il peso del passato si dilata il futuro risulta vuoto e sbarrato, inaceessibile a valide progettazioni il presente, si contrae; a tali anomalie del tempo vissuto si possono fare risalire le esperienze di perdita della nozione di tempo, e, reciprocamente di eternità".(31-O.Siciliani) Le interpretazioni di L. Binswanger, H. Ey e H. Tellenbach ci richiamano ad una definizione psicopatologica della malinconia e il senso di una modificazione strutturale della coscienza espresso nelle loro affermazioni, ci lasciano dell'esperienza malinconica un alone denaturato e deformato, lontano da una nostra possibile comprensione." La modalità esistenziale sembra compiere un salto e la malinconia porsi sul versante dell'alienus".(32-O.Siciliani)

 

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